Da bambini Max Verstappen e Charles Leclerc avevano gli occhi ardenti di chi vuole tutto, lo vuole subito, lo vuole per sé e per nessun altro. Bambini che si riconoscono, in quella fame che hanno in comune, e che proprio per questo non si sopportano. Loro che vengono da mondi diversi, che sono cresciuti e seguiti da padri agli opposti. Che non possono essere amici perché si considerano lontani ma che, lo scopriranno crescendo, amici non possono essere perché in realtà sono sempre stati pericolosamente vicini.
Vicini nella voglia di emergere, nel talento cristallino e nel desiderio di spingere quella passione, quella che muove ogni cosa, sempre più in là. E non sapendo come stare vicini, hanno sempre preferito starsi lontani. Max con i suoi, Charles con gli altri. Ad annusarsi da lontano come lupi destinati ad essere capobranco mentre in pista le cose, tra loro, già succedevano. Quella più grande, che oggi raccontano ridendo, è immortalata per sempre in un video realizzato TKart Magazine al termine del secondo round della WSK Euro Series del 2012. Avevano 15 anni ancora da compiere, Max e Charles. A dividerli appena sedici giorni sul calendario: uno nato il 30 settembre del 1997, l'altro il 16 ottobre dello stesso anno. Fratelli in un mondo piccolo, di stelle riconosciute e riconoscibili anche a quell'età.
Piove, al circuito di Val D’Argenton, e il video riprende Jos Verstappen prima di mostrare, più indietro, il giovanissimo Max. Un po' come la sua vita, anche questo video mostra un padre, presente in ogni mossa del giovane talento cresciuto in macchina, prima di un figlio. Max è bagnato e rabbioso nonostante la vittoria: sostiene che Charles lo abbia spinto fuori pista per ben due volte. Charles è più calmo, alza le spalle: ma no, dice. Solo un incidente di gara. Tutte lamentele quelle dell'olandese, una tecnica per prevalere sempre.
Si rispondono da lontano, terribili in una corsa che li porterà fino in Formula 1, e dicono di non sopportarsi. Lo diranno a lungo, a tutti, e a loro stessi per primi. Lo mostreranno sul podio del Red Bull Ring nel 2019 per la prima volta, forse nella prima vera battaglia corpo a corpo in Formula 1, con lo sguardo feroce di un Leclerc sconfitto, relegato a un gradino più basso del podio rispetto a quello del suo avversario di sempre. Lui, Charles, che in Ferrari è appena arrivato, che ha finalmente il suo sogno tra le mani e che può confrontarsi con un Verstappen onnipresente dentro a una Formula 1 conquistata prestissimo, a 17 anni e con un solo anno di esperienza pregressa sulle monoposto.
Si guardano come quando erano bambini, si sfidano in silenzio. E non si sopportano, continuano a dire. Poi qualcosa cambia. Max inizia a lottare per le cose che contano davvero, vive l'anno più difficile della sua carriera - il 2021 - combattendo contro Lewis Hamilton per il suo primo titolo mondiale. Insulti, incidenti, polemiche mai concluse e la vittoria di un campionato che resterà per sempre uno dei più dibattuti della storia. Verstappen lo fa con la forza mentale di chi non sembra fare altro da tutta la vita ma il peso di un mondo addosso, il mondo della Formula 1, deve aver fatto vacillare anche lui.
Con Lewis non si piacciono e la pressione è così alta che qualcosa si rompe per davvero. Hanno età troppo diverse, sono in punti incompatibili delle loro carriere e professano un'etica sportiva che poi, al momento giusto e a parti invertite, sembrano entrambi dimenticare. Funziona così la giostra quando c'è troppa attenzione e quando poi alla fine si ferma, come successo dopo Abu Dhabi 2021, il risultato è forse anche più duro da accettare.
E allora si riconsidera tutto, anche quegli occhi feroci bambini che improvvisamente non sono più diversi dai tuoi. Max Verstappen torna a correre nel 2022 con la consapevolezza di uno che ha scelto di indossare il numero 1, di far sapere a tutti chi è il campione in carica e in che impresa straordinaria è riuscito. Ha voglia di divertirsi in pista, di allontanare la politica e le polemiche nate tra Red Bull e Mercedes, ha voglia di combattere per una stagione diversa. E ha voglia di farlo con Charles Leclerc.
Loro, da sempre lontani, ora che combattono alla pari per un titolo mondiale in Formula 1, non sono mai stati così vicini. Sul podio del Red Bull Ring, lì dove tre anni fa si scambiarono sguardi di fuoco, ridono e scherzano come fossero compagni di squadra. Max bagna Charles, vincitore dopo tre sorpassi all'avversario in pista, con lo champagne del successo e rimanda la sfida a un nuovo weekend di gara. Si portano rispetto, dentro e fuori alla pista, come due nemici lontani che si sono improvvisamente ritrovati vicini. Non amici, no. Quello mai, finché saranno entrambi in Formula 1. Uguali a quando erano piccoli, feroci, impossibili da tenere uno accanto all'altro. Ma allo stesso tempo diversi, come se la parabola della loro vita li avesse disegnati come due rette dall'origine lontanissima destinati però a una vita di incontri e scontri.
E non sappiamo cosa sia successo, che cosa abbiano capito o che cosa abbiano accettato gli uni degli altri in quest'anno di battaglie, vittorie e sconfitte. In questa prima stagione di rivalità vera ora che in gioco c'è tutto o niente. Ma di Charles e Max sappiamo ciò che loro, bambini pronti a qualsiasi cosa pur di vivere della propria passione, hanno impiagato anni a capire. Perché più si vedevano lontani, opposti e contrari, più erano e sono sempre stati incredibilmente vicini.