Come mai Matteo Berrettini ha avuto un malore in campo durante la partita contro Andy Murray al primo turno dell'Apt di Miami? Mancanza di tenuta fisica, il caldo o l’ansia? Secondo l’ex tennista Nicola Pietrangeli, che abbiamo intervistato, si è trattato sicuramente di “preoccupazione e ansia”. Ma, durante l’intervista ci ha fatto una rivelazione: “Lui due anni fa mi aveva detto che avrebbe voluto smettere”. E poi tuona: “Questi ragazzi sono così fortunati da non rendersene neanche conto. Sono ricchi e famosi, che cosa vogliono di più?”. Ma perché Berrettini ha mandato via il suo allenatore Vincenzo Santopadre? “Quella decisione mi ha fatto capire che c'è qualcosa che non va”. Poi Pietrangeli è inarrestabile contro i giornalisti, che definisce “una brutta razza”, parla di chi lo ha accusato di essere invidioso di Jannik Sinner e fa un confronto con Adriano Panatta...
"Berrettini giocava male? La Satta non c'entra. Sinner? È sulla buona strada, ma non basta vincere un torneo. Io per battere i suoi record di incassi avrei dovuto vivere otto vite, ma questo non mi rende geloso"
Pietrangeli, Berrettini ha avuto un malore perché poco in forma?
Lui dice che faceva molto caldo e che il clima era molto umido. Era in un momento un po’ brutto, ma questo può dircelo solo lui. Poi dopo si era ripreso e sembra che stesse anche abbastanza bene.
Potrebbe aver avuto un attacco di panico?
Panico proprio non credo, ma un po’ di preoccupazione e ansia sicuramente.
Lei come lo vede in generale?
È la prima volta che lo vedo giocare di nuovo. Lui è un bravissimo ragazzo, ma ha un problema nelle gambe. Lui due anni fa mi aveva detto che avrebbe voluto smettere. Ma questi ragazzi sono così fortunati da non rendersene neanche conto. Sono ricchi e famosi, che cosa vogliono di più? C’è la gente in giro che muore di fame. Ma questo non è un attacco a Berrettini. Tornando al campo, il fatto che abbia perso non mi preoccupa, Murray è ancora un ottimo giocatore. Questo era il secondo turno che faceva dopo mesi che non aveva giocato, per cui non ne farei proprio un dramma.
Ma lui perché aveva detto di voler smettere?
Questo lo dovete chiedere a lui. Io l'ho lasciato parlare e anche il fatto che abbia lasciato Vincenzo Santopadre mi fa capire che c'è qualcosa che non va. Il fatto che giocasse male perché vicino aveva una bellissima ragazza come Melissa Satta non vuol dire niente, perché tutti hanno accanto delle belle donne e non vuol dire che devi necessariamente giocare male a tennis.
Lei come ha replicato all'affermazione di Berrettini?
Io non faccio il giornalista, non ho quella curiosità morbosa di capire il perché, sono stato ad ascoltarlo. Dentro di me ho pensato che alla sua età e con la sua condizione avrebbe fatto un errore, ma non gliel'ho detto.
E perché?
Ho dentro di me un principio fondamentale: non voglio consigli e non do consigli. A dare consigli sono bravi tutti, ma le cose bisogna viverle. Sono dei momenti troppo importanti per interferire e sono affari loro. Voi, invece, nel vostro mestiere siete curiosi come delle scimmie. Per voi se non c'è una punta di cattiveria ho un po’ di pepe in un'intervista non va bene, puoi usate la scusa che non siete voi a fari i titoli e allora si scrive qualsiasi cosa.
Si deduce come lei non abbia una grande simpatia per i giornalisti...
Alcuna simpatia. Se quando parlo non dico qualche cattiveria sembra che quello che dico non sia importante, siete una brutta razza e lo dico perché ho a che fare con i giornalisti da settant'anni. Poco tempo fa su un giornale c'era scritto che solo due italiani avevano vinto due tornei di fila, senza nemmeno specificare se si trattasse o meno di grandi Slam. Io però di fila ne ho vinti cinque. L'altro giorno leggo che solo Panatta e Sinner hanno vinto 14 incontri di fila: se io ho vinto 5 tornei di fila, quanti incontri consecutivi posso aver vinto? Se una persona è un minimo onesta prima va a controllare.
Lei l'anno scorso aveva detto che, per battere tutti i suoi record, a Sinner sarebbero servite due vite.
Prima di tutto quello delle tre Coppa Davis di fila non lo potrà mai battere perché hanno cambiato il regolamento. Semmai, quindi, li potrà battere tutti tranne quello. Ma nel mondo quel record non lo potrà più battere nessuno, non singolarmente Sinner o Berrettini. Erano altri tempi e io sul campo centrale di Wimbledon giocavo con le scarpe da pallone e la racchetta da ping pong.
Questo si riallaccia alla sua antipatia nei confronti dei giornalisti.
In Italia ci sono quattro quotidiani sportivi, siamo l'unico paese al mondo. Poi ci sono tutti gli altri quotidiani che hanno almeno una o due pagine dedicate allo sport: ma quanti giornalisti sportivi ci sono in Italia? Vergogna, perché è come se io mi mettessi a parlare di fisica nucleare.
C’è molta impreparazione?
