Quando alzava la coppa dalle grandi orecchie nel 2010 al Bernabeu, la sua nuova squadra vagava per i campi in terra della promozione veneta. Dieci anni più tardi le strade parallelamente agli antipodi del Sona Calcio e del terzino Maicon Douglas Sisenando, meglio noto come Maicon, si sono, per una strana concezione astrale calcistica, incrociate. Ed era davvero difficile prevedere che il trasferimento più eclatante della finestra di mercato invernale venisse da una serie D. Ma la magia del calcio non è forse racchiusa in questi momenti?
La piccola realtà calcistica è riuscita ad accaparrarsi uno degli esterni più forti della storia, partito dal caldo Brasile per arrivare nella bella, ma pur sempre fredda, provincia di Verona. Un trasferimento che, forse, nemmeno alla PlayStation poteva accadere, e invece è accaduto davvero. “Sto bene, sono contento di essere tornato in Italia – ha raccontato il trentanovenne appena atterrato in Italia – Sono carico e pronto per questa avventura”. Dopo quattro Campionati italiani, tre Supercoppe, due Coppe Italia, una Champions League e una Coppa del mondo per club, condite da due Coppe America ed altrettante Confederations Cup, l’esterno di Porto Alegre arriverà assieme al figlio quindicenne che inizialmente andrà nella rosa Juniores.
Sperando che poi, l’allenatore del Sona, tre anni più giovane di Maicon, regalerà ai circa attuali trenta fedelissimi, la gioia di vedere padre e figlio correre insieme sulle fasce del rettangolo verde di via Casella. “Dovremmo triplicare le tribune, mi hanno chiamato anche da Milano per l’abbonamento” – ha commentato l’ex ferroviere ed ora presidente del club Paolo Pradella – Una trattativa nata quasi per gioco, convincere il giocatore è stato più semplice di quanto mi aspettassi” – ha aggiunto il direttore sportivo Claudio Ferrarese. Da Moratti a Pradella, da Mourinho a Tommasoni, dalle gioie del Bernabeu e di San Siro al Comunale, Maicon Douglas Sisenando è pronto a rimettersi gli scarpini e tornare a stupire, perché non conta in quale campo di chissà quale categoria, l’importante è correre con il pallone tra i piedi.