La domenica di Mandalika della MotoGP ha ribaltato i risultati della Sprint, rispecchiando i valori delle qualifiche e delle prove del venerdì, quando la superiorità di Martín era parsa evidente, così come evidenti sembravano le difficoltà di Bagnaia e Marquez, inversamente proporzionali allo stato di forma di alcuni outsider di lusso: Acosta, Morbidelli, Bezzecchi, dal primo turno candidati ad inserirsi nella lotta per il podio. Così è stato oggi, con Martín che ha vinto conducendo la gara dalla prima all'ultima curva, girando sempre a cavallo dell 1'30"alto e dell'1'31"basso, dominante alla fine dei conti ma gentile nel concedere l'illusione di una vulnerabilità a Pedro Acosta, secondo ad centoquaranta centesimi di distacco sul traguardo, ma per lunghi tratti della corsa - come si direbbe in Formula 1 - a tiro di DRS nei confronti del leader del Mondiale. Sulla sagoma rosso scura, targata KTM GasGas, del rookie maravilla - autore della sua miglior prestazione in top class - aleggia il giallo: appena sventolata la bandiera a scacchi, la Direzione Gara ha notificato un'inchiesta in corso sul conto del numero 31, indagato per parametri della pressione della gomma anteriore inferiori ai limiti minimi consdentiti. Se così fosse, Pedro - salito comunque sul secondo gradino del podio in compagnia del Prosecco - verebbe penalizzato di sedici secondi: Pecco Bagnaia diventerebbe secondo, Franco Morbidelli terzo.
Fino a questo momento, tuttavia, i punti persi dal campione del mondo in carica nei confronti di Martín sono quelli che intercorrono tra primo e terzo posto: nove. Bagnaia è scattato male allo spegnimento dei semafori, con l'avantreno della Ducati rossa che - rimbalzato maldestramente sull'asfalto - ha fatto scalare di tre posizioni Pecco, coinvolto in un'intensa lotta per il settimo posto con Marc Marquez e Fabio Di Giannantonio nelle prime fasi della gara. Appena liberatosi dei compagni di marca (Diggia poi è scivolato in curva 10 all'ottavo giro, Marc si è ritirato per problemi al motore all'undicesimo) il numero 1 ha cominciato ad acquisire il ritmo dei migliori, ricucendo gradualmente il gap da un gruppetto frizzante made in Italy: in ordine, dal terzo al quinto posto, Morbidelli, Bastianini e Bezzecchi, in quel momento sotto ai due secondi di distacco da Pedro Acosta. A dieci giri dal termine, dopo una battaglia spettacolare, Enea si è liberato di Franco accelerando meglio in uscita di curva 9. Con pista libera e aria pulita in faccia, la Bestia ha avviato la rimonta sui primi due, rosicchiando quattro decimi al giro alla GasGas del rookie maravilla, siglando a sei passaggi dal termine il giro veloce della gara - 1'30"539 -putroppo canto del cigno della sua domenica indonesiana: subito dopo, in approccio di curva uno, a moto quasi dritta, l'avantreno della Ducati numero 23 ha scaricato nel ghiaione Enea, disperato al rientro ai box. Lui e Marquez, reduci da un sabato che li aveva resi ancora più insidiosi in ottica Mondiale, lasciano l'Indonesia con due pesantissimi zeri, che li riportano rispettivamente a -75 e -78 dalla vetta, occupata saldamente da Martín, ora - eventuale penalità ad Acosta esclusa - a +21 su Pecco Bagnaia. Il campione del mondo in carica, a quattro giri dal traguardo, ha completato l'operazione podio, scavalcando con perizia Bezzecchi e Morbidelli; salvando un weekend tutto sommato positivo: per la vittoria nella Sprint, per i punti totali guadagnati (tre) su un Martín onestamente più veloce a Mandalika.
Da segnalare come al traguardo siano arrivati solo dodici piloti (oltre a Marquez, Bastianini e Di Giannantonio, fuori dai giochi anche Mir e Augusto Fernandez), statistica non agevolata dalla scivolata di Jack Miller al primo giro, con la sua KTM che - come una rasoiata sull'asfalto del cambio di direzione tra le curve due e tre - ha falciato anche gli incolpevoli Luca Marini, Aleix Espargarò ed Alex Marquez. Se la penalità a Pedro Acosta venisse confermata, Franco Morbidelli conquisterebbe il primo podio domenicale della stagione. Preceduti da Bezzecchi (quinto), hanno completato la top ten Vinales, Quartararo, Binder, Zarco e Raul Fernandez.