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McLaren: la MCL60 è davvero un fallimento?

  • di Elisa Lecis

24 marzo 2023

McLaren: la MCL60 è davvero un fallimento?
Archiviata la gara di Jeddah e, esattamente come già accaduto in Bahrain, la McLaren porta a casa un doppio zero. Forse è un po’ presto per parlare di progetto totalmente fallito ma probabilmente c’è preoccupazione anche perché Lando Norris potrebbe non aspettare per sempre una monoposto veloce

di Elisa Lecis

Si è conclusa la seconda gara stagionale di questo 2023, il secondo di ben 23 appuntamenti, una fetta troppo piccola di questa lunghissima stagione per poter già parlare di successi assoluti e fallimenti definitivi. 

Sicuramente però in casa McLaren c’è preoccupazione, e non poca. Che la nuova monoposto, la MCL60, non fosse all’altezza delle aspettative lo si era capito già durante i test prestagionali svolti in Bahrain a febbraio, ma le prime due gare dell'anno lo hanno drasticamente confermato. Prima in Bahrain e poi a Jeddah la McLaren ha totalizzato zero punti trovandosi inaspettatamente nelle retrovie della classifica costruttori.

La fortuna non ha però certo giocato a favore dei due piloti, soprattutto in Arabia Saudita dove Oscar Piastri non ha dovuto lottare solo contro una vettura più lenta delle aspettative: il pilota australiano, che partiva dall’ottava posizione in griglia, alla seconda curva del primo giro ha avuto un contatto con Pierre Gasly: uno scontro in pista apparentemente innocuo ma che ha provocato un danno sulla monoposto del rookie che ha perso un pezzo di ala, compromettendo così la sua gara. Per una coincidenza tanto assurda quando sfortunata, lo stesso pezzo di ala è finito sulla monoposto di Norris, che, a causa del detrito ha riportato a sua volta dei danni alla vettura. Entrambi i piloti sono stati costretti così a un lungo pit stop in avvio di gara, evento che ha condizionato il risultato finale, relegandoli nelle ultimi posizioni e portando poi Piastri a chiudere 15º e Norris 17º. 

Queste le dichiarazioni del nuovo team principal Andrea Stella al termine della gara: "È stata una circostanza molto sfortunata. Abbiamo controllato gli onboard, a partire da quello di Oscar, per vedere se ci fosse qualcosa da imparare per le prossime occasioni. Penso sia stato il più prudente possibile, purtroppo Gasly ha sbandato un attimo toccandogli l'ala anteriore. Ma ancora più sfortunato è stato Lando, che ha colpito il detrito staccatosi dalla macchina di Piastri. Si è verificata una grossa perdita di carico aerodinamico, quindi siamo stati costretti al pit stop. Ma affrontiamo queste circostanze senza fare drammi, non ci arrendiamo". 

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Le parole di Stella sembrano non creare allarmismi, per ora. Ma la McLaren ha bisogno di migliorare il suo attuale rendimento anche per un’altra importante questione: mantenere Lando Norris in squadra. Le difficoltà di Norris all’esordio in Bahrain e poi a Jeddah non sono passate inosservate. Alla fine di entrambi i Gran Premi il pilota britannico è sembrato estremamente deluso e provato da una situazione che sicuramente non si aspettava. Il giovane pilota inglese ha infatti creduto nel progetto McLaren firmando l’anno scorso un’estensione del contratto fino al 2025, fidandosi delle promesse del team di Working che, almeno per ora, non è riuscito a fornirgli una monoposto all’altezza delle aspettative. È chiaro che, con l’attuale monoposto, le ambizioni di Norris si trovino un po’ in una gabbia dorata e, a meno di grandi saliti prestazionali, in stile Aston Martin per intenderci, la situazione potrebbe essere più o meno questa per i prossimi tre anni.

Ma Norris potrebbe avere un salvagente: una clausola inserita sul suo contratto, nel caso di due piazzamenti consecutivi fuori dal quarto posto nella classifica costruttori il britannico potrebbe lasciare il team di sua volontà e dirigersi verso situazioni più floride. Si tratta di voci di corridoio, la presenza o meno di questa clausola non è stata confermata né dal team né dal pilota, ma nel caso esistesse nessuno biasimerebbe il giovane pilota qualora decidesse di cambiare aria. D’altronde il pilota britannico ha dimostrato di avere tanto talento se messo nelle giuste condizioni e, a questo punto della carriera, ha bisogno di una monoposto veloce e performante per provare a scrivere il suo nome nella storia della Formula 1.

Per ora Lando sta un po’ pagando forse un’eccessiva riconoscenza nei confronti del team che l’ha portato in Formula 1, ma non è detto che sarà sempre così. Magari salterà sulla sua scialuppa di salvataggio abbandonando la nave che affonda.

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