Nel sabato di Le Mans, se si vuole guardare esclusivamente al risultato, è crollato il castello di Pecco Bagnaia. Sesto in qualifica a quasi sette decimi dalla pole della Yamaha di Fabio Quartararo (ce l'avessero detto un paio di mesi fa, probabilmente non ci avremmo creduto), scivolata al secondo giro della Sprint Race mentre tentava di studiare un attacco per prendersi la terza posizione di Alex Marquez. La caduta, l'errore, lo zero, quell'entità che mai e poi mai doveva verificarsi in questa fase di campionato che per Pecco è ancora di assestamento, si è materializzata nel momento in cui il 63 sembrava raccogliere la prima briciola di luce, di feeling vero, di quest'anno. E se fino a questa mattina il 2025 di Bagnaia era stato un susseguirsi di risultati utili consecutivi che gli avevano garantito un'ottima media punti e la possibilità di guardare al futuro con la fiducia di chi - nelle difficoltà - si è giostrato alla grande, oggi le basi solide di questo immaginario e graduale percorso di crescita si sono sfaldate. E allora ci si chiede: è tutto da buttare oppure, per assurdo, il punto agonisticamente più basso toccato da Pecco negli ultimi tre anni coinciderà col punto di svolta di una stagione non ancora decollata?
Intanto Bagnaia, al cospetto dei giornalisti, spiega nei dettagli la dinamica della caduta alla "esse" di Dunlop: "Cosa dicono i dati? Che sono entrato un po' più piano con 5 gradi di angolo in meno, e quindi mi sono steso. Stamattina tutto a posto, ero contento, buon feeling e mi trovavo bene col passo...così come quando sono partito per la Sprint. In qualifica ho fatto un po' un casino io, so di non essere troppo competitivo nei time attack con la soft davanti. I movimenti che mi trasmette la morbida non mi aiutano, soprattutto in questa situazione in cui manca il feeling col davanti. Però tutto sommato partivo sesto, senza aver fatto un giro fenomenale, e qui a Le Mans non è un peccato mortale perché c'è il primo rettilineo in cui ti puoi buttar dentro e ci sono diverse opportunità di sorpasso. In gara avevo un buonissimo feeling, mi sentivo a posto, sarei arrivato subito su Alex e l'avrei probabilmente passato alla curva sette, ma sono arrivato alla tre e mi si è chiusa davanti senza grossi avvisi. Non ho fatto niente di matto, ma ho perso comunque il davanti. Il motivo della caduta resta il mio scarso feeling col davanti, ma stendersi è stato un grandissimo peccato perché nonostante tutto riuscivo ad essere veloce e, guardando i passi gara, la seconda posizione era alla portata".
Così, mentre da un lato Daniel Pedrosa a DAZN Spagna asserisce che l'estrema capacità analitica di Pecco potrebbe rappresentare un limite in questo preciso momento storico, dall'altro si resta affascinati dall'onesta intellettuale e dalla lucidità con cui il 63 descrive le sue difficoltà. Quando gli suggeriscono che forse l'epilogo del 2024 sta condizionando questo campionato, lui garbatamente ribalta il nesso logico: "Non sarebbe proprio corretto dire così, è il feeling del 2025 rispetto al 2024 a limitarmi". La dinamica opposta la sta sperimentando Marc Marquez, la cui fiducia nella guida scaturisce da uno slancio di entusiasmo che ha origini tecniche: "Lui è passato dalla GP23 alla GP25 - commenta Pecco - quindi da una moto oggettivamente migliore dell'altra, il che aiuta a 'farti sembrare tutto bello'. La stessa cosa è successa ad Alex, che dalla GP23 è saltato sulla GP24. Io invece sulla GP25 ho avuto un downgrade di feeling rispetto all'anno scorso, non riesco mai a portare in curva la velocità che vorrei, entro sempre legato, questa cosa mi limita molto. Marc guiderebbe anche un trattore, io ho bisogno qualcosa di diverso".

Non è solo ammirevole la capacità di Pecco di ammettere qualche suo limite, è attraente anche il modo con cui cerca di sopperire, di trovare strade alternative. Dopo sei Gran Premi, come lui stesso ha ammesso, si è reso conto che andare ossessivamente a caccia delle sensazioni passate sarebbe stato coem girare attorno ad una soluzione che non esiste. Allora, dal venerdì di Le Mans, ha tentato di modificare se stesso per esaltare i pregi che la GP25 comunque possiede, ha stravolto lo stile che con cui affronta quelle pieghe mancine, lì dove a Marquez riescono cose mai viste ("Negli allenamenti, qualsiasi moto guidi, triplico l'utilizzo del freno anteriore rispetto allo scorso anno...i dati dicono che ho migliorato"). Il primo passo di questo nuovo corso è stato falso, una caduta. Amen. Il bello della vita è cambiare, modificarsi, esplorare tutte le opzioni possibili. Pecco sicuramente lo sta facendo e non si arrende, anche quando gli eventi sembrano soffiargli contro. "Si può fare qualcosa per la domenica di Le Mans?" - gli chiedono. "Certo, si può sempre far qualcosa", risponde convinto. Ha ancora l'espressione impolverata di ghiaia, i gomiti sgraffignati dalla delusione. Si sta sporcando le mani Bagnaia, ma tutto questo - prima o poi - lo condurrà ad una nuova libertà. GoFree, Pecco.