È un Marc Marquez decisamente stanco quello che si presenta alla seconda conferenza stampa della giornata organizzata al Buddh International Circuit, per il GP d’India. D’altronde lo spagnolo ed è arrivato a Nuova Delhi soltanto oggi a causa di alcuni problemi col visto, trovandosi a fare il tradizionale giro di pista - fondamentale in questo caso - e a gestire un paio di impegni con gli sponsor senza quasi rifiatare, a cui si è aggiunta la presentazione di un casco speciale per festeggiare l'effettivo ingresso dell'India nel calendario della MotoGP. Difficile dire quanto sia stato influente il jet lag e quanto, invece, abbia inciso la situazione difficile sua e della Honda, resta il fatto quello che risponde alle domande dei giornalisti davanti alle telecamere Dorna non è un pilota sereno: “È vero che la gara di Misano è stata molto positiva per noi”, risponde quando gli chiedono le sue sensazioni sull’ultimo weekend di gara. “Ed è strano a dirsi perché abbiamo chiuso col 7° posto. È anche vero però che per tenere quel passo ho dovuto usare moltissime energie. Ho dato tutto per tenere il ritmo ma quando ho cominciato a sentire la stanchezza ho preferito fare un passo indietro e finire la gara, non come a Le Mans, in cui ero esausto ma ho continuato a spingere finché non sono caduto”. Poi continua: “Come ho detto, per questa seconda parte di stagione lavoro con un’altra mentalità. Nel weekend cerchiamo di mostrare il nostro livello: magari per un giro, magari per cinque… ma lo facciamo, ci facciamo vedere lì davanti”.
La domanda giusta gliela fanno poco più tardi, quando a Marc viene chiesto perché in India non utilizzerà la moto 2024 (con motore ’23) provata a Misano e scelta da Joan Mir e Stefan Bradl per finire la stagione: “Nel test io e Taka abbiamo preferito la moto 2023, mentre Stefan e Mir si trovano più a loro agio con quella nuova. Se preferisci la moto nuova e poi chiudi davanti lo posso capire, ma non è questo il caso. Quello che dico è che la moto nuova non è abbastanza per stare lì davanti il prossimo anno. Potrebbe essere un pochino meglio, ma noi non cerchiamo un decimo: ce ne servono sei, forse sette al giro. È quello che deve cambiare e per me guidare una moto un decimo più lenta o più veloce non fa differenza, ci serve molto di più. Oltre al fatto che durante i test non guidi come in un weekend di gara, che è molto più difficile per i ritmi e il grip della pista”.
Nessuna mano tesa a Honda quindi, che nonostante risultati non entusiasmanti ha comunque messso tutto il proprio impegno per portare a Misano un mezzo nuovo e studiato in maniera diversa rispetto a quello sfruttato fino ad ora, coinvolgendo nuove persone nel progetto per migliorare più in fretta. Marc Marquez restituisce una risposta sibillina anche ad Antonio Boselli per Sky, durante l’intervista dedicata alle televisioni. Boselli infatiti gli fa notare che, con l’ufficialità di Franco Morbidelli in Ducati Pramac dal 2024, le tre opzioni di cui Marc aveva parlato per il suo 2024 ora sono soltanto due: “Ho due opzioni rimaste? Per il momento sono ancora tre. Ho parlato con Campinoti per la Pramac… ma niente di che”.
Al netto di tutto quello che non sappiamo di questa faccenda, in questo caso è difficile credere fino in fondo allo spagnolo: di rientro da Misano, a un evento con gli sponsor, aveva spiegato che tra le tre opzioni non era contemplato il ritiro e che una delle strade percorribili era restare con la Honda. Davvero la moto che sarà di Morbidelli non era in questa lista? Strano, perché prima di aggiungere la terza opzione Marc aveva parlato di due sole possibilità, verosimilmente Honda e Ducati, per poi alzare il tiro arrivando a tre, come se avesse voluto distinguere (ma è una nostra supposizione) la Ducati del Team Pramac da quella di Gresini Racing. Ad ogni modo a sentire le sue parole nei confronti della Honda l'idea che Marc stia solamente facendo pressioni su HRC per portare avanti lo sviluppo sembra sempre meno plausibile.