Oggi Nicky Hayden avrebbe compiuto 42 anni. Correva con il 69 ereditato dal padre Earl, uno che viveva per le corse e che aveva messo su di una moto tutti i suoi figli. Diceva che avere un numero che si potesse leggere al rovescio era l’unico modo per stare in piedi anche quando tutto andava storto, questione di prospettiva. Il padre racconta, con la voce roca di chi è sopravvissuto ad un cancro alla gola, di un ragazzo che amava la sua gente. Uno che non aveva dimenticato di venire dal Kentucky da una famiglia povera, dove l'unico dio era quello della velocità.
Nicky Hayden nessuno si sentiva di attaccarlo, perché era uno dei pochi piloti buoni ad aver corso in MotoGP. Era felice, dopo aver vinto il mondiale nel 2006, perché sapeva che non sarebbe più successo. Diceva che senza quel titolo sarebbe diventato un vecchio burbero. Nicky se n’è andato durante un giro in bicicletta dopo una vita in moto a 340 all’ora. 218 GP disputati in MotoGP, tre vittorie e 28 podi. Poi la Superbike di cui era felice, lo erano anche gli appassionati. Metà della gente faceva il tifo per lui, che correva per diventare l’unico ad aver vinto un mondiale nella massima categoria di entrambi i campionati.
Livio Suppo, che con lui ha passato la stagione 2009 in Ducati, lo ricorda con grande affetto: “Nicky era uno dei piloti a cui mi ero affezionato di più perché era una persona davvero speciale - ha raccontato a MOW - Dal punto di vista caratteriale era un pilota un po’ anomalo, perché non era una primadonna, era molto alla mano. I piloti di solito hanno un grande ego e sono molto sicuri di sé, Nicky era uno che chiedeva consigli. Era veramente speciale”.
“Mi ricordo una volta, nel 2009. Casey, Nicky ed io eravamo stati ospiti in una tenuta in Spagna di proprietà del Dottor Bonomi, che al tempo era proprietario di Ducati. Casey è appassionato di caccia, la tenuta è molto grande e ci sono diversi animali. Così partono con il pick-up. Casey con arco e frecce, Nicky con il fucile. Una scena pazzesca, questo americano sul fuoristrada col fucile in spalla e l’altro a fianco con l’arco. Ovviamente un modo di cacciare completamente diverso… Quella volta Nicky riuscì a prendere qualcosa, mentre a Casey non andò altrettanto bene. Ci rimase male, per noi invece fu molto divertente”.