Domenica 31 marzo non è stata solo la giornata di Pasqua, ma è stata una giornata assolutamente memorabile e senza precedenti per la storia del tennis italiano: Jannik Sinner è riuscito a battere il bulgaro Grigor Dimitrov al Miami Open 2024, diventando il numero 2 al mondo a soli 22 anni di età. Eppure, se da ogni parte sono piovuti meritatissimi elogi e apprezzamenti al giovane campione, c’è chi come Selvaggia Lucarelli trova sempre un’occasione per creare o cavalcare una polemica. Dopo essersi occupata in ogni maniera di Chiara Ferragni e Fedez, così come dell’infelice caso della ristoratrice di Lodi Giovanna Pedretti poi morta suicida, ora Selvaggia pare darsi anche al tennis. Ma perché?
Negli ultimi giorni la firma del Fatto quotidiano ha pubblicato nelle sue stories su Instagram la lunga testimonianza di una sua follower, tale Patrizia, che recita: “Ciao Selvaggia, volevo segnalarti un argomento che potrebbe essere interessante indagare. L’anno scorso sono andata a vedere la semifinale delle Atp finals a Torino. Tribuna Est, fila 8. Prezzo 119€ + fee ticket one. Avevo comprato i biglietti a giugno, il torneo si svolge in novembre. Ad inizio marzo vengo a sapere che per il novembre prossimo i biglietti sono in esaurimento e quindi a inizio marzo sono andata a vedere se trovavo qualcosa. Semifinale del pomeriggio (la stessa dell’anno scorso) tribuna Ovest, fila 6 198€. Siamo passati 119€ a 198€ nel giro di un anno…” evidenziando un rincaro del biglietto di 79€. Poi prosegue: “Se volessi andare con la mia famiglia spenderei 600€ solo di biglietti, il costo di una mini vacanza. Non posso pensare che non ci siano dei vincoli e che i prezzi da un anno con l’altro possano schizzare alle stelle senza controllo! Sarà l’effetto Sinner?”.
Se da una parte questo tipo di messaggi fanno sorridere, perché sembra quasi che il profilo della Lucarelli sia una specie di nuova bacheca “confessionale” a cui mandare le proprie lettere e testimonianze, dall’altra sorprende la poliedricità della (ex?) giornalista, che non solo ora si interessa e occupa anche di tennis, ma ha anche intitolato la testimonianza “Tennis sport per ricchi?” Davvero la Lucarelli si accorge solo ora di come il tennis sia uno sport per ricchi? O forse, come in molti altri casi, anche qui vuole solo cavalcare l’onda e il trend del momento, ovvero la vittoria di Jannik Sinner, per fare però la solita “Bastian contrario”? Pubblicando lo screenshot di questa testimonianza, sembra quasi che voglia, anche qui, dimostrarsi per l’ennesima volta come colei che fa emergere la “voce della verità” sulle questioni scomode; peccato che, se per le indagini su Balocco e la Ferragni le va effettivamente riconosciuto il merito, qui vien da dire che forse ha toppato, perché la “scoperta” rivelata dalla signora Patrizia e la constatazione della Lucarelli che “il tennis è un sport per ricchi” non rivela in realtà assolutamente nulla di nuovo: il tennis, che pur ora è molto seguito proprio grazie a Jannik Sinner, è comunque da sempre, e non certo da ora e per “colpa” di Sinner, uno sport elitario, che costa. Dunque, soprattutto dopo un evento come la vittoria ai Miami Open, diventa anche piuttosto normale e plausibile il rincaro dei prezzi, dato anche il probabile aumento di richieste e di interessati ad assistere alle competizioni; fra l’altro, non è nemmeno un fenomeno così strano, assurdo e isolato, da circoscrivere solo al mondo del tennis, dato che per altri sport molto più seguiti, come per esempio il calcio, i meccanismi sono simili, tanto che è risaputo che per vedere allo stadio certe partire di Europa League e soprattutto di Champions i biglietti possano arrivare a costare anche centinaia di euro. E dunque, forse Selvaggia Lucarelli ha scoperto l’acqua calda? È diventata esperta anche nell’ambito del tennis? O magari converrebbe che, invece di rischiare di fare figuracce, si occupasse di argomenti di cui almeno è un po' informata - come per esempio la Ferragni - e lasciasse invece perdere Sinner e il tennis, per evitare di riportare banalità in una costante ricerca di questioni losche.