L'International Tennis Hall of Fame è un luogo per pochi. Il Newport Casino di Newport custodisce i nomi di 262 personalità del tennis provenienti da 27 nazioni diverse. Non solo tennisti, tra i grandi di uno sport che non assomiglia a nessun altro, ma anche addetti ai lavori. Dall'inventore del tennis moderno, Walter Clopton Wingfield, a ogni grande sportivo ritirato dal campo: Björn Borg, John McEnroe, Andre Agassi, Jimmy Connors e via, avanti e indietro di dritti e rovesci sul lungolinea della storia di questo sport secolare.
In quell'Olimpo di Newport, terra di pochi, solo due italiani figurano tra i 262 della Hall of Fame. Un tennista, Nicola Pietrangeli, e un addetto ai lavori: Gianni Clerici. Scomparso ieri all'età di 91 Gianni Clerici resterà, che ne voglia il tempo, dentro quel luogo sacro per chi il tennis lo ama e l'ha amato. Una carezza per un uomo, un'icona del giornalismo sportivo in Italia e nel mondo, che questo sport non ha mai smesso di raccontarlo.
Arrivato alla carta stampata della Gazzetta dello Sport nel 1951 dopo una breve carriera da tennista, Clerici era già chi poi, con la fama, il successo e la notorietà, non ha mai smesso di essere: un appassionato. Un uomo capace di raccontare il tennis con la passione di un bambino ma con le competenze di chi quel gioco lo conosce dal campo. In un doppio che ha sempre giocato tra poesia e tecnica, narrazione e cronaca, il breve tempo ha conquistato il cuore degli appassionati.
Oltre 6.000 articoli, le lodi del TIME e la fama internazionale non hanno piegato alla quotidianità la passione di un ex tennista diventato comunicatore. A 90 anni compiuti Gianni Clerici era ancora lo stesso ragazzo in grado di emozionarsi davanti a colpi inattesi, resistenze insperate e forze pronte a crescere: a dimostrarlo un articolo, un omaggio a Jannik Sinner, pubblicato il 15 novembre 2020 su Repubblica. "Io ormai ho novant'anni - ha scritto dopo la vittoria del giovane italiano nel suo primo torneo ATP - e questa di Sinner rimane tra le giornate migliori che abbia passato".
È un merito di Sinner certo, quello di essere "Un ragazzo che rende felici", ma è un merito anche e forse soprattutto di Gianni Clerici, capace a 90 anni - dopo una vita intera dedicata a una pallina gialla che rimbalza di qua e di là - di emozionarsi davanti al talento, alla passione, alla vita in avanti di un ragazzo che ha tutto da dimostrare.
In mezzo ai successi di una vita e in particolare di libro, 500 anni di tennis, considerato la Bibbia di questo sport e tradotto in tutto il mondo, di Gianni Clerici ci resta una lezione di entusiasmo. Linfa vitale di chi racconta uno sport e per farlo, prima di ogni altra cosa, deve amarlo davvero. Deve conoscerlo con competenza, senza cadere nella tifoseria, ma deve anche e soprattutto ricordarsi perché, tra tutte le possibilità di una vita, ha scelto questa. A venti, quaranta o novanta anni. Guardando il miglior tennista del mondo vincere tutto o il più giovane talento iniziare la scalata. Ed essere felici, come Gianni Clerici con Jannik Sinner. Felici di aver scelto questa, di strada.