Uno spettacolo per gli occhi, niente da dire. Vedere due piloti del calibro di Lewis Hamilton e George Russell, compagni di squadra che hanno sempre collaborato sotto il segno del "lavoro di squadra" professato in casa Mercedes, che duellano in pista a Suzuka senza risparmiare colpi. Divertente per chi li ha guardati, bello - chissà - forse anche per loro, che hanno acceso una gara già decisa al via con il dominio di Max Verstappen tra sorpassi e contro sorpassi, team radio e cambi di strategie. Ma questa pazza domenica giapponese è stata davvero positiva per Mercedes? Ovviamente no. I due piloti hanno chiuso la gara con un quinto e un settimo posto, risultati nella media delle aspettative per il team, ma quella di Suzuka non si è rivelata una gara pulita per i due, che dovranno discutere con la squadra in previsione di futuri fraintendimenti in pista.
In assenza di Toto Wolff, rientrato in Europa dopo il weekend di Singapore e grande assente in Giappone, i suoi due pupilli hanno mandato all'aria le tante raccomandazioni ricevute negli anni e si sono sfidati nel pericoloso gioco del "primo pilota": da una parte un sette volte campione del mondo, il pilota più vincente della storia della Formula 1, e dall'altra la giovane stella su cui Mercedes punterà per il dopo Hamilton. Ognuno intenzionato a fare bene, a dimostrare qualcosa: Lewis sempre pronto riprendersi il trono, Russell in modalità redenzione dopo il ritiro di Singapore all'ultimo giro.
Tra ordini di scuderia e un po' di aggressività la sfida tra i due si è conclusa senza incidenti o polemiche ma - nell'ultima fase del Gran Premio - una maggior collaborazione tra compagni di squadra avrebbe probabilmente permesso a Russell di mantenere la posizione sul ferrarista Carlos Sainz. I due piloti hanno, smaltita l'adrenalina della pista, in parte cercato di alleggerire la tensione: "La battaglia con Lewis? Non mi ha infastidito. Cosa potevo fare dopotutto? Mi sentivo più veloce e ci siamo sfidati" ha dichiarato il giovane pilota inglese, seguito dal veterano Hamilton visibilmente più stizzito.
"Non è stato uno scenario perfetto per il team - ha dichiarato Lewis nel post gara - In quella situazione dovevamo cambiare le posizioni, siamo un team e per battere le Ferrari dovevamo farlo. Non m’interessa la mia posizione in campionato, George è nettamente indietro rispetto a me, non siamo in lotta per il mondiale e non fa una grossa differenza la posizione in pista. Quello che fa la differenza è la posizione del team rispetto alla Ferrari".
I due piloti si sono stretti la mano al termine della bella sfida in pista e sicuramente, alla presenza di "papà" Toto Wolff, avranno modo di chiarirsi e spiegarsi, cercando di trovare una modalità per non ripetere gli errori di Suzuka. Inutile negare però quanto la presenza di due piloti come Hamilton e Russell, poco inclini all'idea di sacrificarsi in pista, potrebbe rappresentare un tema più che caldo per la squadra nei prossimi due anni.