Scandalo da Pechino: il mondo intero si chiede cosa sia successo in Cina durante l'arrivo di una competizione podistica ufficiale, la mezza maratona della capitale. Il video con il taglio del traguardo è diventato subito virale e ha spaccato Internet. Le riprese televisive dei mass media cinesi hanno infatti mostrato a tutto il Pianeta quello che è un probabile e palesissimo "biscotto", seppur in stile "Ringo Boys" e totalmente Made in China. Come hanno visto tutti sui social media a partire dall'Oriente, la scena è definita 'imbarazzante', oppure "cringe" per chi nella Penisola ignora il termine equivalente nella propria lingua italiana. In pratica tre corridori africani, i kenioti Robert Keter e Willy Mnangat, insieme all'etiope Dejene Hailu, ovvero tre atleti professionisti la cui competenza è sgambare ad altissimo livello e con ampie falcate sugli altopiani d'Africa, appaiono vistosamente rallentare a poche decine di metri dalla linea del traguardo, così da far vincere l'atleta e sportstar cinese delle maratone, He Jie. Vincere facile, diceva una reclame.
Il video dell'arrivo in rettilineo, mostra infatti i tre atleti africani che rallentano il passo di proposito, mentre uno addirittura gesticola con un braccio "state indietro" ai propri compagni e osserva continuamente la distanza tra sé e il corridore cinese, così da non rischiare che qualcuno del trio possa vincere “per sbaglio”. Nel video i tre corridori sembrano permettere di proposito all'atleta He Jie di tagliare, vistosamente, il traguardo per primo e con circa un metro di vantaggio rispetto alla linea della squadriglia africana. Sono ben lontani i tempi, ma soprattutto i valori, sia individuali che collettivi, del mitologico e vittorioso arrivo, con le scarpe appese al collo, del maratoneta etiope Abebe Bikila alle Olmpiadi di Roma del 1960. Fu un'immagine col sapore della Vittoria, con la V maiuscola, che fece letteralmente epoca e con cui l'ex guardia del corpo dell'imperatore Hailé Selassié divenne un eroe mondiale. Il suo nome è impresso nella storia dello sport e un motivo c'è.
Non solo corsa: "Sono venuti da me offrendomi dei soldi, 300 mila dollari per perdere. Non voglio dire chi, ma è successo la mattina del peso", ha raccontato alcuni giorni or sono il lottatore nato a Cuba e naturalizzato italiano, nonché due volte campione del mondo e ben quattro volte campione europeo, l'azzurro Frank Chamizo, che ha denunciato un tentativo di corruzione durante il torneo di lotta per la qualificazione alle Olimpiadi, a Baku in Azerbaigian. Da Genova, dove ha imparato a lottare, ha poi raccontato ai media il tentativo di corruzione e che "i cinque giudici sul tappeto hanno preso la stessa decisione, riconoscendo che avevo messo a terra il ginocchio destro dell’avversario, quindi avevo vinto", con riferimento alla dubbia decisione che ha fatto vincere l'arzebaigiano Bayramov a discapito del nostro atleta nazionale.
Le riprese televisive dell'arrivo della gara a Pechino ricordano la mitologica e assurda "Stralugano" de "La Tv Svizzera". Dove il noto trio Aldo, Giovanni e Giacomo ricopre i ruoli de il Signor Rezzonico, Gervasoni lo stilista di Bizzarrone e il poliziotto Huber, con la pistola in mano perché deve svolgere le mansioni di "starter" nella competizione elvetica. Da citare come degna di nota, la totale assenza di politicamente corretto nella gara podistica, assenza che è anche rappresentata dai tanti morti e feriti, nonché da alcuni personaggi come ade esempio: "i gemelli Turkuna-Bundi, kenioti di qualità", che però sono bianchi come due cenci. A suggellare la stilosità anni Novanta del sublime prodotto di intrattenimento televisivo, la telecronaca sarcastico-caustica e in diretta di Giacomo Crosa, classe 1947, commentatore e giornalista sportivo, nonché storica voce di tantissime telecronache, rubriche e trasmissioni televisive Mediaset.