In un’Italia che si innamora di chi vince, e nel caso di specie, per la sua attitudine viene difficile non apprezzarlo, oggi tutto è Sinner e tanti sono i sinnerologi. Inevitabile che sia così, del resto lo sport è qualcosa del quale tutti possono parlare, anche se non è vero, neppure in questo caso, che uno vale uno. E, allora, tanto vale provare a tracciarne un identikit, non per gli addetti ai lavori – che vanno seguiti, letti e ascoltati: da loro c’è sempre da imparare in merito – ma for dummies, se non altro per non incappare in scivoloni micidiali nelle discussioni social o da bar, per quelli che ancora li frequentano.
E, allora, mentre per gli amanti del nozionismo spiccio su record e primati, Wikipedia ha una pagina aggiornata con quelli dell’altoatesino, per le statistiche qui riportate il riferimento è il sito dell’Atp, legge in materia. Tra questi numeri e qualche parere illustre riportato, ecco un vademecum sinneriano per tutti.
Servizio
Un fondamentale nel quale Sinner è migliorato notevolmente nell’ultimo biennio è il servizio. Non eccelle negli ace (6.1 di media a gara nelle ultime 52 settimane, dunque da aprile 2023 a oggi; per dire, quella di Hurkacz è 15, Zverev 8, Djokovic 7.6, mediamente meglio anche Arnaldi e Sonego, a 6.6 e 6.4), ma i doppi falli sono una rarità: 1.7 a gara, nessuno dei primi 20 del ranking è ai suoi livelli. Ma è la percentuale di punti conquistati sulle palle di servizio che denota l’efficacia: sempre i dati delle ultime 52 settimane infatti dicono che Sinner ha vinto il 76.9% dei punti vinti con la prima di servizio e il 57.3% con la seconda (meglio di chiunque altro). Dati sempre in crescendo: le percentuali dell’anno 2022 erano rispettivamente di 74.5% e 53.2% e nel 2023 di 76.2% e 56.3%. E, soprattutto, Sinner in battuta ha vinto l’89.6% dei game disputati: nessuno come lui.
Risposta
Aggressivo e tecnico, oggi Sinner è capace di una varietà di colpi efficaci negli scambi, non solamente un picchiatore. In un’intervista a Gaia Piccardi, sul Corriere della Sera pochi giorni fa, Diego Nargiso, parlando della risposta di Sinner, ha sostenuto che “Jannik non ha nessun tipo di debolezza, né da destra né da sinistra”, e “alterna risposte da lontano e da più vicino”, appunto più variazioni rispetto agli albori. Il gioco a volo è sempre più disinvolto, ma la sensazione in questo senso è che non abbiamo ancora visto tutto.
Dritto
A giudicare da quanto, incontrandolo, recentemente gli ha detto Serena Williams (“vorrei avere il tuo dritto”), si direbbe che quello è il colpo migliore di Sinner. Non è esattamente così: secondo Adriano Panatta, Williams ha sbagliato il complimento: “Il dritto di Sinner è una frustata ma il rovescio è speciale: non mi ricordo l’ultima volta che ne ha messo fuori uno gratis”. Tornando al dritto, Ubitennis, dopo la vittoria di Sinner a Pechino, notò “la comparsa nel corso della trasferta asiatica di una nuova idea all’interno del tennis di Jannik (...): ci riferiamo al dritto stretto anomalo (...) che se eseguito con parsimonia e precisione può rappresentare un’arma letale”. E lo ha migliorato, da allora.
Rovescio
Detto degli applausi al suo fondamentale migliore da parte di Panatta, dalle parole di Nargiso riprendiamo l’analisi sul rovescio in diagonale di Sinner, “un colpo devastante” con il quale “dimostra una sicurezza micidiale; da lì non lo sposti, ha appoggi sicuri, davvero in pochi riescono a scalfirlo sul lato sinistro”. Il rovescio in back dell’altoatesino, per l’ex tennista napoletano, “è ancora in embrione”.
Sotto pressione
Questo non è un colpo, ma un dato sulla capacità di restare sul pezzo: i numeri delle ultime 52 settimane dicono che Sinner ha salvato il 73.4% delle palle break che ha lasciato agli avversari. Il migliore degli altri, Ruud, si ferma al 69.9%. Nel complesso dei dati che porta al cosiddetto “under pressure rating”, senza andare oltre, basti sapere che Sinner è dietro solamente a Djokovic (247.9 contro 254.1).
Del resto, se lo scorso dicembre, dopo avere iniziato il 2023 da numero 15 del mondo e averlo chiuso al quarto posto del ranking, Sinner era stato eletto dai suoi colleghi “most improved player” dell’anno, è evidente che tutto, in lui, è in poderosa evoluzione. Ma dove vince Sinner, su quale superficie? Numeri e dati, anche qui.
Hard court e cemento
Su 13 titoli Atp vinti in carriera, l’attuale numero 2 del mondo ne ha ottenuti ben 12 su hard court e cemento, indiscutibilmente le superfici preferite da Sinner, quelle più adatta al suo stile di gioco. Che si tratti di indoor (i 250 di Sofia 2020 e 2021, Anversa 2021 e Montpellier 2023, i 500 di Vienna 2023 e Rotterdam 2024) o all’aperto (il 250 a Great Ocean Road di Melbourne 2021, i 500 di Washington 2021 e Pechino 2023, i 1000 di Toronto 2023 e Miami 2024 e, ovviamente, l’Australian Open, il suo primo Slam), nulla cambia: da gennaio 2023 a oggi l’altoatesino è il tennista che ha vinto il maggior numero di partite su cemento e hard court, ben 72. Nel 2024, al momento, è a 22 vittorie in 23 incontri. Anche le quattro finali Atp perse in carriera le ha comunque raggiunte sul cemento. Dura era anche la superficie sulla quale, a Malaga, Sinner aveva condotto l’Italia alla Coppa Davis 2023.
Terra battuta
Sinner ha disputato 44 tornei tra il 2015 e il 2023, vincendo proprio sulla terra battuta l’unico titolo non ottenuto sul cemento: il successo è del 2022, all’Atp 250 di Umago, vinto in finale contro Alcaraz. Tra gli altri risultati, una finale al Futures della Val Gardena nel 2018 (venne battuto dal tedesco Peter Heller), la semifinale a Barcellona 2021 e Montecarlo 2023, i quarti del Roland Garros nel 2020. Montecarlo 2023 rappresenta un rimpianto per la sconfitta contro Rune (dopo il 6-1 iniziale, venne rimontato con un doppio 5-7). Ora che inizia la stagione della terra, e considerando uno stato di forma fisica e mentale eccellente, è lecito attendersi un’ulteriore accelerazione su una superficie che magari non è la sua preferita, ma certo non gli è estranea.
Erba
Sull’erba Sinner ha preso parte solo a una manciata di tornei sull’erba dal 2019 a oggi: il 250 di s-Hertogenbosch (2019 e 2023), quello di Eastbourne (2022), il 500 di Halle (2019 e 2023) e, ogni anno, Wimbledon. L’erba è la superficie nella quale, in carriera, in percentuale ha vinto meno partite (il 58,3%), eppure è anche quella che, nel 2023, lo ha visto arrivare alla prima semifinale in uno Slam, appunto a Wimbledon, contro Djokovic. Nel 2024 giocherà ad Halle e ai Championships