Marc Marquez a Phillip Island è già una premessa importante. Perché in Australia, categoria MotoGP, quando Marquez è arrivato al traguardo ha sempre vinto. Nelle altre occasioni o è stato squalificato per un errore del suo box (2013), o è caduto mentre si trovava in testa (2014 e 2016) o ha dovuto ritirarsi per problemi tecnici (2018). Quest’anno Marc è rilassato, non deve giocare per il titolo e, oltretutto, scatta dalla prima fila. Una seconda casella di fronte alla quale vede solo Jorge Martin, prima di scorgere nella sua pienezza il mare increspato che avvolge Phillip Island.
Poco importa se il risultato in qualifica sia arrivato grazie alla scia di Pecco Bagnaia, che ha trainato il Cabroncito nel giro veloce del secondo tentativo. Il gioco di strategia è lecito, consentito dal regolamento e – in questo caso – nemmeno disdegnato dal ducatista, svantaggiato solo sulla carta dal servizio offerto al fenomeno di Cervera. Pecco infatti, tra le righe, ha ammesso che aiutare Marc a classificarsi davanti a Quartararo non gli sia dispiaciuto. “Ho visto molto bene come si comporta la Ducati, sono molto contento di come sta andando il weekend” – le prime parole scaltre e ironiche dell’otto volte campione del mondo al parco chiuso. D’altro canto, se Marquez al sabato riesce puntualmente a sfruttare un riferimento il merito è suo, della sua astuzia e, forse, di una sorta di sudditanza psicologica degli avversari nei suoi confronti. Per arrivare a questa conclusione, senz'altro affrettata, dovremo attendere il momento in cui Marquez tornerà ad essere in lotta per il titolo, e non un arbitro – una pedina di scambio – tra Bagnaia, Quartararo ed Espargaro. Quel che conta, per adesso, sono le sensazioni sempre più convincenti che Marc trasmette in pista, al box Honda e davanti alle telecamere. Appare tranquillo, lucido, visibilmente centrato. Oggi in FP3 si è esibito in uno dei suoi iconici salvataggi, con il gomito che fa leva sull’asfalto risollevando la moto alla deriva. La notizia, però, è che il numero si sia verificato al “cavatappino” di Phillip Island, sulla destra quindi, dove Marquez non tentava una manovra del genere da molto tempo. L’ultima volta potrebbe essere stata questa, nello stesso punto – in fotocopia - tre anni fa. Prima della tremenda trafila di operazioni al braccio destro.
“Ieri abbiamo lavorato per il futuro (Marquez ha provato nuove soluzioni aerodinamiche, ndr), oggi ci siamo concentrati sul presente e su questa gara. Mi sono sentito sempre meglio con la moto, il passo è abbastanza buono ma non ancora abbastanza per stare con Pecco, che nella seconda uscita delle FP4 con la hard dietro ha fatto paura. Il passo della Ducati è molto costante e loro usano meno l’edge della gomma rispetto a noi. Sarà importantissima la scelta della gomma al posteriore. La top 5 può essere realistica, ma se tutto va perfettamente e c’è quel feeling magico anche il podio è possibile.” – ha dichiarato Marquez in zona mista, al microfono Sky di Sandro Donato Grosso. E alla domanda su una previsione per il 2023, Marc ha risposto così: “Non posso ancora dire che nel 2023 lotterò per il titolo perché manca ancora tanto tempo. Devo ancora provare la moto dell’anno prossimo e dovremo vedere anche quanto miglioreranno Ducati, Yamaha e Aprilia. Però la Honda sta lavorando tanto e questo mi piace tantissimo. Io ho preso tantissimi rischi con il mio braccio per provare a tornare competitivo e in lotta per il campionato, quindi vedere che anche il tuo team sta lavorando tanto è un bello stimolo che si riflette sulle prestazioni. Stiamo pian piano entrando in un circolo positivo, in cui tutto si incastra e le cose vanno bene”.