Nicola Sartori, 52enne istruttore di arti marziali, ha perso la vita in seguito all’incidente avuto insieme ad altri due piloti amatoriali mentre partecipava alla Promo racing cup 2023 nella categoria 1000 Avanzata del Trofeo Italiano Amatori. La notizia è questa. E davanti a una notizia così c’è poco da aggiungere. Se non che le corse hanno voluto ricordare ancora una volta a tutti che la posta in gioco è ancora la vita, nonostante la sicurezza aumentata, nonostante i progressi fatti negli anni. Era un padre. Era un lavoratore. Nicola era, prima di tutto, un appassionato. “Nicola – dicono dal Team Xgear di Roma - è stato un uomo e pilota esemplare, un atleta completo nella mente e nel corpo. Padre e marito amorevole, ha sempre coinvolto i propri affetti nella sua passione per le moto che abbiamo avuto il piacere vivere insieme in questi tre anni. Con la sua forte personalità e carisma ha lottato fino all'ultimo alla conquista del primo posto. Lascia un vuoto incolmabile nei cuori di tutto il Team Xgear. La squadra al completo si stringe a Martina, Elena e ai suoi cari in questo enorme dolore. Ciao Nicola, grazie per questi tre anni insieme. Lasci un enorme vuoto nella nostra squadra”.
Se ne va un uomo che la domenica, quando poteva e per come poteva, sceglieva ancora le emozioni della moto, della pista, e quell’aria che si respira quando gareggi. Ieri, però, è andato tutto male. A ricostruire la dinamica ci penseranno, però, nei tempi dovuti, le autorità competenti. Ieri, come oggi, è stato e è il tempo del dolore. Delle domande che chiunque ha a che fare con i motori e le corse ogni tanto si ritrova doversi porre.
Lo ha fatto, affidando le sue riflessioni ai social, anche Marco Melandri, che ieri era proprio al Mugello e che ha visto tutto. “Ero lì – ha raccontato – l’incidente è stato mostruoso. Ero sulla terrazza e ho visto tutto in diretta, mi si accappona la pelle perchè è stato qualcosa di disumano. Un pilota ha avuto un guasto al motore, si è un po’ spostato, ma quelli che arrivano dietro lo hanno preso. Una scena agghiacciante. Mancavano 5 giri dalla fine e i primi dieci erano in bagarre. Ho visto la moto partire da sola e attraversare la pista, da sola, poi poco dopo anche un pilota tornare verso la pista mentre sopraggiungeva un altro gruppetto. Lì mi sono girato perché mi sono reso conto di quello che sarebbe successo e infatti poco dopo ho visto i semafori diventare rossi e i soccorsi mettersi immediatamente in moto”.
Melandri è provato e dice di volersi tenere lontano da troppe analisi e più che mai dalla ricerca di un qualche colpevole, ma finisce comunque per toccare l’argomento sicurezza: “Tante cose si imparano da bambini, io non voglio cercare colpevoli, ma queste gare sono sempre un po’ un terno al lotto. Perché i piloti sono tanti e spesso ne vedi alcuni che sono letteralmente portati in giro da queste moto che sono potentissime. Non mi sento in grado di dire che è stata colpa di qualcuno, ma c’è bisogno di fare qualcosa per limitare tragedie così. E’ necessario analizzare tutte le situazioni che possono verificarsi in gara e istruire i piloti”.