Indossa il grembiule da chef bianco, immacolato. Sul taschino è cucito il numero 88, sottolineato dalla scritta Miguel Oliveira, col cognome più grande del nome. È rilassato il pilota portoghese, che in un locale di Porto con le pareti tappezzate dai loghi di Estrella Galicia (organizzatore dell'evento) ha appena messo in mostra le sue doti ai fornelli affiancato dallo chef Joao Amorin, di fronte ad una schiera di giornalisti affascinati e forse anche affamati. "A Porto si mangia sempre bene - li accoglie Miguel parlando in spagnolo - la città è spettacolare e la gente è amabile. Ma un po' ovunque in Portogallo abbiamo una cucina molto locale, tradizionale. Qui al nord ci sono grandi ricette sia di carne che di pesce e c'è anche una varietà di dolci incredibile. Una delle bellezze del nostro paese è che abbiamo tante maniere diverse di fare lo stesso piatto, che cambia a seconda di dove ti trovi, nonostante il Portogallo sia una nazione piuttosto piccola".
Di Oliveira, oltre al raffinato poliglottismo, stupisce sempre la sua capacità di parlare bene di tematiche diverse, talvolta distanti dalla pista o dalle dinamiche sportive. Non è un caso, infatti, che una domanda posta a margine del cooking show verta sull'anticonformismo. Miguel evita di catalogarsi nella categoria di chi a prescindere pensa e agisce diveramente dalla massa - anche solo per il vezzo di distinguersi - ma fornisce comunque una risposta interessante: "Credo che tutto derivi dal desiderio di imparare e di accettare ogni sfida della vita come qualcosa che ti fa evolvere come persona. Le corse in moto sono la parte più importante della mia vita in questo momento, perché ho corso per tanti anni, ma alla fine, tra trent'anni, so che guarderò indietro e vedrò questo periodo della mia vita come qualcosa che è accaduto troppo in fretta, qualcosa di troppo breve. Quando avrò quarantacinque o cinquant'anni, voglio guardare indietro e vedere che la mia carriera agonistica ha avuto un valore personale e che sono riuscito a trasmetterlo ai miei figli".
Miguel è reduce da un periodo sportivamente non esaltante: due stagioni opache nel Team satellite Aprilia (prima in RNF e poi, in questo 2024, in Trackhouse), disseminate da problemi tecnici ed infortuni. L'ultimo la frattura del polso destro in seguito ad un highside piuttosto inusuale nel corso delle Prequalifiche di Mandalika, caduta che ha costretto il pilota di Almada a saltare le quattro gare successive all'operazione. Rientrato nell'appuntamento conclusivo di Barcellona, Miguel ha firmato un weekend di gara solido con cui ha salutato Noale, prima di salire sulla Yamaha M1 nei test del martedì ed abbracciare la nuova avventura in Pramac. Il prossimo gennaio compirà 30 anni e, assieme al futuro compagno di squadra Jack Miller, formerà nei box di Paolo Campinoti la coppia più esperta sulla griglia di partenza della MotoGP. Nell'evento di Porto Miguel ha riassunto la sua situazione attuale, tornando sulle cause di quell'highside e su un inverno che, nonostante l'impazienza di ritrovare la M1 e la squadra nuova nei test di Sepang, sta scorrendo tutt'altro che lentamente: " Sono stati due anni in cui ho faticato molto, ma credo che questo, alla fine, mi renderà un pilota più forte e più completo. Sono stato in grado di adattarmi a una moto molto diversa da quella a cui ero abituato e ho anche fatto dei passi avanti nel mio stile di guida, quindi penso che sia qualcosa di positivo per me in futuro. La caduta di Mandalika è stata dovuta alla sfortuna, c’è stato un corto circuito nella centralina della moto. Questo mi ha fatto perdere tutti i sistemi di controllo e sono caduto sul manubrio. Tuttavia, sono tornato rapidamente a casa e sono stato operato, poi tutto è andato bene. Ora sono in perfetta forma. Il martedì di Barcellona con la Yamaha è stata una giornata molto bella. In realtà siamo arrivati, abbiamo conosciuto la moto e la squadra molto velocemente, perché non abbiamo avuto il tempo di sederci e lavorare molto. In primo luogo, perché la squadra veniva dalla celebrazione del campionato del mondo (di Jorge Martín, ndr) e, poi, perché aveva una moto nuova. La Yamaha mi ha aiutato molto durante la giornata a passare da una moto all'altra. Tecnicamente non potevamo andare troppo a fondo perché era tutto nuovo, ma mi sono divertito molto. L'inverno? Poiché la mia vita a casa è sempre molto impegnata con i bambini e le questioni quotidiane, il tempo passa molto velocemente per me quindi, quando meno me lo aspetto, so che sarò sull'aereo per andare al test in Malesia".
Alla fine chiedono ad Oliviera con chi, al momento, condividerebbe una birra: "Con mio padre, per tutto quello abbiamo passato negli ultimi anni, che non è stato facile. E poi un'altra sicuramente con mia moglie, ho davvero bisogno di passare del tempo da solo con lei su una spiaggia". Sorride Miguel pensando al mare e alla famiglia, una fotografia perfetta per concludere l'intervista e lasciarlo per davvero ai piaceri dell'off season.