Ducati lo ha scelto per il dopo paolo Ciabatti e Mauro Grassilli, dopo una vita in Ducati tra telefoni, PC e scrivanie, ha messo la divisa tutta rossa per completare la nuova triade con Davide Tardozzi e Gigi Dall’Igna. Adesso, a un solo fine settimana dal gran finale del 2024 e con un titolo ancora da assegnare, il manager della Ducati può dire di aver già imparato una prima importantissima lezione. Che poi, per dirla con il massimo della sintesi, è la lezione del primo anno.
“C'è una lezione che porto con me da questa stagione – ha ammesso nell’intervista realizzata da Sky - vivere un Gran Premio da casa o in pista è qualcosa di completamente diverso. Viverlo in pista permette di apprezzare veramente le emozioni dei piloti e dei membri del team, sia positive che negative. Quello che mi porto a casa è l'amore che si ha per questo sport dopo essere stato lontano per quasi 160 giorni, perché tutti hanno famiglia e figli ed è difficile stare lontani. Ma l'emozione, la passione e l'amore per questo sport ti permettono di superare queste difficoltà". Superare, insomma, come un verbo che ricorre non solo per chi poi sale sopra la moto e ce l’ha come obiettivo rispetto agli avversari. Ma anche come superare le difficoltà e trovare proprio nella squadra anche la forza di andare oltre i ripensamenti. O i momenti di sconforto. Perché, laddove non fosse chiaro ancora a tutti, la MotoGP è un grandissimo spettacolo del quale ci arriva solo la parte più luminosa, ma è anche fatiche grandi per chi ci sta dentro.
Fatiche e magari anche noie. Con Grassilli che in questo primo anno nella triade s’è pure ritrovato a prendere decisioni difficilissime. A cominciare da quelle sul mercato, visto che Ducati ha rinunciato a veri e propri pezzi da novanta per la prossima stagione. “Sarà molto difficile perdere Jorge Martin – ha ammesso - dal punto di vista umano, perché Jorge mi piace molto, e sicuramente anche dal punto di vista sportivo, perché sta facendo un finale di stagione impressionante. Ci auguriamo, ma siamo molto fiduciosi che all'inizio della prossima stagione la sua perdita venga compensata dalle prestazioni di Marc Marquez". Quasi un modo, quindi, per dire che, a prescindere da come andrà a finire questo 2024, in Ducati c’è la certezza (o giù di lì) che Marc Marquez riuscirà a far dimenticare in fretta la perdita di Martin guidando la Desmosedici del team ufficiale insieme a Pecco Bagnaia.
Prima, però, c’è un intero (e probabilmente lunghissimo) fine settimana da vivere ancora, con Grassilli che considera buona la scelta di Barcellona come teatro dell’ultimo round. “E’ una pista che piace alla Ducati e che piace anche ai nostri piloti. Speriamo che anche Marc Marquez faccia di nuovo bene a Barcellona – ha concluso – Come finirà? Vedremo. Di sicuro Bagnaia e Martin sono stati straordinari e anche in Malesia la prima fase della loro gara è stata incredibile, anche se dal box l’abbiamo chiaramente vissuta con un po’ di apprensione. Aggressività, onore, rispetto reciproco: un gran bel messaggio di sport. Ricordo bene i tempi di Mick Doohan e Wayne Rainey e i bellissimi combattimenti che avevano e nei primi giri di Sepang ho avuto la sensazione di rivivere quei momenti”.