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Mashael Al-Obaiden,
la prima donna saudita a correre
fuori dal Medio Oriente:
“Amo ciò che accende la passione in me”

  • di Maria Guidotti Maria Guidotti

2 agosto 2021

Mashael Al-Obaiden, la prima donna saudita a correre fuori dal Medio Oriente: “Amo ciò che accende la passione in me”
Appassionatasi ai motori fin da bambina, passa in maniera disinvolta dalla sua Can Am, ai quad, per finire sulla sua Ducati e su una Honda da off-road. E dopo aver centrato un podio alla Baja Aragon, Mashael è più che mai intenzionata a prendere il via della Dakar 2022, in partenza il prossimo 2 gennaio da Ha'il, proprio nella sua Arabia Saudita

di Maria Guidotti Maria Guidotti

L’adrenalina della prima volta. Sul podio della Baja Aragon, che ogni anno si tiene a fine luglio nella zona di Teruel, in Spagna, Mashael Nasser Al-Obaidan sventola la bandiera del suo Paese. Il volto illuminato da un grande sorriso ed il pollice sanciscono un momento storico: Mashael è la prima donna saudita a correre fuori dal Medio Oriente.

Settima nella categoria T3, quella riservata ai Side by Side prototipi (lei corre su un Can Am Maverick), Mashael ha fatto un altro passo verso il suo sogno: correre la mitica Dakar che da due anni si disputa proprio nello sconfinato deserto saudita.

Ma come è nata la passione per i motori? “Da bambina mio padre mi ha regalato un quad per divertirci sulle dune. Sono stata l’unica tra i miei fratelli e sorelle ad appassionarmi veramente al motorsport. Era ed ancora è un’avventura, un modo per esplorare paesaggi incontaminati”, racconta Mashael.

Laureata con un Master in System Engineering alla Loyola Marymount University a Los Angeles, California, Mashael ha continuato ad esplorare il mondo con la fotografia immortalando l’anima delle persone in splendidi ritratti, il freediving e da questa settimana anche con le corse.

Mashael Al-Obaiden Baja

Ma come ci si sente dietro al volante? “Per me è naturale. Sono sempre stata alla guida: di un Can Am, di un quad, ma anche della mia Ducati stradale o della mia Honda off-road. Amo tutto ciò che accende la passione in me. I rally sono l’avventura con la A maiuscola, un viaggio nel viaggio: non sai mai cosa trovi dietro l’angolo. In Spagna ho scoperto un paesaggio completamente diverso dalle dune e dall’aperto deserto. Non ero abituata a questi passaggi stretti, curve a gomito e guai a lasciare la pista. Ho trovato fango, attraversamento di fiumi, pietre e tanta polvere, tanto che dovevamo fermarci perché la visibilità era ridottissima”.

Mashael Al-Obaiden 2

Con Ali Mirza, esperto co-pilota con due Dakar alle spalle, Mashael aveva già vinto la Sharqiyah International Baja a marzo. Prima della sua categoria a Sharqiyah, la Baja Aragon è stata invece la prima esperienza fuori dal Medio Oriente. “La Baja Aragon è una mini Dakar perché ci partecipano tutti i grandi campioni e io voglio imparare dai migliori. Sono contentissima perché mi hanno fatto sentire a casa e ho imparato tantissimo. L’ambiente dei rally è fantastico. Una seconda famiglia e nel team South Racing ho trovato dei grandi professionisti. Sono stata contenta anche di vedere tantissimo donne competere in ogni categoria. Dall’australiana Molly Taylor, al debutto nella Baja Aragon come me, a Catie Munnings, Rosa Romero e Sara Garcia, ma anche Jutta Kleinschmidt, la prima dona ad aver vinto una Parigi Dakar”.

Mashael Al-Obaiden Baja 2

On the road to Dakar. I prossimi appuntamenti per Mashael saranno l’Abu Dhabi Desert Challenge e la Baja Hail. L’obiettivo: correre la Dakar a gennaio 2022, che prenderà il via il 2 gennaio da Ha'il e terminerà il 14 a Gedda. Con la Formula E e la Formula 1 che debutterà a dicembre nel circuito cittadino di Gedda, l’Arabia Saudita è diventata un grande protagonista nel panorama internazionale. “Sarò sicuramente a Gedda per la Formula 1 come ero a Ha’il per la gara inaugurale del campionato mondiale Extreme E. Alejandro Agag mi ha chiamato per disegnare e testare il circuito di Ha’il. È stata una grande soddisfazione. È un bellissimo campionato”. A breve arriverà anche la MotoGP, come conferma il progetto del circuito permanente di Qiddiya. “Non ho ancora avuto l’occasione di assistere ad una gara, ma mi piacerebbe incontrare Valentino Rossi”.

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