Mattia Pasini è l’opinionista perfetto perché ti dice tutto in tre minuti con una puntualità disarmante: un pilota normalmente ha le idee confuse, perde tempo, resta sul vago. Pasini, il Paso, ti dice esattamente quello che hai bisogno di sapere e lo fa in maniera convincente e quindi definitiva. Così, alla presentazione della stagione motoristica di Sky, siamo andati dritti da lui che oltre a raccontare Moto3 e Moto2 in cabina di commento con Rosario Triolo, nel 2024 correrà quattro GP. Non con la sua moto e i suoi meccanici però, con Luca Boscoscuro, che schiera due tra i piloti più veloci della categoria: Fermín Aldeguer e Alonso Lopez. Mattia punta riempire il podio assieme a loro. Mentre parliamo, lui organizza i turni sulle cinque postazioni Res-Tech che ha portato all'evento Sky, lanciando chi ne ha voglia sul tracciato di Imola a bordo di una Formula 1.
Torni in cabina, ma torni anche a fare il pilota.
“Io ancora mi sento pilota. Soprattutto mi sento veloce e finché sarà così non sarò pronto a rinunciare al sogno. Voglio provare tutto e non avere rimpianti. Farlo mentre lavoro da commentatore mi aiuta a portare anche dei contenuti che difficilmente riuscirei a fare in altra maniera. Sono molto contento di ricominciare quest’avventura con Sky, è ormai il quinto anno che sono con loro… vediamo come andrà”.
Guiderai una Boscoscuro: Luca è bravo, ha occhio per i talenti e i suoi piloti sono tra i favoriti al titolo.
“Mi intriga. È un progetto italiano, una sfida ancora più grande. Mi ricordo nel 2009, quando si doveva passare alla Moto2 (dalla 250, ndr.) mi ha contattato come primo pilota, poi purtroppo non ci siamo messi d’accordo, abbiamo fatto un anno insieme ma non eravamo nelle condizioni di poter esprimere il nostro valore. L’anno scorso c’è stato questo riavvicinamento e mi è piaciuta da matti la sfida. Sono molto contento di questo”.
Qualche pilota che va a fare un cameo in televisione si vede, ma uno che sta in cabina di commento a tempo pieno e corre 4 GP vedendo i piloti da vicino è un'esclusiva mondiale.
“Eh, io di piloti da vicino spero di vederne pochi, diciamo al massimo un paio... Mi concentrerei su due, ecco (ride). Questa idea di correre così mi è venuta come una sfida personale: dopo il 2019 ero un momento molto alto della mia carriera, però purtroppo col Team Italtrans era finita l’avventura. Lì ho capito che mi sarei messo in gioco solo se ne sarebbe valsa la pena. A casa con mio babbo abbiamo pensato a quando si prendeva il furgone e si andava a fare la gara del mondiale e così abbiamo fatto per due anni: team mio, squadra anche, moto pagata da me… siamo andati lì e sia venerdì che sabato abbiamo fatto vedere una bella velocità, stare sempre nei primi cinque non è facile col livello che c’è adesso in Moto2. Specialmente se sei, diciamo, autoprodotto. Purtroppo la domenica non abbiamo mai raccolto quello che meritavamo, a volte per degli errori e altre per delle situazioni che ti si creano quando sei lì. Se fai due gare all’anno poi è più probabile sbagliare, ecco perché quest’anno abbiamo deciso di correrne quattro”.
Dove correrai?
“Allora, dovrei fare Barcellona e Mugello perché sono una dietro l’altra, cerchiamo di fare gare vicine per arrivare più pronti. Così poi faremo anche Austria e Misano”.
L’anno prossimo in Moto2 ci saranno le Pirelli. Come la vedi?
“Secondo me sarà un passaggio epocale. Dopo trent’anni di mondiale Dunlop passare a Pirelli spariglierà moltissimo le carte e sicuramente verrà fuori chi sa lavorare meglio sulla moto per poter sfruttare queste nuove gomme che hanno un Dna diverso. Io le ho già provate da metà dell’anno scorso e sono diverse. Vedremo, è un’altra sfida”.
Andiamo con un po’ di MotoGP: Marc Márquez in Ducati, Pedro Acosta che potrebbe già vincere… tutto bello, ma poi c’è Pecco Bagnaia che vuole vincere ancora.
“Si cerca sempre di trovare un antagonista a Pecco, ma lui secondo me è bravissimo a zittire quasi sempre tutti. Si è presentato ai test in una forma smagliante, sembra che la Ducati GP24 abbia veramente una marcia in più perché pare che siano riusciti a combinare i pregi della GP22 con quelli della GP23”.
Ovvero?
“Diciamo che la ’22 era un po’ meglio nella parte telaistica, specialmente nell’inserimento in curva, invece la 2023 era un pochettino più gentile sulla gomma dietro, aveva un pochettino più di trazione che a volte dava anche fastidio, abbiamo visto tante cadute di Pecco avvenire anche per questo motivo. Però ecco, penso che quest’anno chi avrà la 2024 si troverà in vantaggio. Quindi Morbidelli, Martín, Bagnaia e Bastianini saranno spesso lì davanti”.
E Marc Márquez?
“Sarà una grandissima sfida per lui. Potrebbe avere un grandissimo successo, ma anche l’esatto contrario: da uno come lui, passato sulla Ducati dopo aver detto per tanti anni che è la moto migliore…”
Ti aspetti che chiuda in top 5?
“Secondo me da un otto volte campione del mondo minimo c’è da aspettarsi che vinca, non che faccia top 5. Altrimenti secondo me vuol dire giustificarlo un po’. Proverà a farlo, a vincere, ma gli altri non stanno a guardare”.
Fatto sta che finché la GP24 andrà così forte sarà dura per tutti.
“Da qualche anno Ducati è la Red Bull della MotoGP. In Formula 1 Newey è ripartito da un foglio bianco e sta alzando ancora una volta il livello anche se non ne aveva bisogno: Ducati sta facendo lo stesso mentre gli altri sono sempre lì a inseguire. Secondo me KTM ha fatto il passo avanti più grosso, Aprilia è lì con loro… mentre invece Honda e Yamaha le vedo in un abisso molto profondo”.
Tu con Pedro Acosta hai corso assieme, l’hai visto da vicino. È veramente il prossimo grande fenomeno di questa MotoGP?
“Secondo me si, è un fenomeno. Io mi ricordo la prima volta che l’ho visto in pista al Mugello e ho guidato con lui. È uno di quei pochi piloti che ho incontrato nella mia carriera ad avermi impressionato subito. Lo vedi che è uno che ha qualcosa in più. Poi da lì a vincere in MotoGP ci sono milioni e milioni di fattori. Dire adesso cosa farà sarà dura, però sicuramente nei prossimi anni farà pedalare gli altri”.