Il tennis mondiale ha un nuovo numero due: questa volta è italiano e porta il nome di Jannik Sinner. Di recente a MOW Nicola Pietrangeli, proprio su Sinner, aveva detto: “Per battere tutti i miei record gli servono due vite”, frase che aveva scatenato non poche polemiche. A proposito di Pietrangeli c’è stata una stoccata di Adriano Panatta che ha detto “intanto godiamoci Sinner numero due, che scavalca Nicola. Pietrangeli è stato numero tre quando la classifica se la faceva lui”. Abbiamo chiesto a Pietrangeli cosa ne pensasse della battuta del suo collega, e non si è risparmiato. Secondo Pietrangeli: “L'invidia è una brutta bestia e mi fa veramente paura. Se ho vinto due volte Parigi me lo sono inventato? Panatta si poteva veramente risparmiare quest'uscita”. Non ha dubbi sul paragone tra Sinner e Novak Djokovic ma, secondo lui, c’è un terzo incomodo che potrebbe dare molto fastidio. E sul prezzo dei biglietti e su Selvaggia Lucarelli che ha avanzato questo tema è tranchant.
Nicola Pietrangeli, Adriano Panatta ha fatto una battuta su di lei, come l’ha presa?
Io giocavo con le scarpe da pallone e la racchetta da ping pong. Detto ciò, non mi stupisce che dica certe cose, in fondo è Adriano Panatta. È una battuta sgradevole, gratuita e sa benissimo che non è così. Spero che la gente capisca.
Che vuol dire che in fondo è Adriano Panatta?
Chi sa che cosa sto dicendo lo capisce benissimo. Io non ho parole perché secondo lui ho sempre fatto tutto da solo: mi facevo le classifiche da solo, vincevo da solo come se gli avversari non ci fossero. La verità è che l'invidia è una brutta bestia e mi fa veramente paura. In tutte le interviste che ho rilasciato non ho mai parlato male di Panatta. Ho sempre detto che lui era nato per giocare a tennis. Ma se ho vinto due volte Parigi me lo sono inventato? Si poteva veramente risparmiare quest'uscita.
Lei dopo Miami ha ammesso la forza di Sinner. In precedenza, hanno male interpretato le sue parole?
Io un po’ di tempo fa avevo detto che a Sinner per battere tutti i miei record sarebbero servite due vite. È importante però sottolineare la parola tutti. Questo perché ce ne è uno che non è battibile: gli incontri di Coppa Davis che ho giocato io sono imbattibili, per tutta una serie di fattori. Io ho giocato 164 incontri e nessuno al mondo potrà mai battere questo record. Quindi avrei dovuto dire, e qui faccio mea culpa, “tutti i record tranne uno”. Comunque, Sinner ha 22 anni, aspettiamo che finisca la sua carriera e poi vediamo se ha battuto tutti i miei record, cosa che io gli auguro fortemente. Sarei stupido a non augurare a un ragazzo forte e perbene come lui un successo simile. Non mi sembra di essere così cattivo ecco.
Riuscirà a superare anche Djokovic in classifica?
Non dimentichiamoci che dietro Sinner c'è un ragazzino con due anni di meno, che si chiama Alcaraz.
Quindi secondo lei la vera sfida è tra Sinner e Alcaraz piuttosto che tra Sinner e Djokovic?
Non c'è dubbio. Sinner in questo momento è il numero due al mondo, ed è un altro record che mi ha battuto, anche se per me è il numero uno. Non figura come numero uno in classifica solo perché c'è un computer secondo cui Djokovic ha mille punti in più di Sinner. Ma secondo me i due oggi sono quantomeno alla pari, per non dire che è più forte Sinner. Vorrei ricordare a Panatta che ai miei tempi non mi facevo la classifica da solo, ma alla fine dell'anno c'erano i dieci migliori giornalisti sportivi, esperti di tennis, che facevano due classifiche. La prima era una classifica globale, l'altra era sui campi veloci e sulla terra. E io, modestamente, per due anni sono stato il numero uno sulla terra. Però magari secondo Panatta mi sono inventato anche questo.
Selvaggia Lucarelli ha fatto notare che il tennis sarebbe uno sport per ricchi, con i prezzi dei biglietti molto aumentati da un anno all’altro. Cosa ne pensa?
La questione si basa sempre sul rapporto tra domanda e offerta. Fanno bene ad aumentare i prezzi o fanno male i tifosi a spendere quelle cifre? Bisognerebbe fare delle domande a quelli che pagano i biglietti, dato che i prezzi mi sembrano molto alti. Dire “per ricchi” è sbagliato, perché o sono diventati tutti i ricchi o la gente fa finta di essere povera. Basta guardare gli stadi per vedere che sono tutti pieni. In questo momento il torneo di Roma dovrebbe avere uno stadio da 20.000 persone. Noi italiani non siamo degli sportivi ma siamo dei tifosi, c'è una differenza. Quando c'era Valentino Rossi eravamo tutti tecnici del motociclismo, ora si parla solo di tennis. L'italiano, nel momento in cui c'è da fare il tifo, non guarda quanto costa quel biglietto, spende i soldi e va a vedere la partita.
Possiamo chiamarlo “effetto Sinner”?
In questo momento assolutamente sì. Diciamo che ci sono state tre generazioni: io giocavo per mille persone, poi è arrivato Panatta e ha fatto diventare il tennis molto più popolare, per cui le persone si sono duplicate, ora c'è Sinner che è uno spettacolo e rispetto ai miei tempi gli spettatori si sono triplicati. Comunque me ne aspetto altre di battute da Panatta.
Ma secondo lei sente qualche forma di rivalità?
Questa cosa è molto stupida, perché Adriano ha diciassette anni meno di me. E diciassette anni nello sport rappresentano due generazioni. Però c'è da dire che lui ha avuto una carriera molto molto breve. Basta vedere i numeri, non capisco perché si debbano fare queste polemiche dato che il numero di tornei che ho vinto rispetto ad Adriano si può trovare ovunque. Io non ho mai detto di essere stato più forte di lui, ma di aver avuto di gran lunga molti più risultati rispetto a lui. Dite a Panatta che non sapevo di essere così potente da potermi addirittura fare le classifiche da solo.