Nel nome del padre. A scrivere il suo destino, a conquistarsi un posto in Formula 1 che sia suo, di Mick, e non del suo cognome.
Schumi Jr ci arriva con questo spirito, ne siamo sicuri, in Bahrein. Lo aspettano due weekend difficili, gli ultimi due del campionato di Formula 2. La classe cadetta infatti non seguirà la F1 ad Abu Dhabi ma concluderà la stagione nel circuito dello Sakhir. Quattro gare quindi, divise nei due fine settimana, per decretare il nome del campione del mondo di Formula 2. Prima di loro, la classe del 2020, le giovani leve di questa classe hanno stupito e certo non deluso le aspettative riposte: Nico Rosberg, Lewis Hamilton, George Russell, Pierre Gasly, Charles Leclerc.
E adesso tocca a Mick. Lui che arriva in Bahrein con 22 punti di vantaggio sul primo avversario e lui che, comunque vada, il prossimo anno debutterà in Formula 1. Sul contratto con Haas sembra mancare solo la firma, o addirittura solo l'annuncio ufficiale, ma a Mick la Formula 1 non basta.
Lui, a casa di suo padre, ci vuole arrivare da vincitore. Non per il cognome, quello che per tutta la vita lo ha costretto a difficili (anzi, impossibili) paragoni. Ma per il talento. Un talento equilibrato, non spumeggiante come quello del Kaiser, ma razionale.
"Uno che migliora sempre" lo definiscono tutti, da Alesi a Jean Todt passando per Binotto e Vettel. Ha bisogno dei suoi tempi, per capire la macchina, gli avversari, il suoi limiti. E questa stagione di Formula 2 ne è il più chiaro degli esempi.
Adesso però Mick pensa al futuro più prossimo, ai due fine settimana che lo attendono e alla possibilità concreta di chiudere il 2020 con un titolo da campione del mondo di Formula 2.
Le prospettive sono ancora molto varie, perché in ballo ci sono ben 96 punti, da dividere in due weekend (Sakhir 1 e Sakhir 2) e in un totale di quattro gare. La divisione dei punteggi poi è diversa rispetto alla Formula 1: si assegnano 25 punti al vincitore di Feature Race, 15 al vincitore della Sprint Race, 4 punti al pole man e 2 punti per ogni gara a chi ottiene il giro veloce. Il totale di un weekend di gara è quindi 48, moltiplicato per i due fine settimana, per un totale di 96.
Mick arriva con 22 punti di vantaggio, un bottino che gli consentirebbe di sopportare uno 0 in una Sprint Race o un pessimo piazzamento in un paio di gare. Ma i suoi avversari sono parecchi e, oltre a Calumm Ilott, che insegue con 169 punti i 191 di Schumacher, ci sono Tsunoda (candidato per un sedile in Alpha Tauri), Lundgaard, Shwartzman e Mazepin.
Tutti possono ancora vincere il mondiale, ma Schumi è più intenzionato che mai a fare quello che lo ha reso, ad oggi, davvero pronto per affrontare la Formula 1: usare la testa. Non cercare di strafare, non tentare a tutti i costi di vincere, usare la testa per ottenere il miglior risultato finale.
Joan Mir, neo campione del mondo di MotoGP, è la prova vivente del successo di questo metodo: una sola vittoria stagionale, un titolo da campione del mondo portato a casa.
E allora incrociamo le dita per questo sprint finale di Mick, che la costanza sia la sua fortuna!
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