“Il set-up della moto è lo stesso su tutte le RC213V. Con Santi Hernandez abbiamo seguito un percorso totalmente diverso da quello consigliato da Honda a Misano ed è andata meglio” – Sono parole di Marc Marquez, dopo la buona prestazione nella Sprint di Motegi.
L’otto volte campione del mondo, di fatto, ha rivelato un retroscena che la dice lunga sui rapporti ormai freddissimi tra lui e quella che è stata la sua squadra sin da quando ha messo piede per la prima volta in MotoGP e su quanto, ormai, a venire meno sia stata proprio la fiducia reciproca. Honda, infatti, aveva consigliato dopo i test di Misano di seguire un certo tipo di settaggi per la moto, ma il pilota catalano e il suo capomeccanico, Santi Hernandez, sono andati, come avrebbe cantato De Andrè, in direzione ostinata e contraria.
I dati gli hanno dato ragione e anche gli altri piloti Honda, alla fine, hanno utilizzato i set up di Marquez. “Sono andati meglio un po’ tutti i piloti Honda – ha aggiunto il 93 - Ma presto poca attenzione ai tempi del resto della Honda, perché faccio più attenzione a chi sta davanti. Ho fatto una buona gara ma ci sono stati momenti in cui ero sette o otto decimi più lento di quelli davanti a me, quindi c’è ancora molto da migliorare”.
Un miglioramento che Marquez chiede per l’immediato, se non altro per non chiudere la stagione senza aver mai messo piede sul gradino più alto del podio, anche se il risultato fatto in india nella Sprint e oggi a Motegi sarà difficilmente replicabile nel GP di domani. “Le gomme si usurano in fretta e con più giri sarà difficile provare a restare attaccati ai primi, ma fino a che ne avrò le possibilità io ci proverò” – ha chiosato l’otto volte campione del mondo. Lo stesso Marquez, che continua a non far capire quali sono le sue reali intenzioni per il 2024, ha anche affermato di apprezzare la rivoluzione che è in corso in Honda, soprattutto dopo la notizia che uno dei tecnici più importanti di HRC è stato rimpiazzato e che a breve potrebbero saltare altre teste. “Sono cambiamenti importanti, almeno per far vedere che c'è una reazione – ha spiegato - Quando un progetto si trova in questa situazione devono esserci dei cambiamenti dall'alto. Penso che la struttura che esiste sia buona e molto umana, ma la strada che è stata fatta in questi anni non è tecnicamente corretta. Nel 2020/2021 quasi non ero in pista e quando sono arrivato ho scoperto che c’era un altro percorso sulla moto rispetto a quello che avevo stabilito con Honda. Ma non è che questa moto sia peggiore delle altre, noi siamo più veloci del 2020/2021, ma le altre sono migliorate ancora di più. Ma è positivo che la Honda segua la strada del cambiamento e provi a seguire Ducati o KTM. Il tempo dirà se questo cambiamento è stato utile, quando ci sono cambiamenti umani ci vuole tempo perché altre persone avranno le loro idee, le loro teorie. L’anno prossimo vedremo se ci sarà una reazione oppure no”. Viene da chiedere: Marc Marquez vuole accertarsene da protagonista o da avversario?