L'Iran attacca Israele con centinaia di droni e missili, il 90% dei quali sono stati però respinti. Israele afferma infatti di aver intercettato la quasi totalità dei droni iraniani, lanciati dall’Iran, dall’Iraq, dallo Yemen e dalla Siria, anche con l’aiuto di Stati Uniti e Gran Bretagna. Le valutazioni iniziali indicano che i danni a Israele sono stati relativamente limitati, considerata l’entità dell’attacco dell’Iran. Ma questo conflitto in che modo si potrebbe estendere? C’è il rischio di un’escalation e quindi di una terza guerra mondiale? Ne abbiamo parlato con Pegah Moshir Pour attivista per i diritti umani e digitali, che definisce l'attacco dell'Iran “una mossa per fare propaganda”. Ma quali sono gli equilibri internazionali? E che ruolo hanno la Cina e la Russia negli aiuti nei confronti dell’Iran? “È un conflitto che non nasce dal 1° aprile, ma esiste dal 1979. Non bisogna santificare il regime iraniano che ha sempre cercato di ostacolare Israele”. E ci ha parlato dei negoziati e del ruolo dell’Italia.
Pegah Moshir Pour, che cosa dimostra l’attacco dell'Iran?
Questo attacco può essere interpretato come un avviso da parte dell’Iran per non restare silente dopo l'attacco subìto a Damasco. Ma l'Iran non può competere in alcun modo con la forza militare israeliana. La ritengo una sceneggiata che hanno messo in atto solo per dare una risposta all'opinione pubblica, perché tutti si chiedevano come avrebbe risposto l'Iran.
Quando i missili sono partiti sono stati subito avvistati. Infatti, solo due hanno colpito una parte del territorio del deserto, ma non potevano arrivare a destinazione. Questo l'Iran lo sa, perché ci sono paesi come Stati Uniti, Inghilterra, Francia, o Giordania che hanno subito dichiarato che avrebbero abbattuto i droni nel caso in cui li avessero avvistati.
Allora perché farlo?
Infatti, quello che stiamo vedendo, purtroppo, è che la gente si è dimenticata del movimento “Donna, vita, libertà” e di quante ragazze e ragazzi ogni giorno vengono arrestati, impiccati, imprigionati, stuprati da questo regime che non difende il popolo palestinese e tantomeno lo stato. Quindi è solo pura propaganda.Era una messa in scena anche per portare avanti dentro il paese la propaganda, secondo cui stanno attaccando il nemico. Cosa che non avrebbe mai portato a nessun risultato, se non solo da un punto di vista mediatico.
Che però potrebbe comportare una controffensiva di Israele.
Ci auguriamo che questa risposta non arrivi.In teoria questa dovrebbe essere la risposta all'attacco. Quindi si spera che Israele non vada ad attaccare. La popolazione iraniana non vuole la guerra, tant'è che hanno assalito i distributori di benzina e i supermercati perché temono qualsiasi risposta.
Netanyahu ha dichiarata chiaramente che se fosse successo qualcosa lui avrebbe risposto.
Sì, è vero. Adesso però gli Stati Uniti e i paesi europei stanno insistendo affinché lui non lo faccia e che la prenda solo come una risposta all'attacco in Siria. Stanno tutti tentando di chiudere questo momento. Ma Netanyahu già non ha ascoltato gli avvisi e le riprese arrivati finora, soprattutto per non attaccare i poveri civili palestinesi. Quindi potrebbe accadere qualsiasi cosa, e in mezzo finirebbero altre persone innocenti. Anche perché gli iraniani stanno già combattendo internamente contro il regime. Sarebbe un ennesimo attacco a cui gli iraniani non potranno mai rispondere e non potranno neanche mai liberarsi dal regime degli Ayatollah.
Si respira aria di terza guerra mondiale?
Io mi auguro di no, perché spero sempre che i negoziati e la diplomazia possano fermare le scelte scellerate di questi uomini che decidono per le popolazioni, che pagano sempre il prezzo più alto. Ovviamente gli Stati Uniti hanno abbattuto i droni che arrivavano, ma era prevedibile, perché i missili israeliani non competono a livello di precisione militare contro quelli americani o israeliani. Quindi è un qualcosa che ci auguriamo che possa non accadere, ma io penso che la diplomazia in questo momento si stia muovendo veramente molto. Abbiamo sentito anche le parole del nostro ministro degli esteri Antonio Tajani che è in continuo contatto anche con il ministro degli esteri iraniano. Lui ha subito assicurato una protezione verso i civili italiani presenti in Iran.
Però abbiamo visto che i negoziati finora non hanno funzionato, sia nella guerra in Ucraina, che in quella palestinese. Perché dovremmo avere fiducia nei negoziati proprio ora?
Perché questa volta è molto più grande l'impatto finale. Se l'Iran dovesse essere attaccata ci saranno altri paesi che entreranno nella scacchiera e che non vedono l'ora di farlo.
Per esempio?
La Russia, perché è alleato dell'Iran e attaccherebbe anche da questo altro fronte il nemico comune, ovvero gli Stati Uniti. Quindi questa situazione può coinvolgere sempre più paesi e ciò porterebbe a un'escalation senza fine. Non conviene a nessuno in questo momento.
Oltre alla Russia potrebbe intervenire anche la Cina?
Certo, la Cina ha uno degli accordi più longevi con l'Iran. Però la Cina ha interessi in tutti i paesi coinvolti. Quindi anche per la Cina bisogna capire come si muoverà. I negoziati, in questo momento, sono molto urgenti, proprio perché poi ci sarebbe l'intero globo che entrerebbe in questo momento.
E quindi si parlerebbe di terza guerra mondiale?
Praticamente sì. Ovviamente l'Italia non vuole che Israele risponda a questo attacco, dato che non ha avuto danni o conseguenze sul territorio e sulla popolazione israeliana. Ma parliamo sempre di Netanyahu che non è ben visto né dall'interno né dall'esterno di Israele. La verità è che non sappiamo effettivamente cosa succederà. Ma c’è una cosa che voglio sottolineare.
Ci dica.
L'Iran non è esente da colpe, perché non siamo davanti a qualcosa che è successo dall'attacco del primo aprile. È dal 1979, da quando Khomeyni ha preso le redini del paese e ha creato la repubblica islamica, che hanno dichiarato guerra a Israele. Chiudendo l'ambasciata israeliana e rompendo ogni rapporto con Israele. La propaganda che porta avanti del nemico è onnipresente. Quando io frequentavo le scuole elementari ci veniva detto di ripetere ad alta voce questi slogan, tra cui: “A morte Israele”. Sono cose che fanno parte della propaganda e dell'esistenza stessa del regime iraniano, che però non rappresenta la voce del suo popolo, che non vuole la guerra. Anzi sono terrorizzati dalle possibili e gravi conseguenze. Non bisogna santificare il regime iraniano, perché vediamo i suoi tentacoli che fanno arrivare aiuti a Hezbollah, a Hamas. Ha sempre stuzzicato negli anni in modo indiretto Israele e gli Stati Uniti. Queste sono conseguenze che noi vediamo oggi, ma che in realtà vanno avanti da 45 anni. Bisogna scindere la questione palestinese con quella vigente tra Iran e Israele, perché ha un'altra storia e altri interessi.