Ma se alcuni non sanno nemmeno se la racchetta è lunga o corta, quadrata o triangolare, che cosa scrivono? Questo mi fa molta rabbia, perché quando hai la penna puoi scrivere qualunque cosa e nessuno ti contraddice. Io sono stufo che ogni volta che si parla di tennis si parli di era moderna, perché questo sport non è stato inventato pochi anni fa. Questi giovani sedicenti giornalisti prima di scrivere dovrebbero comprarsi un libro e glielo consiglio anche: quello di Gianni Clerici. Prima dei tennisti di oggi c'è stato qualcuno che ha fatto dei passi affinché loro oggi arrivassero a essere dei miliardari.
Quindi sta dicendo che certi record sono eccessivamente esaltati?
I record sono fatti per essere battuti e questo va benissimo. Quando due anni fa Berrettini è arrivato in finale di Wimbledon mi hanno chiamato subito e io ho detto che era stato bravissimo, ma che, finalmente, dopo 51 anni, un giocatore italiano aveva battuto uno dei miei record. Si vede che non era così facile se sono passati tutti questi anni. Io ho tenuto tutti i record italiani per 51 anni, perché qualcuno non li ha battuti prima? Perché ero bravo e gli altri erano scarsi? O viceversa? Quando mi chiedono quanti Slam vincerà Sinner impazzisco, perché è una domanda talmente stupida da non poter rispondere. Quando finirà la sua carriera faremo i conti.
Chi è per lei un punto di riferimento nel mondo del tennis?
Vittorio Selmi, lui sa tutto, è L'enciclopedia del tennis. Poco tempo fa, parlandoci, mi ha chiesto se sapessi quanti tornei aveva vinto Adriano Panatta. Io non lo sapevo e lui mi ha detto che ne aveva vinti 14. Poi mi ha chiesto se sapessi quanti ne avevo vinti io, ma non sapevo neanche questa e ho scoperto di averne vinti 48. Allora ti chiedo, se uno ne ha vinti 14 e l'altro 48, dobbiamo ancora star qui a parlare? Certo non erano tutti grandi Slam, ma resta comunque un numero elevatissimo. Sono stufo di farmi prendere sempre a pesci in faccia.
Perché sta facendo il paragone con Adriano Panatta?
Perché mi sto riferendo alla conversazione avuta con Vittorio Selmi e a quell'articolo che è stato scritto. Ripeto, non saranno stati tutti tornei di altissimo livello, ma, come dicono i francesi, intanto fallo e poi ne parliamo. Sono tutti bravi a sminuire un torneo piuttosto che un altro, intanto però lo devi vincere. Troppi non ne ho vinti di tornei, ma chi è che ha uno stadio a suo nome oltre me? Non voglio vantarmi, ma so io quello che ho fatto, anche se la gente se lo scorda.
Sembra il grido di un campione che sia stancato di essere chiamato solo per fare polemica.
Esattamente così. Lo fanno con lo scopo di riuscire a trovare una frase durante la conversazione che possa fargli fare il titolo. Sono molto deluso.
E il tennis italiano la sta deludendo in questo momento?
No, è il numero uno al mondo, sperando che Berrettini si riprenda. Poi come o quando lo fa sono affari suoi e di chi gli sta intorno.
Qual è il punto debole di Berrettini?
Che lui abbia delle gambe deboli per il suo fisico. Sembra sempre che io voglia criticare, ma questa non è una critica, è un dato di fatto. Io ho avuto la fortuna di aver giocato a pallone, e le gambe per il tennis sono tutto. Per cui, se non sei ben piantato a terra con le gambe e devi parare il colpo, la palla ti va fuori. Sul dritto e sul servizio non gli puoi dire niente, ma qualcosa gli manca. D'altra parte, c'è chi ha la “C” maiuscola e chi invece minuscola. Berrettini aveva fatto delle cose grandi, e c'era quasi arrivato alla maiuscola.
E Sinner?
È sulla buona strada, ma non basta vincere un torneo. Poi per me non si può mai classificare nessuno come il più bravo in assoluto, perché magari è stato il più bravo in quel determinato momento. Qualcuno sa se Sinner avrebbe battuto Bill Tilden? Nessuno. Questo perché era un'altra epoca, quindi ognuno si gode il proprio momento di grande bravura. Alla fine della carriera si faranno le valutazioni, sia in termini di risultati che in termini gioco.
Perché lei è così deluso?
Io non chiedo di essere ricordato, ma non mi va che ciò avvenga solo quando fa comodo che io dica qualcosa per i giornalisti o che dia qualche consiglio. Ma come posso io mettermi a fare polemica con Sinner come qualcuno ha scritto? È un bravo ragazzo, è miliardario, è forte, posso mai avercela con lui? Siccome l'italiano è invidioso e geloso di natura, allora io dovrei essere così imbecille da essere geloso di lui? Va bene che non sono una cima, ma non posso credere che mi ritengano così cretino da additarmi come geloso di Sinner. Io per battere i suoi record di incassi avrei dovuto vivere otto vite, ma questo non mi rende geloso.
Vi siete conosciuti?
L'ho visto tre anni fa e mi sembra rimasto lo stesso ragazzo carino che ho conosciuto. Non basta guardarlo giocare, ma bisogna sentire i colpi che tira Sinner, proprio con l'orecchio, ma nessuno conosce abbastanza il tennis per farlo. Fateci caso: quando lui sbaglia un colpo sorride, perché in quel momento si chiede come abbia potuto sbagliarlo. Qualche colpo dopo, quando ne fa uno straordinario, lui sorride e si chiede come abbia fatto a fare una bellezza simile. Lui è contento ed è felice di stare lì. C'è anche da dire che con tutto quello che succede nel mondo ci manca solo che questo ragazzo sia infelice.