“Fine sfortunata”. Frankie Carchedi, capotecnico di Marc Marquez nel Team Gresini e ex vincitore di un titolo mondiale con Joan Mir ai tempi della Suzuki, ha commentato così l’ultimo fine settimana di Portimao. Il riferimento, è chiaro, è al crash tra il suo pilota e Pecco Bagnaia. Una fine sfortunata, appunto, che però non toglie spazio all’incredibile lavoro fatto dal 93 e dal team e al fatto che un Marc Marquez così, dopo due sole gare con la moto nuova, è una sorpresa grande per tutti. Per tutti, ma non per chi, appunto, gli lavora vicino.
Tanto che Frankie Carchedi già in tempi non sospetti era stato chiaro sull’importanza dell’appuntamento di Portimao. “Fare un test prima del Qatar sulla stessa pista aiuta, ma quando vai a Portimao, hai circa 20 giri e poi devi fare direttamente la Q2 – aveva dichiarato in una intervista del febbraio scorso - È allora che capisci quanto sei pronto, perché devi avere un pacchetto, una base, tutto che funzioni subito”.
E che tutto ha funzionato non è in dubbio. I tempi di Marc Marquez lo hanno dimostrato e, tutto sommato, anche i risultati raggiunti, nonostante il botto con Bagnaia nella gara lunga della domenica, con i due in lotta per la quinta e la sesta posizione. E adesso arriva il Texas, un circuito in cui Marc Marquez non ha praticamente mai avuto rivali. O, meglio, un circuito in cui Marc Marquez ha dovuto temere sempre e solo se stesso. Che poi è esattamente quello che rischia di succedere ancora se le impressioni di Frankie Carchedi dovessero trovare conferma nella realtà, magari già proprio dal circuito del Texas. Per il capomeccanico del 93, infatti, a mancare – almeno per adesso – è solo una cosa: la qualifica. "Il prossimo passo da fare – ha spiegato - è iniziare più vicino alla prima fila e avere aria pulita sulla moto. Passo dopo passo. Marc può avere il miglior passo a livello di tempi, ma in una situazione di gara è molto diverso: se sei nel gruppo o in fondo al gruppo l’anteriore si surriscalda e tutto diventa più difficile”. Un problema, questo, già più che noto nella MotoGP moderna, con molti piloti che lamentano comportamenti strani delle moto quando si è in bagarre nel gruppo. La chiave, quindi, è partire più avanti possibile e che Marc Marquez ha il time attack sul polso è un dato di fatto. Fino a ora, però, ha dovuto fare i conti anche con la sfortuna.
“Il prossimo passo è chiaro: provare a mettersi nella condizione di partire più avanti” – ha ribadito Carchedi. In Portogallo, lo ricordiamo, Marquez è partito ottavo dopo una caduta in prova che ha condizionato un po’ tutto. Senza quell’episodio avrebbe potuto essere un’altra storia. Esattamente la storia che Marc Marquez proverà a scrivere di nuovo in Texas, nel fine settimana dal 12 al 14 aprile, su una pista in cui ha sempre fatto la differenza. Trovare il modo di partire davanti potrebbe mettere l’otto volte campione nel mondo nella condizione – terrificante per tutti gli altri – in cui si è trovato per quasi tutta la sua carriera: dover avere paura solo di se stesso.