“La MotoGP sul circuito di Imola? Se dovessi rispondere in tre secondi direi immediatamente di no” – Michele Pirro, collaudatore Ducati per la MotoGP e pilota tra i più vincenti del Civ in Superbike, non ha dubbi: correre a Imola sarebbe una follia. Troppo pericoloso e troppo poco abituati i campioni del motomondiale ad affrontare tracciati dove il livello di sicurezza non è su standard stratosferici. Questa la sintesi della telefonata che gli abbiamo fatto oggi pomeriggio, dopo che nei giorni scorsi si è a lungo parlato in vari consessi (ma comunque sempre in via più che informale) di una tappa del motomondiale sul circuito simbolo del motorsport italiano, proprio in questa settimana in cui tornerà a metterci le ruote la Formula1.
“Devo dire – ha poi aggiunto il pilota Ducati – che quello di Imola è in assoluto tra i tracciati più belli del mondo, per i saliscendi, per le curve impegnative e per le velocità che si raggiungono. Il problema non è il layout, ma le vie di fuga e tutto ciò che rende una pista sicura o non sicura. Poi, per carità, si corre con tutto e con condizioni ancora peggiori. Già per le Superbike siamo al limite. La mia non è assolutamente una bocciatura di Imola, ma semplicemente la risposta alla domanda su cosa ne penso dell’ipotesi di correre con una MotoGP a Imola”.
Una opinione personale, dunque, ma che verosimilmente è la stessa della stragrande maggioranza di tutti i piloti del motomondiale che, come sottolinea lo stesso Pirro, sono paradossalmente abituati a non dover conto di un certo tipo di rischi. “Un pilota di Superbike o di altre discipline, sicuramente più lente e meno impegnative, fa spesso i conti con tracciati non sicurissimi e, quindi, ha più coscienza in gara di un certo tipo di rischio – ha spiegato Pirro – Il livello di sicurezza in MotoGP invece è altissimo e, quindi, si è magari persa l’abitudine a considerare il muro, piuttosto che la via di fuga inesistente. Per questo dico che risulterebbe ancora più pericoloso, oltre che per la maggiore potenza delle moto”.
Non c’entra la paura, l’estrema prudenza e nemmeno la critica a un tracciato che, quindi, sarebbe fantastico per ospitare il motomondiale, ma non idoneo per l’impossibilità di adeguarlo in maniera corretta e incisiva. “Come ho già detto – ha concluso Michele Pirro – se si dice di correre si corre ovunque. Basta pensare che la Formula1 corre a Monaco. E’ questione di adeguarsi e, eventualmente, adattarsi. Anche se francamente non so come alcuni punti di Imola, anche volendo, possano essere modificati senza andare a snaturare il disegno di quella pista. Penso, ad esempio, alla Variante Bassa, o anche alla parte successiva alla Piratella, così come alla stessa Rivazza. Tratti straordinari, ma dove il minimo errore con una MotoGP potrebbe costare veramente carissimo”.
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