“Benvenuto Joan!”, ha scritto Marc Marquez sui social dopo l’ufficialità del trasferimento di Mir in Honda Repsol per il 2023. L'otto volte campione del mondo, che in realtà con Mir non ha mai avuto un rapporto idilliaco, ha scelto i social per accogliere il nuovo compagno di squadra, alla vigilia di una giornata che per lui é stata importantissima. Oggi, infatti, Marc Marquez é tornato tra i cordoli, in sella alla sua CBR600RT da allenamento. Un modo per ritrovare il feeling con la piega dopo tanti mesi di stop, prima del ritorno vero e proprio sulla RC213V del Team Repsol, in occasione dei test di Misano. Marc Marquez, quindi, é tornato in sella e ha accolto Joan Mir. Ma il box HRC accanto a quello del fenomeno di Cervera, negli ultimi anni, è sembrato maledetto. Un po' come lo è stata la maglia numero 9 nel Milan da quando Pippo Inzaghi si è ritirato; con attaccanti del calibro di Higuain, Torres e Mandzukic che la sceglievano e – puntualmente – non segnavano più. I rossoneri poi hanno trovato Giroud, grazie al quale sono riusciti a sfatare il mito, mentre in casa Honda ancora attendono il salvatore. Perché è dai tempi di Daniel Pedrosa, quindi quattro anni ormai, che il compagno di squadra di Marc Marquez non vince una gara.
Benvenuto nella tana del lupo, Joan. Questo è il significato più malizioso che si può attribuire al messaggio del fenomeno di Cervera. Ripercorrendo la storia, in effetti, tutti i piloti della Honda - e anche Pedrosa nell’anno del ritiro - hanno lamentato un’invalidante mancanza di confidenza con la moto giapponese, risultato di un progetto tecnico calibrato quasi esclusivamente sulle esigenze di Marc. Nel 2019 in HRC arrivò Jorge Lorenzo, con le aspettative di chi avrebbe dovuto lottare per il titolo insieme a Marquez. “Due galli nel pollaio non faranno bene” – si diceva ai tempi. E così fu, ma non per colpa di chissà quale dissidio tra i due pluricampioni. Il maiorchino nei test invernali aveva denunciato una totale assenza di feeling con l’avantreno e, durante le prove della gara inaugurale in Qatar, provò a guidare al di sopra dei problemi, ma cadde perdendo il posteriore e fratturandosi una costola. Qualche mese più tardi il 99 si ritrovò nella ghiaia di Assen dopo una brutta scivolata, e l’esito delle analisi mediche – oltre a due vertebre rotte – si identificò con la decisione di ritirarsi a fine stagione. “Se fossi rimasto in Yamaha o in Ducati quasi sicuramente la mia carriera sarebbe durata più a lungo” – le parole del Porfuera, che rendono l’idea di quanto sia stato dannoso, per lui, passare alla Honda.
Nel box Honda Repsol poi, in tempi più recenti, si sono avvicendati Alex Marquez e Pol Espargaro. Entrambi in rampa di lancio, sbarcavano in HRC nel miglior momento della loro carriera. Il fratello di Marc era reduce dal secondo titolo mondiale in Moto2, mentre Polyccio – dopo un 2020 da top rider in KTM – era in cerca del definitivo riscatto da chi lo considerava un gregario del Motomondiale. I due piloti spagnoli hanno condiviso il peso di dover trainare il team più blasonato della griglia di partenza nel periodo in cui questo attendeva il rientro del suo capitano. Tre stagioni in cui un vuoto di potere si è insediato tra i box dell’HRC. O meglio; il potere in Honda esisteva ed esiste tutt’oggi, ma – comprensibilmente visti i risultati degli ultimi dieci anni – risiede lontano dalla pista. E lo si è visto due settimane fa a Zeltweg, quando Marc è tornato in circuito e, pur senza correre, ha diretto le operazioni come fa un amministratore delegato in ufficio al rientro dalle ferie. Joan Mir, nel 2023, raccoglierà le eredità di Pedrosa, Lorenzo, Alex Marquez e Pol Espargaro. Dovrà guarire il lato del box stregato, sfatare il mito. Per riuscirci sarà obbligato a scalzare Marc Marquez nelle gerarchie della Honda. Benvenuto.