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Marc Marquez a cuore aperto: “Non penso di tornare quello del 2019. Se faccio un highside mi aspetta la diplopia”

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

1 ottobre 2022

Marc Marquez a cuore aperto: “Non penso di tornare quello del 2019. Se faccio un highside mi aspetta la diplopia”
Marc Marquez non si nasconde e parla dei suoi limiti, quelli fisici e quelli caratteriali che lo hanno portato ad esagerare. Lui continua a rischiare tanto, più degli altri, ma alla terza gara dal rientro, nonostante tutto, appare rilassato come non lo si vedeva da almeno un paio d’anni

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

È tornato da tre gare, Marc Marquez, ed è difficile spiegare quanto sia mancato allo sport. Per la sua storia e per l’intensità che mette nelle corse è unico, per il talento anche. E, dal paddock al divano, la domanda sembra la stessa per tutti: davvero lo vedremo lottare per un altro mondiale, il nono della sua carriera? Stando a queste prime tre gare c’è chi è pronto a darlo per favorito, ma per vincere in MotoGP serve che tutto funzioni alla perfezione. In una lunga intervista ad Antonio Boselli per Sky, Marc Marquez è tornato a parlare degli infortuni, dei rischi che prende per correre e di tutto quello che c’è in mezzo, spiegando dov’è rimasto lo stesso di sempre e dove invece si è persuaso a cambiare.

“Adesso quando me lo chiedono dico sempre che sono contento”, inizia a raccontare Marc Marquez. Dietro, sullo sfondo, un enorme cartello con su scritto lunga vita al re, perché in Thailandia la monarchia è una cosa serissima e per la MotoGP, in fondo, è lo stesso: “Ora sto tornando a sorridere perché il dolore ti cambia anche il carattere a volte. Per me essere qui significa aver già vinto, ho un braccio operato quattro volte e sento ancora del dolore ma sono contento di come procede la guarigione. Io non penso di riuscire a tornare il Marc Marquez del 2019, ma uno diverso e forse più forte si. Ma sono passati tre anni e a 26 anni non sei lo stesso di quando ne hai trenta, il tuo approccio e la tua mentalità cambia”.

Tornando al 2019, Marc racconta nel dettaglio dei motivi che l’hanno spinto a rientrare in pista dopo una settimana dall’ormai famigerata caduta di Jerez: “È stato un errore, noi piloti al novanta percento siamo come animali: ti devono tenere. Quando subisci un infortunio pensi a tornare in moto mentre hai ancora l’anestesia. Ed è quello che ho chiesto subito quella volta, il braccio mi faceva molto male ma ho chiesto comunque quando saremmo riusciti a tornare. Quando lo chiedi e ti dicono che forse puoi già provarci tu vai, è la passione, ci provi. A Jerez (nella seconda gara, ndr.) non mi sono ritirato per il dolore ma per l’infiammazione al gomito, non riuscivo a piegarlo. Per fortuna non ho corso, poi però mi hanno detto di allenarmi a casa per andare a Brno. Andavo in palestra, mi allenavo. Il pilota se non lo fermi parte. D’altronde ho una soglia del dolore altissima da quando sono piccolo. Nel 2008 mi sono rotto il braccio durante i test di Jerez e stavo recuperando, il fisioterapista mi diceva di tenere duro: alla fine ho piegato le viti che mi avevano messo nel braccio”.

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Nel 2021 invece, è tornato a vincere gare pur sapendo di non essere a posto né di poter continuare a lungo: “Ho corso, ma si vedeva che qualcosa non andava. Quando ho finito la gara in Portogallo non stavo piangendo solo per l’emozione, c’era anche il dolore. Quando ho vinto al Sachsenring anche, non ero io. Non mi veniva da sorridere, ero angosciato.  Adesso però mi sento libero. Sono in un momento in cui le cose sembrano andare meglio. Non è tutto perfetto, ma sempre meglio. È una ruota, se sei felice a livello personale migliori a livello professionale e via così. Se questa ruota va in crescendo è molto meglio per tutto quello che fai”.

Poi Marc Marquez parla del suo carattere, di come è cambiato: “La determinazione e il talento rimangono lì - spiega subito - Il sacrificio è maggiore di prima, quando le cose arrivano da sole ti alleni di meno. Nel 2019 facevo le gare, mi allenavo un po’ in casa e magari nel weekend uscivo a cena con gli amici, è stato un anno perfetto. Ma se vuoi qualcosa devi lavorare per ottenerla. La fame invece c’è sempre: quando non hai fame non mangi. Semmai ho un po’ più di pazienza, che è la parola che mi hanno ripetuto tutti in questi due anni. Adesso ho capito che se non curi il tuo corpo non vai in moto”.

Per capire quanto stia scommettendo è fondamentale ricordarsi che, nonostante la quarta operazione, ha ancora un altro grosso problema, la diplopia. E lui piuttosto candidamente ammette che non c’è un piano b: “Il problema alla vista è lì. Se faccio un highside e sbatto la testa sicuramente la diplopia ritorna. Sono più sensibile di una persona normale ed è sempre stato così, alla fine il dottore mi ha detto che io sono così. Mi era successo nel campionato spagnolo, in Moto2, in MotoGP, un anno fa. È la passione, sai? È come non andare con quella ragazza che ti fa male. Se sei innamorato vai. So che puoi farti male, ma l’accetto”.

Infine, Marquez fa una previsione sul titolo 2022: “Chi vince il mondiale? È dura questa. Penso che Aleix non abbia le stesse possibilità di Quartararo e Bagnaia. Pecco ha la moto, Fabio ha il 2021, quando ha vinto. E se lo fai una volta, sai che puoi farlo ancora. Io nel 2023? Vedremo, c’è ancora tanta strada da fare”.

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