“I piloti non si arrendono, non mollano o almeno ci provano. E Marc Marquez non è solo un pilota, è un campionissimo che ha già dimostrato di volerci provare sempre. Ecco perché la sua assenza a Portimao mi fa pensare che possa esserci qualcosa dietro” – Marco Melandri l’avevo scritta anche in una storia su Instagram: “Su Marquez non ce la raccontano tutta” e oggi lo abbiamo contattato pe farci spiegare meglio.
“Sono idee mie, per carità, ma conosco Marc Marquez, conosco i piloti e il modo di ragionare che hanno. Ho pure un po’ di esperienza, direi, e è vero che la testa è sempre da trattare in maniera diversa rispetto alle ossa fratturate, ma mi rimane davvero difficile pensare che una botta in testa possa essere la ragione del forfait ai Portimao” – ha ammesso Melandri. L’ex campione del mondo e oggi commentatore TV per DAZN, però, respinge anche le strampalate ipotesi complottiste che sono venute fuori in questi giorni sui social. In particolare quella di un millantato (e decisamente presunto) accordo tra piloti che vorrebbero favorire il 200esimo podio di Valentino Rossi, aspettandolo prima del traguardo. Un accordo di cui, però, Marc Marquez non vorrebbe far parte. “Sono fesserie – ha aggiunto Melandri – Un conto è dire che potrebbe non essere solo una scelta dovuta alla botta in testa, un altro credere a cose così. Anche perché Valentino Rossi ormai ha praticamente smesso e non è che basterebbe rallentare appena per farlo passare. Inoltre lui stesso non accetterebbe mai una cosa del genere, anche perché adesso non basterebbe la differenza che potrebbe fare un gommino speciale”.
In sintesi: la ragione di una scelta potrebbe non essere quella annunciata ufficialmente, ma non c’è da andare troppo lontano con le ipotesi strampalate. “Non ho certezze e mi baso solo un mio pensiero – ha precisato Melandri – ma non vorrei che oltre alla testa Marc Marquez possa aver battuto anche il braccio e che adesso non sia nelle condizioni di rischiare partecipando a una gara di fine mondiale in cui in palio non c’è praticamente niente per lui. A Barcellona 2006 sono rimasto praticamente senza sensi per un quarto d’ora, sono stato due giorni in terapia intensiva e poi, con il Dottor Costa, siamo partiti il martedì per l’Olanda così da essere in sella ad Assen il giorno successivo, visto che lì si correva ancora di sabato. Uguale nel 2001 mi feci male a Motegi, con Kato che mi passò sulla testa e dopo il viaggio in elicottero sono comunque partito per correre in Australia, anche se poi a causa della frattura di una mano dovetti desistere dopo averci provato. Tutto questo per dire che un pilota ci prova sempre e che Marc Marquez non è di certo uno che molla e per la testa aspetti comunque sempre l’ultimo secondo per decidere. E’ molto strano che invece questa scelta sia stata addirittura comunicata al martedì. Per me Marc Marquez non correrà nemmeno a Valencia e, ripeto, mi viene da pensare che il problema possa essere un altro”.