“Mister Magi of Montecchio ci scrive: personaggio di DragonBall preferito?”. La domanda la fa Filippo Carloni, che assieme ad Andrea Migno siede dietro un microfono per MigBabol, in questo caso durante l’ottava puntata con Marco Bezzecchi. Sono le domande che arrivano da Instagram con cui normalmente si chiudono le interviste, solo che Mister Magi è una citazione trash e la domanda l’ha inventata lui. Bezzecchi risponde senza grossi ragionamenti: “Majin Vegeta. Perché è un cattivo, ma in realtà… non p così cattivo”. E poi: “Preferisci la piadina salsiccia e cipolle o la classica crudo, squacquerone e rucola?”. Qui comincia un discorso: meglio la prima, perché se vai a ballare e trovi il camioncino fuori che fa panini luridi è quella che ti serve. L’altra però è più sicura, funziona sempre. Quindi, in definitiva: “Io mangerei la piada a qualsiasi ora e la maggior parte delle ore sceglierei crudo, squacquerone e rucola”.
È tutto bellissimo. Le storie vengono raccontate a livello del bar, solo che è il bar dove trovi i piloti del mondiale, quindi quello del circuito di Misano che è a cinquanta metri da dove viene registrata l’intervista. Una chiacchierata spontanea, divertente. Marco Bezzecchi è decisamente a suo agio, anche perché messo su quel divano è un po’ come Berlusconi che andava da Vespa: a finanziare MigBabol è stato lui. In un’ora di videp Marco Bezzecchi racconta nei dettagli della sua gara in Indonesia lo scorso anno, quando è partito a tre giorni da un infortunio per correre il GP e non rinunciare al terzo posto in campionato. Oppure, ancora meglio, quando ha fatto credere ad Andrea Migno di avergli rotto il motore della Desmosedici con una sgasata.
Tra un argomento e l’altro spunta fuori un Marco Bezzecchi che sì, è conosciuto, ma magari non così a fondo: uno che abbraccia tutti con il bisogno fisico di farlo e che - allo stesso tempo - ogni tanto si sente a disagio quando la gente lo ferma per strada. Bello anche quando racconta di Pecco Bagnaia, con cui ha una bella amicizia e una grossa rivalità: “Lui non ha avuto il periodo di scazzo dell’adolescenza, quello che ti porti dietro per un po’ di anni e qualcuno - tipo me - ne sta uscendo ancora. Lui è un s… non c’è altro termine, è un signore”. Bello anche quando parla dei suoi tatuaggi: “Mi piacerebbe riempirmici ma non ho le palle per farlo, non so come mi potrei vedere da grande veramente”.
MigBabol ci piace, funziona. Ed è tutto così spontaneo, in grado di trasmetterti i pensieri e lo stile di chi racconta.