Dopo aver ottenuto il via libera dai medici per togliere il tutore al braccio e cominciare ad eseguire i primi esercizi isometrici finalizzati a rinforzare la zona operata quattro volte, Marc Marquez aggiunge anche il nuoto al proprio programma di allenamento. Se nei giorni scorsi lo avevamo visto, sui social, sottoporre il braccio destro ai primi carichi di lavoro attraverso pesi ed elastici, ieri Marc ha pubblicato una foto che lo ritrae in piscina mentre inanella bracciate a stile libero. Non solo: l’area dell’omero, che da due anni a questa parte lo tormenta, è in risalto nelle immagini diffuse dal fenomeno di Cervera. A 9 settimane dall’ultima operazione il braccio di Marquez, eccetto il naturale segno lasciato dalle cicatrici, sembra aver reagito bene, conservando un buon tono muscolare. Troppo presto, ovviamente, per parlare di guarigione, ma dopo un intervento così complesso i segnali sono, almeno a prima vista, incoraggianti.
La comunicazione social di Marquez, sempre indirizzata all’ottimismo negli ultimi giorni, aiuta ad alimentare le speranze. E se radio paddock parla di un possibile rientro in borghese di Marc Marquez, al box Honda Repsol, nel weekend di Silverstone, si fa sempre più insistente la voce che vedrebbe il Cabroncito indossare nuovamente la tuta nel mese di settembre. Magari in occasione dei test di Misano, come si augura il team manager HRC Alberto Puig. Perché con Pol Espagaro e Alex Marquez partenti, Taka Nakagami in ballottaggio con Ai Ogura per il 2023, Marc sarebbe l’unico pilota, oltre al collaudatore Stefan Bradl, al quale Honda consentirebbe di testare le novità in vista della prossima stagione.
In questo senso Alex Crivillé, unico campione del mondo spagnolo della classe 500, ha parlato ai colleghi di Motosan riferendosi alle prospettive di adattamento di Alex Rins alla Honda LCR, gettando quindi uno sguardo al 2023: “La moto quest’anno è veramente difficile da guidare, ma siamo tutti molto fiduciosi che la Honda 2023 sarà molto più maneggevole e versatile per tutti i piloti”. Detto da un pilota che ha gareggiato in HRC per dieci stagioni consecutive, evidentemente vicino all’ambiente della Casa giapponese, non può che essere di conforto per Marc Marquez.