Quando ce l’ha davanti non è suo fratello, ma un pilota qualsiasi vestito d’azzurro. Marc Marquez non ha avuto pietà di Alex neanche a Termas de Rio Hondo e, anzi, le ha provate tutte – rischiando grosso davvero – per mettere le ruote della sua Desmosedici tutta rossa davanti a quella del Team Gresini col 73 sul cupolino. Il maggiore davanti e il piccolo dietro: è finita di nuovo così, per la quarta volta consecutiva in quattro gare di questo folle 2025. “Credo che un po’ Marc abbia amministrato – ha detto Gigi Dall’Igna dopo la bandiera a scacchi – ma Alex gliel’ha venduta carissima e è stata gara vera”. Parole da babbo di tutti quanti, anche se il distacco accumulato da Marc Marquez negli ultimi cinque giri, dopo il sorpasso alla Curva 5, racconta di un gran margine conservato nel polso destro per quasi tutta la gara, nonostante qualche rischio e un salvataggio pazzesco che ha ricordato i vecchi tempi della Honda. In estrema sintesi: gliel’ha fatta annusare e basta, ma un po’ di più rispetto alla Thailandia.

“Sapevo che stare dietro avrebbe aiutato a conservare un po’ le gomme – ha ammesso Alex Marquez – ma quando ho visto che Marc era andato largo nei primi giri mi sono infilato e ci ho provato. Ho dato tutto, ma Marc mi ha superato a pochi giri dalla fine. Ci ho provato ancora, ma ho capito che sarebbe stato impossibile prenderlo”. La vera bagarre, quindi, è rimandata, con i Marquez che continuano a fare un altro mestiere e che anche dopo questo tango argentino sono i favoriti per il prossimo GP in Texas: una pista che piace a entrambi. E in cui i passi del tango lasceranno spazio alle follie di un rodeo. “Sono impressionato dal livello di Alex – ha detto Marc Marquez – potrà vincere. Quanto a me ho raggiunto le vittorie di Angel Nieto e sono contento, è un bel traguardo per il motociclismo spagnolo”. Non è quello, però, il record che interessa al 93, che ormai non nasconde neanche più la faccia del cannibale. Soprattutto oggi che sul podio non s’è ritrovato il compagno di squadra, Pecco Bagnaia, ma un Franco Morbidelli che s’è regalato un gran podio (che mancava da quattro anni) con una gara tutta di sofferenza, condizionata dalla scelta della gomma soft. Morbidelli ha regolato prima Johann Zarco e poi anche Pecco Bagnaia, prima di provare a amministrare e passare sotto la bandiera a scacchi con solo mezzo secondo di vantaggio sul vicecampione del mondo e compagno di Ranch.
A proposito di Ranch, a Tavullia è gioia anche per Fabio Di Giannantonio, che ha chiuso al quinto posto dopo una partenza difficile e girando sugli stessi tempi dei primi della classe. La nota di tristezza per i tavulliesi, invece, è arrivata da Marco Bezzecchi, caduto subito dopo la partenza, risucchiato dalle scie e finito dritto sulla ruota posteriore di Fabio Quartararo. Cinque Ducati davanti a tutti, quindi, con il solo Fermin Aldeguer (diciassettesimo) che è mancato all’appello, ma che può contare su tutte le giustificazioni che si riservano a un esordiente della categoria.
Il grande vecchio della categoria, Johann Zarco, invece, ha completato il miracolo con la Honda piazzandosi sesto dopo aver lottato per il podio nella prima fase e con Bagnaia fino a pochi giri dal termine, quando ha dovuto arrendersi all’usura della sua gomma e a un Di Giannantonio in versione full gas. Brad Binder, settimo, è invece il primo dei piloti KTM, seguito da un Ai Ogura in grande spolvero con l’Aprilia Trackhouse in livrea Gulf. E Pedro Acosta? Nono, ma in linea con i tempi dei migliori e capace di gran sorpassi nella prima fase di gara, prima di arrendersi all’atavico problema della RC-16 massacratrice di gomme.
Chiude la top 10 Joan Mir, con la prima delle Honda ufficiali. Male, malissimo, invece, le Yamaha, con Alex Rins solo dodicesimo dietro a Luca Marini e Fabio Quartararo addirittura quindicesimo dietro a Jack Miller, ma probabilmente condizionato dal contatto in partenza con Marco Bezzecchi. Caduta causata da Raul Fernandez (poi penalizzato ma comunque sedicesimo al traguardo) e solo diciottesima posizione per Enea Bastianini, ultimo dei piloti KTM dietro a Fermin Aldeguer e davanti a Somkiat Chantra. Assente per infortunio e costretto a restare nei box dopo il warm up della mattinata, invece, il collaudatore dell’Aprilia Lorenzo Savadori.
