Quando pensiamo a Jannik Sinner sulla terra, la prima immagine che salta alla mente è quella della sconfitta dello scorso anno in 5 set contro Daniel Altmaier, una partita spartiacque per il tennista italiano, perché da quel fondo è riuscito a risalire, prima raggiungendo la semifinale a Wimbledon e poi chiudendo gli ultimi mesi della stagione in una crescita al vertice che lo ha accompagnato in questo grande inizio di 2024. Certo, a quel punto la terra era già un ricordo lontano e i risultati per Sinner sono arrivati sul cemento, indoor e outdoor, ma la sua eccezionalità su quella superficie, non deve allontanarlo necessariamente dall’altra. Se è vero che la scorsa campagna sulla terra rossa è stata disastrosa in termini di risultati, è anche vero che le sconfitte vanno contestualizzate, e, tranne a Montecarlo, nella ruvida partita contro Rune, in cui l’italiano mollò più di testa, che di gioco, estenuato dai continui giochetti del suo avversario, Sinner, sia nella sconfitta con Cerundolo a Roma, che in quella contro Altmaier appunto al Roland Garros, non è apparso brillante dal punto di vista fisico.
Era anche un Sinner diverso, la terra richiede uno sforzo maggiore rispetto alle altre superfici, a livello di resistenza fisica, perché gli scambi si allungano e il servizio ti aiuta, ma non risolve i problemi; inoltre, lo scorso anno l’italiano era ancora troppo monotematico per poter vincere sulla terra, i suoi colpi secchi, con la pallina che “schiocca” quando impatta sulla racchetta, non hanno la stessa efficacia che hanno sul cemento. Se è vero che la terra ha mostrato a Sinner quali sono i suoi limiti più grandi, questo non vuol dire che non sappia giocarci. Nel 2020, in un Roland Garros strano, giocato a ottobre per via del Covid, Jannik raggiunse i quarti di finale, dove si arrese solamente a Rafa Nadal, in una partita comunque molto combattuta, seppur finita in tre set; è stato il primo exploit a livello slam della carriera, la prima volta in cui tutti hanno capito quanto potenziale avesse questo ragazzo. Nel 2022, a Umago, Sinner ha vinto il suo primo titolo sulla terra rossa, in finale contro Carlos Alcaraz, dominandolo dopo aver perso il primo set.
Rispetto allo scorso anno, è cambiato tutto, in termini di convinzione, perché adesso Sinner è indiscutibilmente il giocatore più forte del mondo, e anche in termini di gioco, perché le variazioni, i progressi al servizio (soprattutto sulla seconda), la capacità di cambiare altezza e traiettorie ai propri colpi, evitando di giocare sempre nello stesso modo, e un’estremamente migliore condizione fisica (si parla di 4 chili di muscoli in più rispetto allo scorso anno) che ha sviluppato sul cemento, se le porterà dietro anche sulla terra, dove tutti questi perfezionamenti tecnici e tattici risulteranno ancora più efficaci.
Guardando nello specifico ai quattro tornei a cui parteciperà (Montecarlo, Madrid, Roma e Parigi), forse è proprio Montecarlo il torneo dove farà più fatica (paradossalmente dove ha ottenuto il miglior risultato lo scorso anno), perché è quello con la terra più lenta e pesante, anche se l'assenza di Alcaraz - ritirato per infortunio - aiuterà in questo senso. Sinner ha detto di aspettarsi poco dal torneo di Montecarlo, dichiarando come l’obiettivo sia quello di fare allenamento attivo, giocando le partite. A Madrid invece, il discorso sarà diverso, si gioca in altura, il campo è veloce, simile al cemento, perfetto per il tipo di gioco di Jannik, soprattutto nella sua versione potenziata (ma non ancora finale) di adesso. Il torneo della verità però sarà Roma, vista la somiglianza della terra con quella di Parigi, sarà un banco di prova per capire le reali possibilità di Sinner al Roland Garros (e di conseguenza alle olimpiadi, che si giocheranno nello stesso impianto).
Gli avversari saranno sempre i soliti: senza Alcaraz ci sarà Djokovic (nonostante la minicrisi che sta affrontando), Medvedev, che piano piano si sta abituando alla terra dopo anni di odio (lo scorso anno ha vinto Roma) e Zverev, per certi versi il più pericoloso dei quattro, soprattutto al Roland Garros, dove più volte ha dimostrato di saper alzare il livello. Più indietro partono quei giocatori in cerca di riscatto, che sperano nella terra per ritrovare il loro miglior tennis, come Rune, Ruud e Tsitsipas. Le mine vaganti ci sono, e sono anche di più rispetto alle altre superfici; quindi, occhio a Shelton (che ha appena vinto a Houston), Jarry, Etcheverry e perché no, Berrettini e Musetti. Sinner ha detto che ha davanti a lui mesi difficili, ma interessanti. Lui non l’ha detto, perché non è nel suo personaggio, ma lo diciamo noi, potrebbero essere anche dei mesi storici, perché con dei buoni risultati sulla terra, potrebbe raggiungere la prima posizione mondiale prima di Wimbledon, spezzando il dominio di Djokovic e tutti i record che il serbo si porta con sé.