È la tradizionale conferenza stampa del giovedì al Mugello a tirare fuori, senza grosso preavviso, il tema di Andrea Iannone, che a fine anno avrà scontato definitivamente la sua squalifica. Lui si fa spesso vedere nel paddock - l’ultima volta per la Superbike a Misano - e verosimilmente oltre ad un po’ di intrattenimento sta parlando con chi di dovere per prepararsi al rientro. Sulla voglia o meno di rientrare non ci sono dubbi, Andrea vuole correre. Sul dove invece, qualche dubbio c’è: Iannone e potrebbe trovare con grande facilità una sella in Superbike, magari una Ducati, mentre in MotoGP potrebbe essere definitivamente tardi.
È vero che Andrea, come Aleix Espargarò, è un classe 1989, quindi non rientrerebbe neanche come pilota più vecchio della griglia, ma quattro anni lontano dalla MotoGP - che nel frattempo ha implementato ali e abbassatori - sono il tempo di una carriera. Quando ai piloti è stato chiesto un parere sul suo rientro le opinioni si sono spaccate: Pecco Bagnaia è rimasto vago, Maverick Vinales l’ha dato per buono e Marc Marquez ha scosso la testa. “Sicuramente non è facile rientrare dopo 4 anni, ma potrebbe essere una bellissima storia”, ha detto il campione del mondo in carica. Vinales invece, che guida la moto che sarebbe stata di Andrea, ha usato parole più dolci: “Credo che il talento non passi, nemmeno dopo quattro anni. Potrà fare un po’ di fatica all’inizio, ma il talento non lo puoi scordare”. Per chiudere, appunto, la riflessione di Marquez: “Andrea è molto veloce e ho avuto diverse battaglie con lui. Spero torni, ma la MotoGP non è il posto adatto in cui tornare dopo quattro anni: devi ripartire da altre categorie e da altri campionati”. Staremo a vedere, di certo se è vero che Iannone ha bisogno di correre è altrettanto vero che le corse hanno bisogno di lui.