L'Italia? Un paese di inventori, da sempre. La cosa brutta è che, ultimamente, il nostro atavico cervello creativo si stia deviando soltanto a inventare polemiche, creandole dal nulla. Di sana pianta, o meglio, di insana pianta. Perché la corsa ai titoloni e ai click non ha nulla di sano, davvero. Ma lo facciamo tutti, è vero. Lo facciamo, sapendo di farlo. Nessuno è cattivo, è il mondo dell'informazione che si è evoluto in questo senso. Funziona così, non si scappa dal sistema. Per sopravvivere servono i click, per fare i click servono i titoli, per fare i titoli servono i nomi. Questo è risaputo. L'importante, come in ogni caso, è non esagerare. Perché va bene tutto: il lavoro, la sopravvivenza, i titoli, però quando è troppo, è troppo. Così capita che ti ritrovi il web pieno di gente che parla di Vasco Rossi contro Jannik Sinner. Capirete, è una bomba. Il rocker e il tennista più famosi d'Italia, uno contro l'altro. Uno storytelling da paura: il conflitto è la base di ogni narrazione, lo insegnano in tutti i corsi di marketing. Più sono grandi i titani, più rumore fanno mentre combattono. L'argomento, poi, rinforza. In questo caso, le tasse. Vasco Rossi contro Jannik Sinner che paga le tasse a Montecarlo, e non in Italia. Si vola, dal punto di vista della polemica. Ma non è che sarà una cazzata?
Lo è. Trattasi di emerita cazzata inferenziale, una sorta di ritocchino alla verità. Una punturina di botox ai fatti che succedono veramente. Che vuoi che sia? Si prende un'intervista che Vasco Rossi ha rilasciato ad Aldo Cazzullo, pubblicata sul Corriere della Sera. A una domanda, il cantante di Zocca risponde, testualmente, che “Non pagare le tasse è una vergogna. Io sono italiano, fiero e orgoglioso di esserlo, e ho voluto mantenere la residenza in Italia. Voglio e debbo versare tutte le tasse al mio Paese. Se guadagno, vuol dire che posso pagare. Sono favorevole anche a un’imposta sul patrimonio. E dovrebbero pagare le tasse pure le multinazionali, a cominciare dai padroni della Rete”. Come quasi sempre accade, il Blasco non usa troppi giri di parole, e dice cose ragionevoli. Non parla né di Sinner, né di Montecarlo. Dice semplicemente la sua opinione a riguardo delle tasse, attaccando gli evasori e le multinazionali, in particolare i colossi del Big Tech. Però poi accade che su un blog del Sole 24 Ore compaia il titolone: "Vasco Rossi l'anti- Sinner. Non pagare le tasse è una vergogna. Non vado a Montecarlo". Facciamo una piccola analisi, senza la pretesa di fare debunking, che in questo caso sarebbe anche fin troppo facile. Nella prima parte dell'articolo compare il virgolettato che abbiamo ripreso poco fa, tratto dall'intervista fatta da Cazzullo. Poi ci si aggiunge il pezzo in cui parla davvero di Montecarlo, peccato che sia tratto da un'altra intervista, rilasciata nel 2011. Sinner aveva 10 anni, nel 2011, e presumibilmente non pagava tasse, né qui né a Montecarlo. Però, secondo chi scrive sul blog (in questo caso Angelo Mincuzzi) o secondo chi l'ha titolato, Vasco sapeva già che il piccolo carotino avrebbe spostato il domicilio fiscale nel Principato di Monaco. Per correttezza, lo scrive anche, che il pezzo arriva dal 2011, ma si spera forse che il lettore abbia ancora la mente obnubilata dal titolone.
Poi la cosa si diffonde, perché il clickbait è un mestiere. Così la cosa finisce ovunque, e basta scrivere Vasco Rossi Sinner su Google per rendersene conto. Qualcuno ridefinisce la cosa come una "frecciata a Sinner", ma il succo non cambia, la verità rimane stravolta. Libero, non il giornale ma il provider di posta elettronica, Leggo, Cityrumors, Notizie.it, Controcopertina, Zazoom, e via dicendo, tutti raccontano l'attacco di Vasco Rossi al campione di tennis. Attacco che, però, non è mai avvenuto veramente. Il problema è che nelle homepage e nei feed delle persone questi titoli ormai sono comparsi, e compariranno, creando una realtà che non è vera. È questo, il punto centrale, perché è attraverso le notizie che ognuno di noi si crea la propria immagine del mondo in cui vive. Il mondo è una costruzione sociale, dicevano due sociologi importanti del Novecento, Berger e Luckmann, ma se costruiamo il mondo su delle fondamenta di fango, non ci si può aspettare che questo rimanga in piedi a lungo. E se il mondo dell'informazione è destinato, per sopravvivere, a ricorrere a questi mezzi, bisognerà parafrasare proprio Vasco, quando parlava della televisione, perché avremo sempre di più l'impressione che ci stiano rubando il tempo, e magari andrà bene così, senza parole. Peraltro lo stesso Vasco ha chiarito il proprio pensiero al di là di ogni ragionevole dubbio: "ehi, ehi, leggi bene - le parole di Rossi in una story - e lascia stare Sinner che è un cambione mondiale. Io pago le tasse qui, perché lavoro qui in Italia e nell'articolo mi riferisco chiaramente a quelle grandi aziende che lavorano e producono in Italia che dovrebbero pagare le tasse dovute. Giù le mani da Sinner che lavora in tutto il mondo e che può fare quello che ritiene. W Sinner numero 2 al mondoooo".