La storia di Marc Marquez è sempre più difficile e tormentata. Ogni ritorno è più duro e rischioso, perché ormai anche a lui è chiaro che con un’altra brutta caduta può giocarsi per sempre la vista. Se non il braccio, che resta compromesso. La fame però non gli è passata ancora, così Marc ha preso un aereo per Austin e scenderà in pista ancora una volta per scrivere un pezzo di storia del motociclismo: inevitabilmente le domande in conferenza stampa erano quasi tutte per lui, che ha risposto pazientemente senza nascondersi. Ha parlato dell’incidente, delle parole dei medici, delle aspettative in Texas e di quelle sul mondiale. In sintesi ha risposto ad ogni domanda, anche se spesso controvoglia: “Dopo Mandalika ho avuto una settimana davvero difficile - ha esordito Marquez - Fortunatamente l'infortunio mi ha colpito molto meno di prima. In Argentina ero molto vicino al ritorno, ma non ero motivato a correre il rischio di tornare e non volevo farlo. Ne ho discusso con i medici e ho scelto di stare a casa rilassato e continuare ad allenarmi bene. Questa settimana ho fatto un altro controllo e il problema alla vista è già risolto, ho fatto anche un test con una moto (seminando stupore tra i presenti, ndr.), non sono arrivato al GP di Austin nella mia forma migliore, ma cercherò di fare una buona FP1 e da lì inizierò il weekend”.
La caduta, racconta l’8 volte campione del mondo, è stata la fine di uno dei peggiori weekend della sua carriera sportiva. E si che di cadute, anche pericolose o spettacolari, ne ha fatte moltissime: “Non la ricordo molto bene, la ricordo più dalle immagini in televisione che dai miei sentimenti. Ma è vero che il GP d'Indonesia è stato uno dei peggiori weekend della mia carriera, sono caduto troppe volte e alcuni degli incidenti non li capivo, specialmente l'ultimo: avevo appena messo una gomma nuova e nonostante tutto mi è capitato un highside, ora però è il passato. Adesso è il momento di riacquistare la fiducia, l'Indonesia è stata dura, ma lo è stato ancora di più la settimana dopo l'incidente. Fortunatamente per me sono qui”.
Marquez non lo dice esplicitamente, anche se lascia intendere che la responsabilità dell’highside è sulle spalle di Michelin, cosa che dal box Honda era stata sottolineata - scatenando le polemiche - anche da Alberto Puig e Pol Espargarò: “In Indonesia abbiamo sempre avuto problemi con il posteriore. Abbiamo messo molto peso sul posteriore, ma con la gomma nuova forzavo troppo l'avantreno, ecco perché in qualifica sono caduto due volte, perché stavo spingendo sempre. Nel warm up abbiamo fatto una piccola modifica per cercare di capire le cose... ma poi sono caduto nel posto peggiore possibile e dove non mi aspettavo di cadere. Per fortuna sono qui, perché nonostante la lesione visiva, il resto del corpo è andato bene. Anche se ho perso la gara in Argentina, penso di essere stato fortunato dopo la caduta. Penso che il motivo (della caduta) sia stato l'aver usato una mescola diversa al posteriore, una mescola a cui non ci siamo adattati bene con la moto. È vero che durante i test invernali siamo stati molto veloci lì ed è andato tutto bene e senza problemi, ma avendo una carcassa diversa nel weekend di gara è tutto cambiato".
Quando gli chiedono se può pensare alla vittoria già ad Austin, lui spiega che l’obiettivo è un altro. E che anche il campionato è più lontano di quanto si potrebbe immaginare: “Sì, potrei vincere, ma non sarebbe il modo giusto di affrontare questo weekend. Vengo dall'Indonesia, dove ho sofferto molto e sono caduto molte volte. Ho iniziato ad allenarmi solo pochi giorni fa. Non vengo qui con l'obiettivo di vincere la gara, sto solo cercando di riprendere fiducia, poi vedremo. Rispetto al Qatar mi sento un po' meglio, lì ho sofferto un po' di più. Ma è vero che a livello di confidenza sto molto peggio. È una cosa evidente dopo un infortunio, soprattutto se colpisce la vista, è una cosa che mi spaventa davvero. A parte questo non sto pensando al campionato: l’idea c'è, ma non è il mio obiettivo principale in questo momento, sono focalizzato sul primo giorno dell'Austin GP”.
Poi la domanda che si stanno facendo tutti: se dovesse cadere ancora sarebbe di nuovo a rischio diplopia? Quanto? La risposta (sincera) di Marc Marquez è tutt’altro che incoraggiante, tuttavia ci dà una misura di quanto il Cabroncito ami il motociclismo: “Questa è la seconda volta che ho un problema alla vista in sei mesi. Ho chiesto ai miei medici quale percentuale c'era (di soffrire di nuovo di diplopia), lo avevo chiesto ad ottobre e ora di nuovo, ho chiesto anche cosa sarebbe successo se mi fossi fermato per un anno intero ... mi hanno detto che l'impatto che ho avuto è stato enorme e che questo fine settimana avrò lo stesso rischio che tra un anno o due. In fondo è un nervo, e quando impatta subisce un colpo, è uno dei miei punti deboli. Ma se sono qui è per correre, non riesco a pensare a cosa succederà se cado. So che c'è un rischio, ma è la mia passione e io sono qui per correre, non a pensare agli infortuni".
Infine, Marc racconta anche del periodo durissimo che ha vissuto dopo l’incidente: “È stato un mix di sensazioni - ha cominciato a spiegare - Ho iniziato a notare la diplopia dopo il primo volo, sentivo qualcosa. È stato difficile, perché la prima cosa che pensi è 'di nuovo tre mesi con l'infortunio', è una cosa che ti spaventa, perché diventa un problema scomodo, anche per la tua vita di tutti i giorni. Ho notato che era meno dell'altra volta, e poi il dottore me lo ha confermato. La prima settimana è stata complicata , ma da un momento all'altro ho iniziato a migliorare molto giorno dopo giorno. Ero seduto sul divano a guardare il GP d'Argentina e la mia vista era già abbastanza normale. Ma ho preferito stare a casa. Se sono qui è perché la passione è ancora più grande di quello che soffro".
Chapeau.