Pecco Bagnaia non può essere felice dopo il terzo posto nella Sprint Race di Motegi. Lo ribadisce Davide Tardozzi ("È giusto che non sia contento", ammette il team manager Ducati), lo sottolineano un po' tutti gli addetti ai lavori del paddock della MotoGP. Perché lo stato di grazia di Jorge Martin, che con la vittoria nella gara breve giapponese si porta a sole otto lunghezze dal campione in carica, prosegue imperterrito. Bagnaia, più che ai cinque punti persi nel sabato di Motegi (è la sesta volta consecutiva in cui Jorge rosicchia punti a Pecco), sembra essere infastidito dalle dimensioni del distacco accumulato nei dodici giri della Sprint Race: cinque secondi. Troppi per il numero 1, visibilmente in difficoltà sin dal primo giro.
Scattato dalla seconda casella, Bagnaia è stato scavalcato nelle prime curve da entrambe le KTM ufficiali e, inizialmente, ha dovuto difendersi degli attacchi di Marc Marquez, perdendo contatto dai tre davanti. Da subito, quindi, si è capito che Bagnaia sarebbe stato costretto ad un'altra gara di ripiego, impostata sulla difensiva e sulla necessità di limitare i danni. Con il passare dei giri Pecco ha acquisito un po' di confidenza e, una volta agganciato Jack Miller, ha ingaggiato con estrema prudenza la bagarre. L'australiano oggi staccava forte e, da marce basse, poteva sfruttare l'ottima accelerazione della sua RC16. Pecco si è fatto sentire negli scarichi dell'ex compagno di squadra, ma senza mai affondare il colpo - consapevole che il rischio in quella circostanza non valesse la candela, che un altro errore dopo quello dell'India sarebbe stato difficile da digerire, per la classifica e per il morale. Infatti Bagnaia ha lasciato che a sbagliare per primo fosse Jack, "largo" alla undici dopo due giri di catenaccio, e si è preso il terzo posto. Un podio al sabato, esistono modi peggiori per contenere le perdite.
Eppure - dicono tutti - Bagnaia non può essere contento. Non è contento, infatti. Glielo leggi in faccia quando arriva al parco chiuso e, sfilandosi il casco, sfoggia un'espressione seria, concentrata, colorata da un sorriso intermittente, forzato dalle circostanze: una stretta di mano risicata a Jorge Martin, il Prosecco stappato con serafica compostezza, l'atteggiamento di chi passa alla festa per un saluto, per carineria, ma non vede l'ora di essere da tutt'altra parte. Nel box Ducati, magari, a lavorare profusamente con la squadra. Per ritrovare quella fiducia - con la moto e soprattutto con le gomme - che dopo il crash di Barcellona sembra essere svanita. Michelin al Montmeló disse che la gomma posteriore non aveva anomalie, Tardozzi confermò, ma forse i dubbi dalla mente di Pecco non se ne sono mai andati. Da quel primo weekend di settembre, Bagnaia arriva in griglia di partenza con qualche sicurezza in meno, e la scivolata in India di sette giorni fa non ha sicuramente aiutato, nonostante l'ammissione di colpe da parte del ducatista. Pecco, ai microfoni di Sky al termine del sabato giapponese, ammette come il feeling in Sprint Race fosse peggiore rispetto alle prove. Poi analizza la situazione con lucidità, con un ottimismo che lascia ben sperare per domani, quando alle 8 italiane scatterà la Gara: "Mi aspettavo di avere più grip. Stamattina con venti giri di gomma addosso giravamo in 1'44" e nove, ma in Sprint Race dal primo giro ho faticato abbastanza. Non riuscivo a spingere quanto avrei voluto, ogni volta che provavo mi scappava un po' dietro. Poi è uscita una bella lotta con Jack, mi sono divertito in quel momento, è stata tosta passarlo, ma sapevo che poi ne avevo di più. Non mi aspettavo sicuramente una difficoltà del genere nell'accelerare, quindi per domani bisogna lavorare e capire cosa sia successo oggi. Sono sereno perché so che qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto, e so che quando si è in queste situazioni bisogna cercare di fare il massimo. L'abbiamo fatto. Se avessi sprecato un'occasione mi sarebbero girate di più, dopo un weekend come l'India era importante finire davanti. Però è tutto il fine settimana che qui andiamo fortissimo, e la Sprint è stata la sessione più difficile. In griglia ero consapevole di partire con un certo tipo di pacchetto, me nei primi giri per qualche motivo non potevo sfruttarlo. Jorge sicuramente è nel suo momento migliore, però mancano 13 gare, è davvero lunga e noi dobbiamo restare calmi, lavorare per domani. Sarà un'altra storia".