Il GP della Malesia a Sepang si è rivelato in uno spot magnifico per il motociclismo: nei primi dieci minuti è successo quello che normalmente accade in una stagione, come se invece di vedere una gara avessimo visto una sequenza di highlights lunga e generosa. La storia comincia con la prima partenza, quando Pecco Bagnaia allarga la gamba a cinquanta metri dal via rischiando di farsela calpestare da Jorge Martín e, poco più avanti, Fabio Quartararo trova la testa di Jack Miller a bloccare la ruota posteriore della sua Yamaha mentre Joan Mir passa sopra all’australiano.
Bandiera rossa, Miller esce dal centro medico e Quartararo esce dal box dopo aver rischiato la vita come una signorina con le sue cose in una vasca di squali. Si riparte con un giro in meno, per la gioia del Presidente della FIM Jorge Viegas, che avrebbe voluto correre a Valencia dopo la tragedia Dana e secondo cui la parte migliore di una gara è la partenza. Forse un’altra volta, perché il bello della gara viene nei tre giri che seguono: 16 sorpassi tra Pecco Bagnaia e Jorge Martín, interi minuti in apnea, a vita persa, tra due che si stanno prendendo a cazzotti in bilico su di una fune. Se sbaglia Bagnaia il mondiale è chiuso, se cade Martín è tutto da rifare. Loro si fidano l’uno dell’altro e così la battaglia è leale, senza quella malizia che invece abbiamo percepito in tante altre occasioni. Eppure sarebbe bastato poco ad entrambi per portare l’altro in terra con sorpasso “in appoggio” come quelli che nel cross si chiamano block pass e che in MotoGP vediamo fare spesso.
“È la giusta risposta a chi dice che adesso in MotoGP è impossibile sorpassare”, ha commentato con una risatina Davide Tardozzi dopo la gara per i canali Dorna. Quando gli chiedono come ha fatto a gestire l’ansia, il Team Manager del Ducati Lenovo Team risponde con un’altra risata: “Mi sono sentito il cuore e stava girando alto, per fortuna siamo desmodromici quindi non ci importa! A parte gli scherzi dobbiamo fare un applauso a Jorge perché nella sua posizione non tutti avrebbero fatto dei giri così. Jorge è un combattente, merita di guidare il campionato ed è un grandissimo pilota. Ma non è finita finché non è finita”. Gigi Dall’Igna spiega di non essere riuscito a guardare la televisione nei primi giri, dicendo che guidavano come se fossero stati alla prima gara dell’anno.
Poi il microfono passa a Gino Borsoi, che in Malesia ha vissuto un fine settimana bello quanto difficile: “È stata una gara incredibile, divertentissima all’inizio ma per noi è stata una gran sofferenza! Sono partiti in maniera incredibile, è stato un privilegio vederli lottare così, con sorpassi ad ogni curva, sul rettilineo… è un piacere avere Jorge nel box, perché avrò qualcosa di molto speciale di cui ricordarmi in futuro quando ripenserò alla mia carriera. In gare come queste perdi 10 anni di vita, ma sono belle da vedere”.
Infine, prima di andarsene, Gino racconta in poche parole la grande chiave di questa stagione, ovvero l’approccio maturato con il titolo perso lo scorso anno: “Abbiamo cambiato mentalità rispetto allo scorso anno, siamo riusciti a portare a casa tanti buoni risultati e per questo siamo davanti in campionato. Voglio dire: non devi provare a vincere tutte le gare, devi provare a finire la gara e riportare la moto nel box, salendo sul podio se ti è possibile. Questo è stato il nostro obiettivo dall’inizio, abbiamo perso un po’ di velocità a volte ma si è rivelato un bene per il campionato, faremo così anche a Barcellona”.
Se Pecco Bagnaia si chiedesse dove ha sbagliato quest’anno, lui che di gare la domenica ne ha vinte addirittura 10, la risposta sarebbe in queste parole, oltre che - entrando nello specifico - nelle prime 6 Sprint della stagione. Resta da capire se Jorge Martín a Barcellona, quindi a casa sua, saprà mantenere la calma, lasciando scorrere la moto senza esagerare o distrarsi. Perché ad oggi, con gli ultimi 37 punti da assegnare e 24 di vantaggio, può davvero soltanto perderlo.