“Caro Vero Volley… non si è mai pronti per gli addii, ma anche le avventure più belle hanno sempre un epilogo… vi saluto da donna, atleta e capitana”. Con queste parole, Alessia Orro ha chiuso un capitolo lungo cinque anni e ne ha aperto uno completamente nuovo. Le sue parole di addio, pubblicate sui social il 26 maggio, erano il preludio di qualcosa che noi di MOW avevamo già raccontato da tempo: l’inizio di un’avventura lontano da Milano, con una nuova maglia, in una nuova città e una nuova lingua. Ora è ufficiale: la palleggiatrice classe ’98 è una giocatrice del Fenerbahçe Istanbul. Sui social la squadra turca le ha dato il benvenuto come merita una top player del suo calibro, celebrandola in un video generato da AI in cui è presentata come una supereroina pronta a guidare squadra e tifosi alla conquista di nuovi orizzonti sportivi.

Un addio carico di emozioni, sì, ma anche di ambizioni. Se è vero che lasciare il proprio Paese non è mai facile, è anche vero che certe chiamate non si possono ignorare. E quella del club turco è una chiamata da regina: buyout da 600mila euro pagato al Vero Volley, contratto triennale da 600mila euro netti a stagione. Un investimento totale da oltre 1,8 milioni, con l’opzione di arrivare fino a 2,4 nel caso di rinnovo. Un colpo da top player, come si addice a una delle palleggiatrici più forti del mondo. Con i suoi tocchi, infatti, Milano non ha centrato solo trofei, ma soprattutto traguardi storici: Vero Volley ha centrato per la prima volta le finali Scudetto — e lo ha fatto per due stagioni consecutive — conquistando anche l’accesso alle finali di Coppa Italia e Supercoppa Italiana, entrambe inedite per il club. Sul fronte europeo, è arrivato uno splendido argento nella Champions League dello scorso anno e un bronzo in quella appena conclusa, impreziositi dal riconoscimento individuale: miglior palleggiatrice della competizione. Un percorso che ha segnato un’epoca e portato la squadra a un livello mai raggiunto prima.
Orro arriva a Istanbul da protagonista assoluta della VNL, con l’Italia imbattuta dopo le prime quattro partite e già proiettata verso la Final Eight. Ma nel progetto del Fenerbahçe non sarà sola: ad attenderla ci sono stelle del calibro di Melissa Vargas, Arina Fedorovtseva, Ana Cristina, Eda Erdem. In panchina, Marcello Abbondanza, che per lei aveva già speso parole di stima: “Orro? Trovarla al Fener per me è una cosa meravigliosa, sono sincero. Sarà una bella sfida anche per lei, ma Istanbul è una città meraviglioso dove fare pallavolo e vivere”. Insomma, un vero super team con ambizioni europee. A far notizia, però, oltre all’ingaggio record e al trasferimento, è un’altra scelta, quella di Matteo Picchio, fidanzato della palleggiatrice sarda.
Classe 2000, ex libero del Vero Volley maschile, Picchio ha deciso di lasciare la Superlega e di seguirla a Istanbul. Non per fare il turista o vivere all’ombra del successo altrui, ma per costruire un progetto nuovo, tutto suo. “Ho provato a cercare una squadra a Istanbul, ma si è capito subito che la cosa non era fattibile. La loro regola sugli stranieri è molto rigida. Ma non sono un mantenuto”, ha detto chiaramente. “Ho scelto di investire nella mia vita, nella nostra vita. Mi sono preso un mese e mezzo per pensarci. Poi non ho fatto altro che accelerare un progetto personale che avevo in testa fin da quando avevo 17 anni. Il venticinquenne ex Monza, infatti, vorrebbe diventare preparatore atletico. “Finirò di studiare e poi seguirò un master in Turchia. Credo che farò tirocini proprio in una delle squadre del Fenerbahce, Velasco mi ha anche consigliato dei corsi di specializzazione con pesisti turchi. Non vado a Istanbul per accompagnare una star, ma per crescere anch’io”. Le sue parole non sono quelle di un compagno in cerca di riflettori, ma quelle di un uomo che ha deciso di scommettere su sé stesso e su una relazione. Lasciare il campo, ma non lo sport; mollare la sicurezza per una sfida vera.
Il volley italiano perde così una protagonista assoluta, e un talento prezioso anche fuori dal campo. Milano dovrà reinventarsi in cabina di regia: Bosio ne ha raccolto l’eredità, mentre altre squadre — come Scandicci — si leccano le ferite per non averla potuta ingaggiare. Il punto resta uno: con Alessia Orro che parte per Istanbul, il campionato italiano perde un simbolo. Non solo una regista sopraffina, non solo una capitana esemplare. Perde una delle colonne della Nazionale, una figura capace di unire qualità, grinta, intelligenza tattica e carisma. Perde una donna che negli anni ha incarnato perfettamente lo spirito della Serie A1 femminile, contribuendo alla sua crescita e alla sua visibilità internazionale. Milano perde la sua bandiera, il volley italiano perde una delle sue voci più riconoscibili. Anche se il cuore resta azzurro, l’assenza di Orro nel nostro campionato si farà sentire. Certi vuoti sono difficili da colmare, e spesso raccontano il valore di chi se ne va.