Il Daily Mail definisce Melissa Satta “sessodipendente” (“sex addict”) dando la notizia della sua separazione dal tennista Matteo Berrettini. Il sito, tra i più visitati al mondo, dice “NewsGuard” (un sito che monitora l’informazione web), pur essendo oramai affidabile riguardo alle notizie non “riesce ancora a presentare le informazioni in maniera responsabile”. La sessodipendenza viene dedotta dal tabloid a causa di una precedente dichiarazione della Satta a proposito dell’ex marito Kevin-Price Boateng: “Faccio sesso con lui dalle sette alle dieci volte a settimana”. Basta questa cifra a essere definita sessodipendente? O la sessodipendenza è tale solo se è riconosciuta come un disagio da chi decide che ne sta soffrendo? E la dipendenza dal sesso quando è tale e quando è invece soltanto una scusa accampabile nei confronti del partner? “Non è colpa mia, sono malato”.
Ci sono molte celebrità che hanno ammesso una sessodipendenza. Uno dei primi fu Michael Douglas, e tutti pensarono – errando, oh come erravano – che fosse una mossa furbetta. Ma poi arrivò la valanga: Charlie Sheen, vabbè, c’era da aspettarselo un po’, diciamo per il suo carattere portato alle dipendenze (lo sapete che esiste un disturbo comportamentale che si chiama “addictedaddicted”, ossia la dipendenza dalle dipendenze, in cui chi ne soffre deve avere almeno una dipendenza, è un po’ quello che una volta si chiamava “hobby”: l’hobby del fumo, l’hobby del gioco, l’hobby del bere); il compianto David Carradine (la cui morte per asfissia autoerotica in un albergo di Bangkok è stata recentemente messa in dubbio da una teoria cospirativa secondo la quale l’attore era entrato in contatto con una setta segreta di arti marziali che avrebbe deciso di ucciderlo… lo scrive il Fatto Quotidiano, mica se lo è inventato Quentin Tarantino); Hugh Jackman, che ha ammesso una sessodipendenza causatagli dalla pratica del sesso tantrico (quello di Jackman è un caso particolare: ha ammesso di essere sessodipendente, ma non ha mai voluto entrare in un centro di recupero, del tipo: “Hai problemi con la sessodipendenza?”, “No, nessun problema”).
Non mancano le donne ad avere ammesso questa dipendenza, fate due nomi a caso: Britney Spears e Lindsay Lohan. Bravi. Billie Eilish ha invece confessato una dipendenza dalla pornografia: “La pornografia mi ha distrutto il cervello”, ha detto. Non poteva mancare Kanye West nella comitiva che ha ammesso sessodipendenza, e di certo, bisogna ammettere, le mise della moglie Bianca Censori – o la maniera in cui si siede sui motoscafi veneziani - non lo aiutano a disintossicarsi. Poi ci sono quelli come Colin Farrell o Robert Downey Jr. che pur avendo dichiarato la propria dipendenza si sospetta invece non siano bravi a scansarle perché – si suppone – gliela tirano dietro: diciamo che in casi come questi (ai quali aggiungiamo Jackman, ci mancherebbe) sia più una questione di mancanza di agilità.
Adesso, Stefano Berrettini, pare anche un po’ che gliel’abbia fatta apposta: ci sono stati tifosi che hanno maliziosamente attribuito le sue sfortune sportive alle attività hobbystiche praticate con Melissa Satta, e lui cosa va a dire? È stata una relazione intensa”. È anche vero che se uno vuole pensare male qualunque aggettivo gli va bene. Ma bastano dieci rapporti sessuali con il proprio partner a settimana per essere definiti sessodipendenti come ha fatto il Daily Mail con Melissa Satta? Ecco, passare da una battuta a una diagnosi ci sembra eccessiva, ma, ma, ma è bene ricordare che il Daily Mail è un giornale inglese. Adesso, noi di certo non vorremmo essere sessisti, ma non è che i redattori inglesi (uomini, donne, lebrgtkdjoihs+ - le lettere stanno diventando troppe e io sono anziano) passino troppo tempo al pub dopo avere impaginato le notizie? No perché qui, al bar della stazione di servizio di Rosolini, ho detto che al Daily Mail sono scandalizzati perché una coppia fa sesso dieci volte a settimana. E mi hanno risposto: “E non ce lo hanno il viagra in Inghilterra?”.