Ritirato nel 2016, a poco più di 30 anni, dopo aver portato a termine il successo più epocale della sua carriera: vincere un mondiale di Formula 1 battendo il suo compagno di squadra, il più forte della sua generazione, Lewis Hamilton.
Nico Rosberg, cinque anni dopo il ritiro, è un uomo diverso: poliedrico, diviso tra imprenditoria e intrattenimento, sempre attento alle dinamiche del mondo che ha scelto di lasciare, la Formula 1, ma con un occhio verso il futuro. Si racconta così in una lunga intervista per Repubblica, con lo sguardo rivolto in avanti, e nessun rimorso verso il passato: "Abbiamo troppo futuro davanti, lo dobbiamo ai nostri figli".
La mancanza della velocità? Per Rosberg non è un problema "Adesso prendo il volante della mia bici. Guidare una Formula Uno vuol dire stare seduti in pratica per terra, senza la possibilità di voltare lo sguardo. È un'altra vita e non mi manca nulla di quella precedente. A 35 anni, con due bambini, posso sfruttare i successi nel motorsport e il seguito che mi sono guadagnato per ispirare nuovi progetti e aprire nuove strade".
Il campione del mondo, figlio della leggenda finlandese Keke Rosberg, è più convinto che mai delle sue scelte, e ha trasformato la lotta per l'ambiente in una vera e propria passione: "Il rischio è quello di non poter più godere, domani, della bellezza che abbiamo oggi. Greta Thunberg mi piace moltissimo. La seguo su Instagram, è un personaggio dal grandissimo impatto perché ha passione e autenticità".
Un impegno che per Rosberg non rimane solo ideologico, ma in poco tempo si è trasformato anche in una sfida imprenditoriale: "La nostra startup di monopattini, Tier, è nata in Germania e ora è leader in Europa di questa nuova tecnologia a zero emissioni. Poi sono convinto che tra due-tre anni nelle nostre città avremo questi nuovi taxi volanti che, al costo dei taxi normali, ci porteranno in molto meno tempo dove vogliamo e ci permetteranno di vivere fuori città. Una rivoluzione".
Ma la Formula 1 riuscirà a adattarsi a questo cambiamento? O sarà schiacciata da un futuro troppo green? L'ex campionissimo sembra avere le idee molto chiare anche su questo fronte: "La Formula Uno si è svegliata lo scorso anno con Black Lives Matter e ha contribuito a svegliare le coscienze sul tema del razzismo. Spero che ora facciano di più per la salute del nostro pianeta. Il traguardo potrebbe essere quello dell'uso di un carburante bio. Benzina sintetica senza CO2. Il problema sono i costi: il sistema attuale usa tantissima energia per neutralizzare l'anidride carbonica, dovremo lavorare su quello. Elon Musk, il fondatore di Tesla, ha messo in palio un premio di 100 milioni di dollari per chi riuscirà a creare un sistema economicamente più sostenibile".