L’ultimo anno di Marc Marquez sembra una citazione da ‘La primavera della mia vita’, film di Colapesce e Dimartino uscito dopo l’ultimo Festival di Sanremo: “Facciamo il libro del film, anzi il film del libro”. Il libro, in questo caso, si chiama ‘Essere Marc Marquez - come vinco le mie gare’ e a presentarlo manco a dirlo è Marquez stesso a pochi mesi dall’uscita di All In, il documentario in cinque puntate uscito a marzo per Amazon Prime Video. In questo caso non si tratta di un’autobiografia, quanto di un volume da collezione con immagini inedite e diverse primizie per i fan accaniti, tra retroscena e punti di vista per, si legge, “Accedere per la prima volta alla sua vita interiore”. Acquistabile sul sito www.marcmarquez93.com a 42,24 euro, ‘Essere Marc Marquez’ è stato scritto assieme al giornalista austriaco Werner Jessner e già dall’indice appare piuttosto celebrativo: “Nella mente della superstar in otto sezioni”, che poi sono nell’ordine: tecnica; concentrazione; lealtà; amicizia; famiglia; ego; idolo e lottatore instancabile.
Che sia voluto o meno, il libro pare una citazione di ‘Essere John Malkovich’, altro film che si potrebbe riassumere come un grandissimo casino dentro e fuori la mente dell'attore. Capire l’otto volte campione del mondo di questi tempi è un’impresa per pochi, forse nessuno considerando che anche il fratello Alex spesso preferisce alzare le mani. Ad ogni modo, con tutte le probabilità Marquez sarà a Silverstone per tentare un approccio diverso con la Honda, puntando allo sviluppo più che al risultato: di farlo, finché c’è stata una minima possibilità di giocarsi qualche gara, non ne ha mai avuto l’intenzione. Pare, oltretutto, che Marc abbia deciso di restare con il marchio giapponese, aspettando un grosso salto avanti nello sviluppo che Honda ha promesso allo spagnolo tramite una collaborazione del reparto HRC impegnato in Formula 1 su aerodinamica e motori. Anche perché KTM si è assicurata il talento di Pedro Acosta, Ducati è blindata ed Aprilia non sembra così propensa a sedersi ad un tavolo con lui. Ecco, ‘Essere Marc Marquez’ di questi tempi non è esattamente semplice.