È tornato da nemmeno un mese e ha già ribaltato tutto il paddock: Franco Colapinto ha appena concluso il suo primo weekend da pilota in Alpine e ha fatto parlare di sé più di quanto ci siano riusciti altri piloti dall’inizio della stagione. Purtroppo però, dell’argentino se ne è sentito parlare quasi sempre negativamente: tra le critiche arrivate per l’errore commesso in qualifica, con la sua monoposto schiantata in barriera al Tamburello, e il caos dei suoi tifosi e Jack Doohan, l’inizio di Franco non è stato uno dei migliori, anzi.

Che i tifosi latinoamericani siano alcuni dei più viscerali quando si parla di Formula 1 è chiaro: da sempre sono famosi per come accolgono il mondiale quando arriva in sud America. Con Franco Colapinto poi, il primo pilota argentino dopo decenni, hanno trovato un beniamino unico da tifare. Il problema però è che in tantissimi, fin dall’inizio delle voci che vedevano l’argentino al posto di Jack Doohan, pilota titolare in Alpine ancor da prima che Colapinto venisse messo sotto contratto, hanno iniziato vere e proprie campagne d’odio sui social. La situazione è degenerata al punto che Doohan ha dovuto assumere guardie del corpo durante il weekend di gara a Miami, uno degli appuntamenti dove erano attesi più argentini tra le tribune.

Subito dopo l’appuntamento in Florida, è stato annunciato lo swap tra i due piloti e, a diventare titolare, è arrivato Franco Colapinto. Il suo primo weekend di nuovo nel mondiale non è stato semplicissimo ma alla fine la squadra di Flavio Briatore sembra abbastanza soddisfatta; dopo Imola si parla dell’argentino per la bufera che si è creata sui social. Dopo il suo incidente in qualifica, sono usciti dei fotomontaggi contro Mick Doohan, papà di Jack, dove sembrava che l’ex pilota campione di MotoGP prendesse in giro l’argentino, spiegando come il figlio fosse un miglior pilota. L’immagine era falsa, ma ha innescato un’ondata di odio gratuito: insulti e addirittura minacce di morte alla famiglia Doohan. Il pilota di riserva Alpine ha dovuto intervenire personalmente tramite i suoi canali social per smentire la bufala, condannare l’accaduto e denunciare pubblicamente le minacce ricevute dai tifosi che sono ben presto divenuti dei veri e propri ultras.
La famiglia Doohan non è stata l’unica vittima della bufera social argentina: anche Yuki Tsunoda, per via di un piccolo screzio avuto in pista con Colapinto durante le prove libere (nulla di che, cose che letteralmente succedono sempre tra i piloti) è stato insulato massivamente dai tifosi dell'argentino. La vicenda ha spinto il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, a prendere posizione, pubblicando un comunicato in cui ha espresso il “massimo supporto per Yuki Tsunoda e Franco Colapinto”, ringraziandoli “per aver parlato contro il crescente problema degli abusi online nel motorsport”, dopo l’intervento dell’argentino stesso e dell’Alpine per cercare di calmare le acque. Colapinto si trova ora in una posizione delicata: deve dimostrare il suo valore in pista, ma anche saper gestire un tifo che rischia di diventare un boomerang per la sua carriera e per l’immagine stessa della Formula 1, cosa non semplice da fare quando si ha solo vent’anni e si viene catapultati in questo modo nel mondiale.

