È un Marc Marquez un po' diverso dal solito quello che si presenta ai microfoni di Sky per rispondere alle domande di Sandro Donato Grosso. Parla più da "ragioniere" che da pilota, soprattutto se si pensa in che guai si è messo per la voglia di tornare subito davanti. Lezione imparata? Questo non lo sappiamo, ma sicuramente il ragazzo che ha chiamato “All-In” il suo documentario sembra cresciuto. I test in Qatar hanno visto un primo giorno opaco, un secondo brillante con un quarto posto finale "macchiato" dalla prima caduta con la Desmosedici. A vederlo sembra quasi che si sia tolto un peso: battezzato il limite oltre cui si cade, ora sembra pronto a giocarci attorno.
Tra poco si aprirà ufficialmente il sipario sulla stagione 2024, proprio qui in Qatar, dobbiamo aspettarci un Marquez da podio? "Per il podio ancora no, siamo lontani, è vero che in Malesia eravamo più lontani, qui più vicini, passo passo siamo più vicini. È certo oggi ho fatto un click, l'intensità sulla moto è stata diversa. Fino ad adesso ero molto calmo, guidando bene la moto, provando a capire bene… ma oggi ho fatto questo passo: se cado, cado. È arrivata la prima caduta facendo il long run ma va bene - dice quasi ridendo, come si fosse tolto un peso - L'importante è che siamo un po' più vicini. Ci sono davanti ancora tre o quattro piloti che fanno la differenza, uno di questi è Bagnaia, che per il momento è il più forte. Alla fine, il rischio è soggettivo, in questa pre-season per me era importante non entrare in panico o essere nervoso; ieri ero quindicesimo ed ero calmo. Sto capendo la situazione, provando a imparare e oggi era l'ultimo giorno e ho detto: facciamo un ultimo click. Ho preso qualche rischio in più, nel time attack sono stato dietro, sono stato più vicino: più veloce, più rischio, è normale. Per il momento quello che ho capito è che nel gruppo ducati sono Bastianini, Bagnaia e Martin che vanno più forte, soprattutto Bagnaia. Si vede che conosce molto bene la moto e va molto forte. Noi dobbiamo imparare da lui”.
Un Marc Marquez studentesco quindi, disposto a metterci il tempo che serve, ma la meta è chiara e certa: il gradino più alto del podio. Giocarsi un mondiale dipende da tanti fattori, quindi è senza dubbio prematuro capire se Marc potrà essere della partita o meno, ma certamente il suo obiettivo è tornare a vincere. E per farlo è disposto davvero a tutto: cambiare moto, passare a un team privato, diventare calmo e paziente, ricominciare a imparare. Ma come sempre il verdetto definitivo lo avremo solo in gara, senza dimenticare che Marquez in Qatar ha vinto solo due volte, una in Moto2 e nel 2014 in MotoGP. Ma anche Honda non ha mai brillato, mentre Ducati ha vinto 3 volte nelle ultime 4 edizioni. Insomma, le variabili sono davvero molte ma, come cantava quello, lo scopriremo solo vivendo.