"Ora sono tornato a essere io l'inseguitore, stare in vetta alla classifica, anche se per una sola giornata, è stato molto bello. Voglio il mondiale e l'errore di oggi non cambia le cose" - Jorge Martin in sala stampa sembra sereno. E' consapevole di aver buttato via un risultato che anche questa volta avrebbe potuto essere pazzesco e taglia corto quando gli chiedono se il problema sia stato nella scelta delle gomme. Perchè Michelin lo aveva avvisato, così come aveva avvisato tutti: la gomma migliore per questa pista è la hard, al massimo la media, mentre la morbida è sconsigliata".
Essere pilota e volere un titolo mondiale, però, significa anche provare a forzare la mano. Jorge Martin lo ha fatto e non è andata come sperava: "Ho messo la morbida perchè ero convinto che sarei riuscito a arrivare in fondo - ha spiegato - e in effetti stavo andando bene, ero davanti a tutti e con un buon margine dopo un ottimo spunto in partenza. Poi, durante quel giro maledetto, sono andato un pochino lungo in staccata perchè stavo spingendo e appena sono uscito un filo dalla traiettoria, con lo sporco che c'era a terra sono caduto. E' andata così, mi dispiace soprattutto per la squadra". Il primo posto in classifica generale, quindi, per Jorge Martin è durato giusto lo spazio di una notte, con lo spagnolo che poi ha dovuto assistere dal monitor del box alla rimonta forsennata di Pecco Bagnaia. Il campione del mondo è risalito dalla tredicesima posizione, anche con sorpassi decisamente azzardati e quando ha vito che Martin era fuori dai giochi ha voluto la vittoria piuttosto che accontentarsi del podio. "Ci voleva, avevo bisogno di dimostrare anche a me stesso che sono capace di questo - ha poi ammesso Pecco in sala stampa - Nel box abbiamo migliorato alcune cose e il lavoro fatto è stato fondamentale, così come è stata fondamentale la vicinanza della mia fidanzata, Domizia, e di tutte quelle persone che mi hanno fatto sentire tanto affetto e tanta fiducia".
In Australia Pecco Bagnaia ci arriverà con 18 punti di vantaggio su Martin e una consapevolezza in più: resto l'uomo da battere. Una consapevolezza di maggiore forza che sarà anche di Maverick Vinales, oggi secondo e alle prese con la gestione delle gomme, e Fabio Quartararo, che invece si è detto "terzo e frustrato". Da segnalare la quarta piazza di Fabio Di Giannantonio che, con la Ducati del Team Gresini, sta provando a dimostrare a Honda e a chiunque avrà una sella libera, di meritare la MotoGP.
Quanto al resto, già detto dei quattro entrati nel parco chiuso, il tema di Mandalika è stato lo stesso che in MotoGP tiene banco da tempo: ok tutto, ma la differenza la fanno le gomme, perchè una scelta sbagliata può condizionare tutto. Ne sa qualcosa anche Aleix Espargarò, che ha montato la morbida all'anteriore e si è ritrovato, dopo un ottimo spunto, a lottare nelle retrovie. Ma ne sa qualcosa, anche se al contrario, pure Brad Binder, arrivato a ridosso dei primi nonostante due long lap penalty per la dppia manovra scorretta su Luca Marini prima e su Miguel Oliveira poi. Da segnalare, infine, l'ottima gara di Enea Bastianini, che con l'altra Ducati ufficiale, dop un errore nei primissimi giri, è riuscito a mettere in fila tempi in linea con quelli dei primi: "Cosa è cambiato? In verità è cambiato tutto e niente - ha spiegato la Bestia - probabilmente sono cambiato anche io: sono arrivato qui più tranquillo e con meno pressione, il resto lo abbiamo fatto nel box, provando a sistemare i setting senza rivoluzionarli".