La Formula 1, appena tornata dalla sua pausa estiva, è pronta per scendere in pista in occasione della sua tappa italiana per eccellenza, quella sull’iconico tracciato dell’autodromo di Monza. Il cosiddetto Tempio della Velocità ospita ogni anno uno degli eventi più attesi sia dai piloti che dai tifosi stessi - vista l’atmosfera che va a crearsi sugli spalti, pieni di appassionati, e l’eredità che si porta il tracciato brianzolo sulle spalle, essendo parte del calendario dagli albori della categoria - ma quest’anno le premesse non sono così rosee. Nonostante il presidente dell’autodromo, Giuseppe Redaelli, proprio durante la conferenza stampa dedicata al Gran Premio abbia dichiarato il 95% di capienza occupata, i rivenditori autorizzati e i social dicono il contrario: di biglietti disponibili ce ne sono ancora tantissimi.
Proprio visitando il sito di TicketOne si nota quanta disponibilità ci sia ancora per il venerdì e il sabato, che hanno la maggior parte delle tribune vuote come quella della Parabolica o dell’Ascari, mentre per la domenica la situazione sembra essere un po’ meno grave, ma comunque lontana dalle vendite degli ultimi anni.
La domanda sorge spontanea: ma perché quest’anno Monza si trova in questa spiacevole situazione? La risposta più facile è quella di dare la colpa a una Ferrari decisamente non competitiva, che quindi non attira spettatori in pista, ma la realtà è ben diversa. Partendo dal fatto che la Scuderia di Maranello non è sempre arrivata a Monza con vetture in testa al campionato e comunque il Gran Premio era pieno di tifosi a godersi lo spettacolo della Formula 1 dal vivo, sui social si legge di tanta insoddisfazione da parte degli appassionati nei confronti dei prezzi e delle condizioni dell’autodromo durante l’edizione dello scorso anno.
In molti si lamentano dei prezzi, decisamente troppo alti per gran parte degli italiani, che vedono il biglietto più economico per la domenica in tribuna al prezzo 100 euro - mentre per il prato si scende solo a 90 euro. Le tribune della Roggia e dell’Ascari vuote sono facilmente giustificate dal listino prezzi, che non attira nessuno in pista, anzi, spesso scoraggia, in quanto c’è anche da tenere in considerazione la fascia d’età che vede appassionati anche molto giovani e che non hanno ancora grandi disponibilità economiche. Ai prezzi alti poi bisogna aggiungere la reputazione che al momento l’Autodromo di Monza ha, viste le testimonianze della scorsa edizione che raccontano di estrema disorganizzazione con file infinite e servizi scadenti.
Vedere il Gran Premio d’Italia cominciare la sua race week con queste premesse è sicuramente spiacevole e fa poco onore a una delle gare più celebri della Formula 1. In più, c’è da sottolineare la scadenza del contratto con il Mondiale sempre più stringente e, a queste condizioni, le chances di rinnovo si abbassano notevolmente.