Marc Marquez è arrivato a Jerez con un lunghissimo piano di lavoro. La RC213 in Portogallo non si è comportata bene e, anche se la messa a punto è stata più difficile a causa pioggia, il 6° posto di Marc Marquez è buona parte colpa di Honda: ci si aspettava una moto più facile per tutti, invece gli altri continuano a faticare e Marc non riesce ad essere incisivo come in passato: “A Portimaõ eravamo troppo lontani”, ha spiegato Marquez in conferenza stampa. “Va bene, il sesto posto non è male, ma eravamo troppo lontani dal podio e dalla vittoria. Abbiamo faticato molto in gara ma cercheremo comunque di trovare il modo per essere più veloci qui a Jerez. Certo, abbiamo già delle idee da provare, non solo la moto anche io, devo continuare a migliorare e lo stiamo facendo”.
La differenza rispetto ad Austin, dove Marc è riuscito a fare una gara capolavoro, è soprattutto nel layout del circuito. In sintesi, nelle piste veloci la moto rende bene, mentre in tracciati più piccoli (come Jerez e Le Mans) la moto fa ancora molta fatica: “E' vero che è una moto che nei circuiti veloci va davvero bene, come abbiamo visto nei test, come Malesia, Qatar. Ma appena arriviamo in piccoli circuiti e devi girare in poco tempo fatichiamo molto ed è lì che dobbiamo migliorare”, ha spiegato lo spagnolo.
Marquez, come Bagnaia, si trova a 38 punti dalla testa del mondiale: “Siamo in una situazione diversa da Quartararo, il mio test del lunedì inizia con le libere. Abbiamo iniziato a provare alcune cose, non nuove, perché prima di tutto bisogna trovare la base: gli altri hanno una buona base e per questo stanno lottando per il campionato. Quando hai una buona base puoi essere veloce ovunque. È lì che dobbiamo lavorare. Dobbiamo trovare prima di tutto una base con cui sentirci a nostro agio e da quel punto inizia a provare le cose nuove. Se la soluzione è vicina o lontana, non lo sappiamo, credo che il potenziale ci sia, ma dobbiamo trovare la strada. Scoprire come trarre profitto da quel potenziale”.
Jerez sarà quindi fondamentale per il campionato dei piloti Honda, che punteranno molto sullo sviluppo durante tutto il weekend di gara. Un weekend che, tra le altre cose, vedrà protagonista anche Jorge Lorenzo, premiato come ‘MotoGP Legend’ dalla Dorna a due anni dal ritiro. Marc Marquez ci ha corso insieme e contro, da quel 2015 che ricordano ancora tutti all’ultimo anno in MotoGP passato da compagni di squadra: “Come dice lui, 'non sono un grande pilota, sono un campione’. È vero, era uno di quei piloti speciali là fuori con una forte personalità. Potevi essere d'accordo o meno con lui, ma aveva la sua personalità ed era davvero forte - ha raccontato Marquez - quando era nel suo momento di grazia era quasi imbattibile, guidava in un modo incredibile. Quindi ho un grande rispetto per lui perché ho imparato molte cose combattendo contro Jorge. Certo che poi, quando è stato il mio compagno di squadra, l’atmosfera era diversa”.
Quando gli chiedono una di classifica dei migliori di sempre però, Marquez preferisce non rispondere: “È impossibile fare una classifica dei campioni, è un discorso che non mi piace. Perché ogni pilota ha il suo ciclo e ogni pilota ha i suoi anni. Quando Lorenzo guidava bene correva molto veloce ed era costante, con una forte personalità, che è ciò che fa la differenza”.