Nel motomondiale di oggi sembra impossibile, vent’anni fa però c’erano due italiani disposti a tutto per primeggiare l’uno sull’altro. Max Biaggi, che fino a poco tempo prima giocava a pallone, era arrivato nel paddock come un talento fuori misura vincendo subito tanto. Una promessa, un fuoriclasse venuto da Roma, dove la passione per le moto era sì grande ma non quanto in Romagna. A Biaggi piaceva vincere, ma gli piaceva anche il mondo dello spettacolo: feste, eventi, personaggi famosi. Era a suo agio. Poi però è arrivato Valentino Rossi, più giovane e più alla mano di Max, sempre a giocare con la moto come un ragazzino in gita. La stampa, quasi tutta, decise subito da che parte stare, finché qualcuno chiese a Valentino se voleva diventare il Biaggi della 125 e lui rispose che, casomai, era Biaggi a voler diventare il Rossi della 250. Qualche anno più tardi si sono ritrovati in pista a correre per lo stesso obiettivo: la gomitata, il dito medio, “evidentemente gli tira il culo”, schiaffi fuori dal podio. Ed era la punta dell’iceberg: “Abbiamo fatto tutto il possibile per provare a battere l’altro - ha raccontato Biaggi in un’intervista agli inglesi di BT Sports - È stato un periodo così intenso delle nostre vite che in qualche modo sono contento che sia finito. Era molto stressante, ma comunque sono un romantico e penso che sia stato un grande periodo della nostra vita”.
Max ha ragione, un periodo così ha fatto bene al motociclismo e allo spettacolo, forse anche a loro. Valentino se l’è giocata meglio, era anche più giovane e veloce, ma senza il Corsaro non sarebbe stata la stessa cosa. Biaggi, nell’intervista, racconta anche di quel Mugello ’97, quando Rossi fece il giro d’onore con una bambola gonfiabile per prendere in giro il romano a cui le pagine di gossip attribuivano una storia con Naomi Campbell: “Non ero contento quando ha mostrato la bambola gonfiabile, ma devo dire la verità, quando lo riguardo adesso, dopo vent’anni… rido! Lo sport è anche fatto di intrattenimento, non solo prestazioni in pista. E questo è stato un grande extra che Valentino ha messo sul tavolo”.
Non solo, come ha detto più volte Max sarebbe ben contento di parlarne col vecchio rivale: “Magari ci berremo un bicchiere di vino assieme parlando dei vecchi tempi. Ma non dipende da me, capito? Il re del motociclismo - conclude poi - è Giacomo (Agostini, ndr.) perché parliamo di poca sicurezza, gare incredibili e lui ne ha vinte moltissime. Si merita un 10/10. Ma Valentino… a lui darei un 9.9”.