Con l’ultima parola Jorge Martin s’è rovinato la giornata. Il dominatore del GP d’Indonesia al termine dell’intervista di Sky s’è lasciato sfuggire una parolaccia (per la verità suggerita da qualcuno) e per un attimo ha letteralmente cambiato sguardo: dalla gioia totale alla seria preoccupazione. Il motivo? Sua nonna che guarda da casa. “Ora mia nonna si arrabbierà, chiedo scusa”. E’ solo un piccolo episodio a margine di una domenica perfetta e che però racconta alla perfezione qualcosa che spesso dimentichiamo: i piloti sono prima di tutto ragazzi meravigliosi. Atleti oltre i limiti umani. Matti più in là dell’immaginabile. Ma sempre, sempre davvero, legatissimi alla famiglia. Tanto da cambiare sguardo solo davanti all’idea di una ciabatta alzata dalla nonna a causa di una parolaccia buttata là in Italiano durante un’intervista con la tv italiana.
Quella parolaccia, Jorge Martin l’ha detta per spiegare che in alcune fasi della corsa sentiva il motore della GasGas di Pedro Acosta che gli si faceva vicino e che, quindi, ha corso sì tenendosi del margine sul polso destro, ma con la consapevolezza che “se avessi sbagliato mi avrebbe… incu*ato”. Niente di grave, soprattutto nel giorno in cui Pedro Acosta ha comunicato in eruttazione (ruttando, per farla facile) per tutta la durata del retropodio, mentre aspettava di capire se avesse potuto festeggiare il secondo posto o se, invece, si sarebbe ritrovato retrocesso in nona posizione a causa della regola sulla pressione delle gomme. Tornando a Jorge Martin, e alle cose serie, invece, quella dell’89 è stata letteralmente la gara perfetta: partenza impeccabile, primi due giri spingendo fortissimo e poi gestione fino all’esplosione di gioia della bandiera a scacchi.
“La verità – ha però raccontato lo spagnolo – è che ciò che potrebbe essere sembrato facile è stato tutt’altro che facile. L’anno scorso qui sono caduto quando avevo già la vittoria in tasca e è chiaro che ci pensavo a ogni giro. Così come a ogni passaggio in Curva 16 ho pensato all’errore fatto ieri nella Sprint. Questa non è una pista facile e il fatto di essere arrivati al traguardo solo in dodici lo dice chiaramente. Dicevo a me stesso di stare calmo, di andarci cauto e che se anche Acosta mi avesse recuperato avrei poi spinto in altri punti della pista”.
E’ esattamente quello che ha fatto, con Martin bravissimo a gestire il gap dal secondo e a aprire il gas quando Acosta si avvicinava troppo. Una gara lunga tutta di testa, con lo spagnolo che si sta scoprendo anche un pilota nuovo: “Ho capito che se vuoi vincere devi ragionare. Ieri ho sbagliato, alla fine è stato un mio errore e oggi non volevo assolutamente che succedesse ancora e quindi è vero che ho gestito. Però a volte per voler stravincere finisci per tornare a casa con niente in mano. Provo ad imparare tutti i giorni, per me l'obiettivo non è solo vincere, ma essere migliore anche come persona. Vincere poi è una conseguenza. Guardavo la tabella del box e continuavo a gestire: non mi hanno mandato nessun messaggio, così sono rimasto in testa anche se ci sono dei settori in cui è stato molto difficile".
I punti di vantaggio da Pecco Bagnaia, però, restano più o meno gli stessi: erano 24 e ora sono 21. Ma c’è una gara in meno da fare e un sogno che per Jorge Martin comincia a farsi davvero più vicino, soprattutto man mano che cresce la consapevolezza che quando tutto gira per il meglio non c’è rivale che tenga, anche se non guida una Desmosedici tutta rossa. “Vedremo cosa succederà alla fine – ha concluso Martin – ho il rammarico per la caduta di ieri perché qui in Indonesia potevo raccogliere più punti: sono stato troppo ottimista e troppo convinto e ho sbagliato, ma va bene così perché fa parte delle gare. E’ una bella lotta, è un bel mondiale e anzi ci tengo a ringraziare tutti gli appassionati che anche oggi si sono svegliati così presto per guardare la nostra gara”. Compresa sua nonna…