Dopo l’exploit delle prime gare, nel 2017 all’esordio con la casa giapponese, tutti avevamo grandi aspettative sulla coppia Vinales-Yamaha, viste le tre vittorie nelle prime cinque gare dopo un dominio nei test prestagionali.
Le cose però non sono andate per il verso giusto: gli evidenti problemi di motore fino agli anni passati e la poca continuità del pilota a livello di risultati hanno portato alla rottura tra Maverick e la casa giapponese. Una brutta conclusione, una storia finita con il licenziamento del Top Gun a seguito del comportamento di Vinales in Stiria, e chissà… non è detto che magari non ci sia stato anche qualche altro episodio che abbia fatto traboccare il vaso.
Maverick non è stato contento di Yamaha e Yamaha non è stata contenta di Vinales: uno si lamentava della “poca considerazione” rispetto al suo compagno di squadra Quartararo, l’altra per lo scarso rendimento del pilota nelle ultime gare a questa parte.
Lin Jarvis, manager generale di Yamaha, è tornato a parlare proprio di questo, con dichiarazioni raccolte da Speedweek in cui rivela che inizialmente secondo lui il problema di Vinales a livello psicologico era quello di dividere il box con un campione come Valentino Rossi.
“Maverick – le parole del manager Yamaha – ha avuto l'opportunità di cambiare squadra per il 2021 e il 2022. Una buona offerta sul tavolo, e tutti noi conoscevamo il potenziale di Maverick. Allo stesso tempo, il trasferimento di Valentino alla Petronas era stato pianificato lo scorso anno mettendo Vinales come leader della squadra nel 2021. Credevamo che Rossi lo avesse sempre messo in ombra e che dopo la partenza dell'italiano Maverick avrebbe potuto avere molto successo... ma non è così”.
Ma se non fosse successo tutto il caos del Gp di Stiria, Vinales avrebbe comunque rinnovato con Yamaha? “È difficile dirlo. Se Maverick avesse seguito la sua linea dopo aver vinto in Qatar e fosse tornato al cassetto altre tre volte, tutti avrebbero riconosciuto che abbiamo fatto bene. Inoltre non sapevamo cosa sarebbe successo con la pandemia e nessuno pensava che la stagione 2020 sarebbe iniziata a luglio… ci sono tante cose che hanno influito. A volte si vince prendendo delle decisioni e – conclude Jarvis – a volte si perde”.