Che ne sarà di MV Agusta nelle corse? Se per KTM in MotoGP c’è un cauto ottimismo, per il marchio italiano, che è nel Mondiale Supersport, la situazione è decisamente più critica. I due team privati Motozoo e Flembbo, stando a quanto è dato sapere, hanno provveduto a fare scorte di materiali e ricambi dopo aver ricevuto la notizia che non avrebbero potuto contare su nessun supporto da parte della casa madre, mentre il discorso è purtroppo più complesso per MV Agusta Reparto Corse. Perché è vero che non è a pieno titolo una squadra ufficiale, visto che risponde all’imprenditore svizzero Andrea Quadranti, ma è altrettanto vero che anche gli stessi piloti ingaggiati per il 2025, Bo Bendsneyder e Filippo Farioli, potrebbero a questo punto cercare sistemazioni differenti non avendo la minima idea su cosa potrebbe succedere in futuro.
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Sì, perché le corse per MV Agusta sono solo la punta di una montagna che si è fatta ogni giorno più enorme. E aspra. Ma fino a oggi. Lo storico marchio italiano, infatti, è stato letteralmente abbandonato da KTM e da quello che resta del Gruppo Pierer nel tentativo di racimolare ulteriore denaro per tenere buoni i creditori del colosso austriaco. Ok le corse, insomma, ma “crisi KTM” in Italia significa anche e soprattutto “momento terribile per tutti i lavoratori di MV”. E poco importa, adesso, sapere se le moto di Schiranna saranno o no in pista nel 2025 in un mondiale che, inutile negarlo, ha molta meno visibilità di quello della MotoGP. Perché la notizia che conta è un’altra: MV Agusta non morirà. E probabilmente riuscirà a contenere i danni rinunciando solo a una dozzina di lavoratori (su base volontaria).
“Sì, è una notizia fresca fresca, proprio di oggi – ci ha raccontato Agostino Casati della Fim Cisl – Insieme alle altre sigle sindacali, dopo 4 mesi di trattative di ogni tipo anche con gente che non sembrava intenzionata a dire la verità, siamo riusciti a ricorrere all’ammortizzatore sociale. Domani lo comunicheremo a tutte le lavoratrici e i lavoratori. Sarà durissima e ci sarà da riprogrammare tanta organizzazione, ma MV Agusta andrà avanti per almeno un anno e è una prospettiva che ora possiamo definire positiva, se pensiamo a come stavano le cose appena qualche giorno fa, quando è stata chiara la reale situazione di KTM”. Gli esuberi ci saranno, tra le dieci e le venti unità di personale, ma saranno tutti su base volontaria e la stragrande maggioranza dei 180 lavoratori continuerà a fare quello che hanno sempre fatto. Forse non è abbastanza per passare un Natale felice, ma basta per un Natale più sereno.
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“Quando ci è stato comunicato che il marchio MV Agusta non era più un asset principale per KTM ci siamo trovati davanti a una situazione tremenda – ha spiegato ancora Casati – però è stato evidente da subito che c’era piena consapevolezza di poterci provare anche da soli, di poter essere un marchio indipendente e continuare a produrre le nostre moto. La realizzazione dei nostri modelli è sempre avvenuta qui, anche se logicamente bisognerà riorganizzare quei rami che erano stati centralizzati, come la ricerca e lo sviluppo, ad esempio, o anche semplicemente il marketing”. Compito difficile, ma non impossibile, con la sentenza definitiva che, a questo punto, dovrà arrivare dal mercato entro la fine del prossimo anno. Bisognerà vendere moto e trovare il modo per restare esclusivi in una giungla in cui ormai c’è di tutto davvero e con ben altri costi rispetto a quelli di un qualsiasi modello MV.
“Ora dobbiamo imparare a camminare da soli – ha concluso Casati – abbiamo le capacità, le potenzialità e le persone per farlo, anche se nessuno pensa che sarà una passeggiata. Adesso avanti tutta è l’unica cosa che mi viene da dire. Magari con il sogno di riuscire pure a crescere e trasformare questo momento così difficile in una opportunità anche per creare altri posti di lavoro. Sarà un lavoro importante: il 2025 dovrà essere l’anno della costruzione di un futuro indipendente. Non possiamo negare che fino a ora KTM ci ha messo del suo, ma ora dobbiamo sapere che sarà diverso e dovremo trovare la forza guardandoci tra chi c'è stato e c'è davvero. Aspettare KTM non avrebbe avuto senso, visto che prima di febbraio non si prenderanno decisioni e visto che, pur mancando decisioni ufficiali, la sorte di MV Agusta sembrava evidente. Così, invece, si è riusciti a reagire in anticipo, anche se ci sarà davvero del gran lavoro da fare e con un solo anno per dimostrare ancora una volta cosa significa essere MV Agusta”.
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